Intervista per modo di dire, ovvero ‘pelo e contropelo’ a due giovani artisti col marchio CE
Fughiamo subito un dubbio.
Caserta non c’entra.
Ma ci troviamo in zona.Cerchiamo di capire con chi abbiamo a che fare.
Davanti a me due baldi giovani che se fossi un casting director avrei provinato certamente per i ruoli di Robinson Crusoe e D’Artagnan. L’uno con barba incolta, l’altro con foggia sagomata e pizzetto; sguardo ammiccante il primo, occhi verdi mare in cui affogare l’altro.
Si direbbe due apparizioni celestiali, se non fosse che di colpo può saltar fuori la natura ambivalente e mordace dell’attore nato. Con chissà quali conseguenze, anche mortali.
Come dice il saggio “lo scopriremo solo vivendo”.
A loro insaputa (più corretto dire all’infama), così imparano, faremo loro attraversare le famigerate ‘forche paoline’: un’umiliazione peggiore dell’isola dei famosi.
Come dite, di codeste forche non c’è traccia nella Storia?!
Robinson Crusoe, presentati a codesto pubblico di appassionati lettori. Spogliandoti di ogni orpello. Ma non prendermi alla lettera…
Però se credi…
Dunque, salve a tutti, mi chiamo Massimo Odierna, ho 26 anni, sono un ragazzo malinconico, nervoso, in apparenza sereno, sereno variabile.
Faccio l’attore ma non vi parlerò del mio lavoro, della mia passione, del sacro fuoco, del talento, della dizione e dell’Accademia Nazionale bla bla bla…
La mia vita si riassume tra copioni, appuntamenti, feste, letti sfatti, Napoli, Roma e altre zone d’Italia.
Ho gli occhi verdi, ma non sempre si riesce a vedere il colore, perché tendo ad avere sempre un po’ gli occhi socchiusi a fessura. A volte piace, a volte no.
Sono fondatore, insieme ad altri soci, amici, della corrente dei Miserabili.
Essere miserabile vuol dire tante cose: vivere di approssimazioni, di passioni, di precariato, di sensazioni, di festini, di imbarazzi, di situazioni grottesche, di crisi esistenziali, di donne, le donne…
Non sono molto bravo a parlare, sono spesso silenzioso, ma mi piace stare in compagnia, ascolto e ogni tanto intervengo.
Non sono bravo in Geografia, mi perdo facilmente.
Sono pigro.
Infatti basta, non scrivo più, passo alla prossima domanda.
Ora è la volta di D’Artagnan, nella lingua che preferisce.
Aggiungi quel poco che ormai la gente non sa di te.
(Marco Cacciapuoti detto il Caccia): Buongiorno a Te, cara Paola. Non ho capito bene la domanda, o forse non mi conosco abbastanza per poter parlare di me… ti rispondo chiedendoti di entrare più nel dettaglio con le prossime domande.
Ecco, cominciamo bene. A quest’ora ancora si dorme…
Urge caffè bello forte, fatto in casa.
È solo un caso che voi siate napoletani, o ce l’avete messa tutta per convincere la cicogna a sbolognarvi sul Vesuvio?
Non credo ci abbia portato la cicogna, ma un Ape-car.
Non so, non credo avessimo una meta precisa, ci siamo fatti lasciare a Napoli e lì siamo nati, ma tuttora la meta è ancora da stabilire.
Io sarei voluto nascere in un posto caldo, dove la gente porta il costume e la camicia aperta tutto il dì, beve aperitivi, balla in riva al mare e la sera si va a dormire insieme. Ogni sera con una persona diversa. Tante coccole, poche promesse, senza castelli di sabbia ma solo tende da campeggio.
In effetti la costellazione sotto cui sono nato ha fatto in modo che quel giorno non ci fosse un filo di vento contrario e che la cicogna volasse in tutta tranquillità sul mar Mediterraneo e riposasse le sue ali nel golfo caldo e accogliente di Napoli, proprio alla fine di luglio il giorno in cui sono nato. La città è meno frenetica e più vivibile, per un Leone come me.
(retropensiero: trattasi a quanto pare di Leone metropolitano.
Chissà di che si nutre, a parte la tazzulella…)
Dove altro sareste voluti venire al mondo?
Mah… devo dire che sarei voluto nascere a Roma, crescere a Napoli e Vivere come faccio: tra Napoli e Roma. Ma a volte prendendomi delle pause anche da loro…
Anche voi malati di partenopite cronica e recidivante?
Tifo Napoli senza esagerazioni particolari.
Guardo i Film di Totò, apprezzo Eduardo de Filippo.
I videoclip musicali neomelodici mi mettono tristezza e malinconia.
Napoli mi mette una certa malinconia perché è tutto fermo, come una cartolina, le cose accadono perché devono accadere, e le cose stanno così e non cambieranno perché Napoli è Napoli. Nel bene e nel male.
Mi sento abbastanza partenopeo da dichiarare che non mi sento troppo napoletano.
E dove vorreste fare l’uovo, potendo scegliere? Maschio Angioino o Castel Capuano? Troppo?
O siete dei senzatetto, nullatenenti eccetto una valigia piena di sogni?
Sicuramente Massimo lo vedo fare l’uovo al Maschio Angioino essendo lui un Francesino “Dur”.
Io preferisco l’essenzialità e l’affascinante rozzezza del borbonico Castel Capuano. Anche se è presto per depositare uova. E nella mia valigia porto sempre più mutande che vestiti. E un libro non manca mai.
Siamo dei senzatetto, abbastanza fieri di viaggiare.
È un rapporto perverso quello che intercorre tra me e la mia valigia.
È come se tutta la mia vita dovesse entrare in una borsa.
Ho tanti sogni, piccoli sogni miserabili, c’è sempre di mezzo una scena in cui io ballo o canto e tutti mi guardano affascinati. In realtà poi mi occupo di recitazione.
Sì, sarei voluto essere il componente di una boy-band: bei vestiti, soldi, viaggi, ville, feste, discografie, dischi, ragazze, fans, coreografie e videoclip accattivanti dove faccio un playback mozzafiato.
Spesso le dinamiche della vita di tutti i giorni mi annoiano, e quindi ogni tanto evado e mi faccio questi “viaggi musicali”.
Insomma, sto bene.
Al Pacino, però, non mi annoia.
Siete due bei babà. Però non posso credere che amiate ‘tutta tutta’ la cucina napoletana.
Cos’è che proprio vi fa vomitare e avete qui il coraggio di ammettere?
Vomitare no, però mi infastidisce non poco la donna non curata, cioè con un eccesso di peli superflui, io già sono peloso, se ci si mette pure lei diventa l’incontro tra due scimmie.
Ho bisogno di delicatezza.
La pelle liscia non mi dispiace.
Dall’altra parte però mi infastidisce un eccesso di cura e preparazione, perché se vedo questo allora vedo che la società e i media hanno più potere su di te, e questo fa nascere in me un sentimento di tenerezza, quasi pena.
La preparazione ci deve essere, la cura pure, ma non si deve vedere, bisogna in qualche modo celarla la tecnica, questo lo penso anche per quanto riguarda la recitazione.
Che bello, tutto torna.
Ho un debole per la bellezza, credo che tutti gli insicuri abbiano un debole per la bellezza.
Retropensiero:
chi l’avrebbe mai detto… Massimo nel suo menu non ha pietanze, ma donne, e mai sia col pelo… Chissà come le condisce, se le preferisce lesse o al forno con patate.
O marinate?
Che strana piega sta prendendo questa intervista…
Fin da piccoli Massimo è stato sempre meno schizzinoso di me sul cibo; ad oggi credo che non ci sia niente che non fagociterei della cucina napoletana.
(retropensiero: se va male sullo schermo o in teatro hanno un futuro in un EPT…)
Caccia (pensiero inespresso): EPT?
(retropensiero: mi legge nel pensiero?)
Un EPT (Ente Provinciale per il Turismo) non un ET, scemo…
Quali sono i vostri rituali del mattino (pregasi indicare l’ora del risveglio) per preservare tanta bellezza e saggezza?
Ma che ne so?! Na vorta alle 6, n’artra vorta alle 9 e quasi sempre all’una e mezza: perché solo dopo mezzogiorno riesco a cacare qualche pensiero degno del sole e della pioggia che mi sfiorano la pelle.
Dunque, al mattino.
Cappuccino.
Con calma eh, il risveglio perfetto non ha orari di sveglia e necessita di un bel sole che filtra dalla finestra.
Se mi va faccio un po’ di attività fisica.
Ascolto musica.
Cerco di capire come andrà la giornata.
Cerco di ricordare le sensazioni che i sogni mi hanno trasmesso durante la notte.
Insomma il risveglio è un momento importante perché riparti da zero.
Per preservare la mia “bellezza” uso uno shampoo buono, spesso del balsamo, qualche cremina per il corpo, qualche flessione, qualche vestito che mi calza bene, anche se poi ancora devo capire cosa piace di me alle donne.
Sul sorriso ho qualche certezza.
Forse il carattere e l’ironia.
Lo sguardo a fessura.
Boh, non lo so, davvero, fatto sta che mi ritrovo a baciare spesso ragazze molto carine.
A volte credo che le ragazze stiano con me solo perché mi hanno visto recitare ma non tutte mi hanno visto recitare, forse quelle che non mi hanno visto recitare se lo immaginano e quindi fa lo stesso.
(retropensiero: voi lettori ci credete?
Vediamo subito cosa pensano di Massimo le suddette ragazze)
https://www.youtube.com/watch?v=2INAecpxG1o
Qual è il vostro ritratto al mattino: Dorian Gray o L’urlo di Munch?
Sul volto ho soltanto il ritratto del silenzio, in silenzio amo preparare il caffè alla napoletana, senza fretta e con particolare attenzione a non sporcare il lavandino. Poi aspettare ancora un po’ intontito il rumore della caffettiera che erutta il mio liquore preferito. E godermelo accanto al pc controllando la posta; ma spesso rimango affacciato alla finestra.
Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo.
Vivere la notte vi porta consiglio?
No, anzi. Vivo la notte soltanto per cercare di arrivare in posizione orizzontale nella maniera più sfinita possibile, ho una sorta di duello con il mio letto, ogni notte. Voglio che mi accolga perché sono io che lo scelgo, per stanchezza e necessità e non perché ho da riposare per gli impegni del giorno dopo.
Di notte vuoi viverti solo la notte.
Di mattina invece, aspetti di viverti la notte.
I consigli ti arrivano dall’esperienza; di notte, spesso, se te la vivi, fai esperienze goliardiche e giovanili che non ti portano tutti sti consigli.
Se non ti fai del male e non fai del male agli altri, nei limiti del possibile, di notte è bello vivere e basta.
Cosa del mondo, e del ‘vostro mondo’, vi fa proprio imbestialire?
La mancanza di serietà e di ironia sul lavoro.
Le pressioni psicologiche, e tutte quelle dipendenze che vengono spacciate per amore e sentimento.
Mi imbestialisco anche quando i miei capelli non armonizzano con il mio viso.
Del mondo dello spettacolo invece mi infastidisce quando si parla a manetta di nomi e cognomi alla velocità della luce, dove tutti si danno i bacini e si abbracciano e parlano di progetti e si scambiano pareri sempre alla velocità della luce e si fanno promesse e parlano, parlano…
Io credo che gli attori debbano parlare sulla scena, o davanti ad una telecamera.
Credo che i registi debbano dirigere gli attori, bene.
Finito il lavoro possiamo anche andare tutti a giocare con le macchinine tozzi tozzi.
L’importante è essere bravi e competenti sul lavoro.
Fuori dal lavoro, potremmo stare anche tutti più calmi.
Amicizia a prova di bomba la vostra, ma sul set, o dietro le quinte, ve le siete mai date?
L’uno copre le magagne dell’altro?
C’è stato solo un episodio di set insieme (credo) ma non eravamo nella stessa scena. Anzi mi piacerebbe un giorno trovarmi faccia a faccia con lui per darcele un po’. Ci farebbe bene. Mentre a teatro, pure, sono rari gli esempi che abbiamo… Gli esempi calzanti alla tua domanda sono stati soprattutto quando 18enni facevamo cabaret nell’anfiteatro di un villaggio in provincia di Chioggia, e lì Max era la star del cabaret e si preoccupava soprattutto di ‘menare’ la mia indisciplinatezza. Un bel Mix.
Non mi piace mischiare amicizia e lavoro.
Sul lavoro non bisogna essere amici, bisogna essere lavoratori.
Col senno di poi cosa vorreste riavvolgere e/o cancellare, una battuta sbagliata sul set o nella vita?
Sul lavoro poco o niente, si è sempre un po’ insoddisfatti e si vorrebbe sempre provare a rifare determinate cose. Altre invece è giusto che rimangano così. La bellezza sia del teatro che del cinema sta nell’attimo dell’esserci in quel momento. Più si torna indietro e peggio è, come va avanti la pellicola della m.d.p. così anche il tuo personaggio non ha il diritto di fermarsi; lo stesso vale per il sipario, finché non tirano le corde per fare ombra sul palco si va…
Nella vita personale, alcune cose, soprattutto sentimentali cambierei, e straccerei qualche battuta dal copione. E ritrovare il rispetto e la stima di alcune donne.
Non saprei.
Su alcune cose sarei voluto essere più diretto.
Vorrei sempre essere più diretto di quello che sono ma poi ho paura di ferire l’umanità.
Tutto sommato siamo un’umanità di miserabili.
Perché essere cattivi.
Morte per babà: come ve la figurate? (per inciso, è quella che vi tocca, con buona probabilità)
Io muoio tutte le notti. Per questo vivo in uno stato di perenne malinconia. Ogni giorno è il mio compleanno e c’è qualcosa da ricordare, ed è meglio darsi da fare per accumulare nuovi ricordi e soddisfare la mia malinconia.
Non credo di aver capito la domanda.
Meglio…
Autori oltre che attori.
Scrivete il vostro epitaffio.
La natura sarà, della nostra vita, l’unica “vera” testimone dei nostri segreti.
“Qui giace il corpo di Massimo Odierna, colui che fu unico nel suo genere”
E ora siamo seri.
Provino: autoritratto in un tweet. 140 caratteri.
Marco Cacciapuoti. Nato a Napoli, ho 26 anni. All’età di 20 mi sono trasferito a Roma e ho studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia diplomandomi a 23 anni. Ho iniziato a giocare con la recitazione nell’androne del mio palazzo con un mio grande amico, cercando sempre di coinvolgere gli altri. Benché fossimo i più piccoli della nostra storica comitiva eravamo già protagonisti di idee e degli scoop adolescenziali. La prima volta che ho recitato davanti a un pubblico è stato a 16 anni con una compagnia interattiva: ero nella piazza di Panza (Ischia) e interpretavo Perrone colui che tradì Masaniello e che fu poi, per questo motivo, impiccato e malmenato dalla folla…
Partite dalla preistoria. Siete bravi, no?
In seguito continuai ad appassionarmi e con il corso di recitazione che svolgevo al liceo a 18 anni ero già fuori dall’Italia a recitare in lingua francese Le preziose ridicole di Molière davanti a tantissimi ragazzi e ragazze che gremivano dall’Ungheria alla Francia i teatri di questo Festival meraviglioso per ragazzi chiamato “Le primetemps”.
Il mio gruppo ed io vincemmo il Primo Premio per la nostra pièce.
Il señor Caccia è un gran furbacchione e pare frequentare poco Twitter.
Forse più gli antichi egizi, avendo scritto un papiro.
Vediamo come bara il secondo candidato, che nel frattempo si è appisolato… era questa infatti la domanda (tocca riavvolgere, mi schiarisco la voce):
“E ora siamo seri.
Provino: autoritratto in un tweet. 140 caratteri.
Partite dalla preistoria. Siete bravi, no?”
Copia-incolla della prima domanda 😉
Resto senza parole.
(penso) Ohibò, non solo si dorme e ho detto tutto, ma questi ragazzi non frequentano neanche Twitter… una rarità!
Massimo: 915 caratteri (1079 con spazi, v. sopra)
SVEGLIA!!!
L’incontro più imbarazzante con la mdp.
Dove e come vi ha sorpreso o messo ko.
Non me lo ricordo, ma ci deve essere stato. Forse le prime esercitazioni al CSC durante le mimesi del metodo di Orazio Costa. Oggi, invece, ne ho così fame che mangiandomela quasi non la noto più.
Non saprei, ora non mi viene in mente.
Spogliarmi non mi imbarazza.
Tutto il resto invece già richiede uno sforzo.
Fate un appello e/o una richiesta specifica a un regista con cui vorreste lavorare.
Dopo chiarite, o meglio spiegateci, perché il suddetto regista dovrebbe prendere in considerazione la vs proposta.
Non saprei, se il regista è bravo e mi pagano son contento!
Mi piacciono i registi giovani, che hanno energia e nuove idee, idee imbarazzanti che puntano in alto.
E poi c’è lui:
https://www.youtube.com/watch?v=5vS0Y2rVdfo
Ove mai non fosse ancora chiara, illustrateci in dettaglio la vostra filosofia, ovvero l’elogio della ‘Miseria’ e il vostro definirvi Miserabili sempre e comunque.
Una religione per cui non si fatica a trovare adepti e che si pratica agevolmente in casa, vero?
Già ho spiegato nelle prime domande il concetto di miseria, il mio essere pigro non mi dà la forza di riscriverlo.
La miseria è semplicemente una forma di Nobiltà, un sinonimo alla mesta capacità di fare grandi cose con modestia e talento.
Quante volte avete peccato col microfono in mano e in quali oscure catacombe romane?
Prego?
I peccati risalgono a ‘Radio Miseria’ quando la sera, prima che si faccia notte, ammazzavamo le nostre nevrosi attraverso un miserabile microfono da computer per stabilire contatti con altrettanti nevrotici.
Il luogo: nei pressi dell’Acquedotto Alessandrino.
Non potreste fornirci un assaggio delle vostre prodezze audio e/o indicare dove trovare i reperti?
Distrutto ogni traccia?
Silenzio totale…
(Li osservo con occhio torvo. Basterà?
Non basta…
Vabbè, semo boni, diamo loro una chance, magari a quest’ora la memoria non li accompagna ancora… famo n’artra domanda, quella di riserva)
Quanti altri miserabili vostri pari sono ormai noti alle forze dell’ordine e alle astanterie psichiatriche? Non abbiate timori, fate i loro nomi.
(si guardano e non favellano)
Su su, Caccia, non essere timido, fuori i nomi… Un tale Ugo M. ti dice niente?
O devo ricorrere alla tortura?
(si guardano)
Ugo Minghini, Antonio Greco, Luca De Lorenzo, Giampaolo Maria Grimaldi, Luca Formicola, Marco Grimaldi…
Dovrebbero dichiararvi ‘patrimonio dell’umanità’: inoltriamo domanda?
Se va male, meglio un Nobel o un Oscar?
O son troppo miserabili per voi?
No, al contrario se fossero miserabili io li accetterei volentieri. Siamo tutti compresa te, cara Paulette, patrimonio di Dio.
Io ambisco all’Oscar per la recitazione.
Al Nobel per la miserabilità.
Fare la fine del babà
Avviso agli UTENTI di sesso maschile
LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CH’ENTRATE (in redazione):
Da buon campano, Igor onora sempre l’ospitalità offrendo per dessert il suo megababà, che di mega ha solo una enorme quantità di rhum.
Lo scopo è ubriacare e addormentare le sue prede.
Per farne cosa è lecito solo immaginare…
Per darvi un’idea, diciamo solo che crederete di abbandonarvi tra le braccia di Morfeo, e non sarà lui ad accogliervi.
Al mattino vi sveglierete più leggeri, privi di forze e di ogni linfa vitale.
Nel peggiore dei casi con una nuova identità.
Un’esperienza unica, davvero ‘miserabile’…
La fine dei babbei la chiama Cla’…
Tranquilli, tali e tanti son cascati.
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