Piumetta non ebbe il coraggio di ripeterla, ma per lunghi secondi quella frase prese lo stesso a martellare la testa degli astanti.
Non si capiva se “lui” stesse parlando. Lo sguardo di lei fisso al pavimento.
Dall’altro capo del telefono sembravano non giungere però segnali incoraggianti.
Lei sollevò gli occhi per un attimo, ma l’espressione del volto la diceva lunga.
Tommy si lasciò andare ad una smorfia del tipo “Azz…”
Istintivamente Ramon cercò l’abbraccio di Clarence, dal canto suo spaurito e tuttavia incapace di dar credito a quello che vedeva.
Forse le aveva chiesto di lasciarli.
Che lui lasciasse lei dopo una vita assieme… Tutto poteva immaginare, non che Béar arrivasse a tanto.
Il silenzio nella stanza s’era fatto pesante, surreale.
Lei non riusciva più a reggere quel gioco, quella trama incrociata di silenzi. Per amara che fosse, preferiva farsi colpire in faccia dalla verità, e dalla sentenza.
Prese la rincorsa
– Ok, ho capito.
Non mi ami più ed è finita…
Aveva taciuto fino a quel momento, perciò non la lasciò finire
(lapidario) – Allora non hai capito niente.
(spazientita) – Senti, se vuoi che li lasci, allora io…
(interrompendola) – Sta’ zitta, per favore.
Cioè, lascia che parli io…
Paoletta ammutolì.
Restò immobile, come sospesa.
I ragazzi invece scalpitavano, pur costretti a trattenersi.
(Béar, ridacchiando)
– Sei sempre stata scarsa in matematica…
Esiste anche il pentagono, ti sei scordata?
Lei sembrò quasi riemergere da un limbo.
(balbettando) – Cioè vuoi dire che tu… cioè che io…
Non fai una piega?
Non sopportava l’idea di creargli sofferenza, tuttavia era convinta di ciò che aveva fatto fino a quel momento.
Lui sospirò per dissentire
– No. Non è proprio così… Però…
Te la sei cavata fino ad ora…
Lei mosse gli occhi su e giù – una botta di adrenalina in un coma da overdose – interdetta ma soprattutto incredula, come se avesse di colpo riguadagnato il Paradiso.
Volse lo sguardo ai ragazzi che, non potendo esprimersi, anelavano a un suo gesto. Sollevò il pollice della sinistra verso l’alto, segno che avevano risolto in qualche modo.
In tre, quasi all’unisono, si lasciarono cadere sul divano.
——-
Più tardi, quella notte
Quella fu l’occasione per stappare del prosecco che Piumetta aveva in frigo ormai da tempo. E stavolta bevve pure lei.
Tommy – Tuo marito è un Grande…
Brindo alla sua salute!
Ramon – Già.
Io non riesco più neanche a odiarlo… Mi sta pure simpatico, da quella volta dell’hotel… Ricordi, Cla’?
Clarence ascoltava in silenzio, bevendo dal suo calice.
L’espressione stanca, tirata. Si capiva che era rimasto scosso.
Piumetta lo trascinò con sé in separata sede, ovvero in bagno, da cui si udivano le note da ormai ubriachi degli altri due.
(lei, ridendo) – Sentili, quei deficienti! Speriamo non si lamentino i vicini…
(scandendo lentamente) – Devi capirci, Pa’. Pericolo scampato.
(lei lo fissò sorniona, per sdrammatizzare) – Perché, davvero tu hai temuto che…?
Lui abbassò la cerniera dei suoi jeans
– Devo fare pipì.
Faceva tutto in modo rallentato, come se fosse davvero esausto, o peggio ancora triste ed infelice.
– Che c’è chéri? Cosa ti turba?
(lavandosi le mani)
– Senza di te…
Non ce l’avrei mai fatta.
Lei lo attirò a sé, tenendolo serrato fra le braccia.
Restò avvinghiato e ad occhi chiusi, estatico, mentre le labbra di lei lo colmavano di baci.
Sei la mia pace, Pa’. La mia ossessione. Il suo unico pensiero.
Lui non aveva voglia di parlare, voleva solo coccole e attenzioni.
– Finisco di lavarmi… ma tu mi metti a letto, Pa’?
——-
Qualche minuto dopo, sistemato Cla’ sotto le coperte, fece per sollevarsi
– Tommy sta aiutando Ramon a sistemarsi.
(sorridendo) Dormirà come un sasso…
– Aspetta!
Stai qui con me.
Lei si sedette di nuovo accanto a lui.
Lui le prese una mano fra le sue e gliela sfiorò con le labbra.
– Ci pensi Pa’, io e te come sarebbe stato… noi due soli…
(e chiuse gli occhi)
Ti avrei tradito con Ramon. E anche con Tommy.
E tu non ti saresti arrabbiata.
(riaprendoli) Perché anche tu mi avresti tradito con loro.
E io non mi sarei arrabbiato.
——-
Superato lo choc Tommy aveva ormai perso il sonno. Troppe emozioni quella sera, tutte insieme. Così, alle due di notte, complice il chiarore della luna e un plaid, Piumetta e Tommy – stretti uno all’altra – si attardarono sulla chaise longue in terrazzo, in attesa di incrociar Morfeo.
Lui la riportò col pensiero al loro primo incontro, due anni prima…
(lei, ridendo) – Dio che figura!
– Ma no, dai. È stato piacevole, almeno per me… (e ridacchia sornione)
Dovevi vedere la tua faccia. Sei schizzata via come un gatto…
– Perché, la faccia di Cla’?
Tommy continua a ridere fra sé e sé.
(lei) – Non l’avrei mai detto che ora saremmo stati qua…
Tommy – Io sì.
Io ci speravo…
– Ma va, mi prendi in giro!
Tu volevi solo Cla’…
– Non esserne così sicura…
Lei lo guarda, poco convinta.
– Cla’ non ti ha detto niente…
(pausa)
Il triangolo… Anni fa anch’io c’ho pensato, sai.
Volevo una donna insieme a noi, e lui… apriti cielo!
Non l’avrebbe fatto mai, se al tuo posto non ci fossi stata tu…
(pausa)
Quando lui mi parlò di te la prima volta… Ho capito che eri quella giusta, la donna che da sempre avrei voluto incontrare.
Quella che anche Cla’ poteva amare. Senza riserve, e forse senza gelosie…
Ti aveva scelta lui.
Con lei invece… Fu tutto un grosso errore…
Lui le racconta, fra le tante, qualcosa che ancora Piumetta non sapeva, di quella donna misteriosa più volte richiamata nei discorsi, e mai, fino ad allora, pienamente disvelata.
– Sì. Nadine.
Nadine Boucler.
Tommy si era davvero incaponito, al punto da lasciar intendere a Cla’ che o lei era dentro, con loro, oppure…
Clarence non era affatto del parere, non sopportava neanche di sentirla nominare. Ma quel che è peggio, Tommy aveva fatto i conti senza l’oste…
– Voleva un marito, una bella casa e due gemelli.
Non ero proprio il tipo, anche se… Un figlio, insomma, prima o poi… Forse l’avrei fatto…
(pausa)
Quando capì che ero legato a Cla’ e non volevo rinunciare a lui andò su tutte le furie. “O me o lui”, diceva lei.
“Non vuoi neanche provare?”
“Mi hai preso per una puttana?” mi gridava appresso.
Lei proprio non capiva…
Non mi lasciava scelta. L’ho mollata.
(Piumetta)
– Non mi ha mai detto niente…
– Normale. C’ha sofferto come un cane.
Non sai quanto mi maledico…
– Ma lei che fine ha fatto?
– È rimasta a Parigi a fare l’avvocato.
(pausa)
Ha due gemelli, un matrimonio alle spalle ed un divorzio.
Più una discreta dose di infelicità. A 40 anni.
Silenzio.
– Ma tu…?
Come se lui le avesse letto nel pensiero
– No.
Vorrei solo non aver fatto soffrire Cla’. È stato allora che l’ho perso…
– Perso… Non direi.
– Nulla è più stato come prima.
Anche se, ora che ci sei tu…
Stringendola a sé
Vorrei che questo durasse all’infinito.
(pausa)
Prometti!
——-
A notte inoltrata Tommy e Paoletta si decisero a rientrare, ma una rapida occhiata al lettone li convinse a sistemarsi sul divano.
Cla’ e Ramon, l’uno addossato all’altro, come sempre, occupavano tutto lo spazio in diagonale per via di un gatto. Un gatto che difendeva con le unghie e coi denti i suoi possedimenti.
Così per la prima volta in pre-partenza a Tommy bastò tenerla accanto per capire di essere l’uomo più felice al mondo.
Le settimane sarebbero passate.
Insieme a loro si sentiva finalmente a ‘casa’.
——-
Farina – Ma vedi che ingiustizia! Lui bello, tranquillo e rilassato.
Io fino a mo’ a fare veleno…
Pillola per la pressione e una per le extrasistole…
– Sei proprio scarsa in matematica…
Esiste anche l’esagono.
Cioè potrebbe esistere, se solo tu…
Che hai capito? Non per Mark…
(dall’inviato Farina 00)
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)
quadro di Giovanni Merenda
www.giovannimerenda.it
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