Scoop by SCOP (Novella 2013 – Ubriachi di sesso o di follia?)

 

cla' e le paure


29 dicembre, pomeriggio

 

Tommy sorvolava zone di relativa quiete, mentre a Roma le acque si agitavano. Dormiva a tratti, senza riuscire a distinguere lo stato di veglia dal sonno. E dal sogno… Temeva di svegliarsi e di accorgersi che Piumetta era stata soltanto fantasia. Solo la fede al dito gli confermava la verità, e i sussulti che a tratti lo scuotevano. Allora gli sembrava di essere ancora a casa con lei, sentirla dentro di sé, impressa nella carne e nel sangue.

Quello e altri subbugli agitavano anche altri due uomini, anch’essi in ansia e in attesa…

 

Giunto in serata ad Oslo, Tommy fece precedere il suo arrivo in barca da una chiamata a Larry, il cuoco di bordo. Manifestò il desiderio di un sano piatto di pesce spada al forno, con ciò confermando il suo stato di contentezza. Una cosa che subito Nick decise di contrastare abilmente, deciso com’era a fargliela pagare con gli interessi. Mai Natale era stato così avvilente e devastante in vita sua. Per tacere del suo cuore ferito.

 

Messo piede in barca, Tommy si premurò di salutare tutti, scambiando baci e abbracci con l’equipaggio, senza cercare per prima cosa Nick, come aveva sempre fatto fino atommy in partenza poche settimane prima.

Nick peraltro non si fece trovare sul ponte artatamente. Fu proprio Tommy a scoprire in quali attività fosse impegnato. Sceso in cabina lo trovò avvinghiato a Smiley, un ricercatore col sorriso sempre stampato in faccia – da cui il suo soprannome – ma soprattutto “il” ragazzone per cui più di una volta Tommy aveva litigato col suo uomo.

 

Per nulla infastidito dalla vista, Tommy chiese scusa e si dileguò nella cabina di Larry per farsi una doccia. Era contento che Nick l’avesse presa così bene. Si diceva: un problema in meno.

 

Che fosse una messinscena, o insomma giù di lì (Smiley si prestava volentieri visto che su Nick aveva fatto un pensierino per davvero) apparve chiaro già durante la cena, quando alla reale contentezza di Tommy fecero da contraltare parecchie frecciatine velenose del suo ex, desideroso di ritornare in carica e di riavere, per così dire, il suo posto al sole.

Non fu difficile intuire il motivo di tale contentezza in un uomo dal fascino alquanto ombroso qual era Tommy. L’anello al dito non sfuggì agli sguardi e data la sua collocazione si intuì pure a che genere di evento era legato.

 

“Ce la farai conoscere?” divenne la domanda più frequente durante la serata. E mentre l’equipaggio brindava a bollicine al novello sposo e alla sua bionda mogliettina solo Nick sollevava il calice per stramaledirla, insieme a Clarence e alle dodici generazioni che potevano seguirli.

 

 

Fu durante la notte che si ebbe più chiaro il reale stato delle cose.

Nick si aspettava che Tommy lo avrebbe affrontato su Smiley o che chiedesse il permesso di dormire nella loro cabina. Così quando Nick, sigaretta alle labbra, si ritrovò a tu per tu col suo ex l’ultima cosa che pensava di dover sentire era:

 

– Vado a dormire da Larry, non sopporto più il fumo.

 

 

Ecco, gliel’aveva portato davvero via quella strega, se perfino il buon Barclays aveva messo al bando le bionde.

 

Nick non ci vide più, afferrò il posacenere e glielo scagliò addosso. Solo per un pelo Tommy riuscì a schivarlo, mentre Nick gli si gettava addosso per colpirlo con entrambi i pugni, folle e furibondo come solo un uomo ferito a morte sa essere, un uomo che – ormai era certo – aveva perso tutto. 

Attirato dalle urla concitate in cabina, parte dell’equipaggio si precipitò per tenere separati i due, anche se fu subito chiaro che era solo Nick a dover essere sedato con un calmante, tale era la rabbia e l’adrenalina che aveva accumulato. Tommy venne poi medicato dal medico di bordo.

 

Non una parola lì per lì, ne erano già volate troppe.
Conoscendo i trascorsi fra Tommy e Nick l’altra metà dell’equipaggio non mancò di osservare l’indomani che una simile scena prima o poi c’era da aspettarsela.

 

——-

Finita qua?

Magari. Giornata di fibrillazione generale.
Ma torniamo al punto di partenza.

Il “buongiorno” si era visto già al mattino…

 

——-

body ricamato
Roma, 29 dicembre, ore 16.30

 

Prima che faccia buio Piumetta è di nuovo a casa di Tommy.

Deve recuperare uno dei suoi body ricamati, lasciato inavvertitamente in bagno.

Tutto fila liscio come l’olio.

 

Esce di soppiatto dal portone e si avvia verso il cancello esterno dove è parcheggiata la sua auto.

A un tratto si sente afferrare per la spalla.

 

 

– Dove corri?

 

 

 Una voce suadente le arriva all’orecchio, ma in quel momento la fa rabbrividire.

 

 

Si volta con il cuore in gola

 

– Cla’!

(pausa di grande imbarazzo)

Che ci fai qua?

 

 

– Potrei farti la stessa domanda.

 

 

Lei si affretta a chiarire

– Tommy è partito.

 

 

– Lo so.

(silenzio)

 

Allora?

 

 

– Avevo lasciato una cosa.

 

In quel momento Piumetta si accorge che qualunque spiegazione non sarebbe convincente. L’espressione di Clarence va facendosi scura, come intuendo tutt’a un tratto la verità. Una verità che non gli garba affatto.

Si capisce di colpo dal modo in cui la trascina con sé verso il portone.

 

(sibilando) – Ora tu sali con me.

 

 

A lei viene a mancare ogni parola.

Lui la tiene serrata per un braccio, stringendo, anche troppo.

 

Infilata la chiave nella toppa lui le lancia ancora un’occhiata, sperando di riuscire a ricredersi. Ma un rapido sguardo alla stanza da letto è sufficiente a capire cosa c’è stato solo qualche ora prima.

  

Clarence si guarda intorno, si avvicina al letto sfatto; poi si dirige al cassetto dell’armadio ancora aperto, quel ‘paradiso dei sensi’ che in tempi non lontani aveva tenuto accesi i suoi.

  

L’odio e la rabbia con i quali si scaglia fanno impallidire Piumetta

 

(urlando, concitato) – Eravate d’accordo, non è così?

Tutta una messinscena il matrimonio… E io… (pausa)stilografica

Che stupido!!!

 

 

Si volta, fa saltare per aria col braccio qualcosa che è sul letto; poi, girandosi di nuovo come una furia

– Da quanto tempo siete amanti, Pa’???

 

 

 

Restando immobile, raggelata

– Ti sbagli, non è così!

 

 

(fuori di sé) – Non è cosììì???

Solo questo sai dire???

 

 

(balbettando) – Io ho cercato di…

 

 

– Cosa? Cercato cosa?!

 

 

 

Per la prima volta in vita sua lei si trova in evidente difficoltà, con la testa che le scoppia, nel caos più completo.

Lui ne approfitta e infierisce.

 

– …E non mi dire che l’hai fatto per me, che non ci credo!

 

 

 

(a voce bassa, quasi sussurrando a se stessa) – L’ho fatto per te.

 

 

– …perché tu lo ami, e vuoi darmi il benservito!

 

 

 

Quella frase la squarcia più di un coltello

 

 

(urlando a sua volta) – Nooo, io ti amo!

(disperata) Com’è che non capisci?!

 

 

(fuori di sé) – Tu mi ami e vai a letto con lui?!

 

in fiamme

In un impeto mai visto prima, Cla’ si dirige all’armadio, afferra il cassetto e fa volare tutto il contenuto per la stanza. Qualcosa raggiunge e colpisce anche Paoletta, che non riesce a scansarsi.

 

 

– Vattene Pa’!

 

  

Lei fa per dire qualcosa, avanza di un passo

 

– VATTENEEEE!

 

  

Cla’ scaglia con violenza il cassetto sul materasso, e si accascia accanto seduto.

 

 

Quando lei sta per aprire la porta all’ingresso per andarsene

 

– Dove vai???

 

 

Lei non si volta nemmeno

– Via.

 

 

Lui le blocca il passo, chiudendo la porta con le spalle.

 

 

(lui) – NON È QUELLO CHE VOGLIO!

 

 

 

(affannata) – E che vuoi?

Torturarmi, uccidermi??

 

 Una velatura prende a luccicare nello sguardo di Pa’.

  

tsunami

 

Lui resta lì attonito. Non si capacita di quello che ha sentito.

 

Fissandosi per qualche istante percepiscono la bufera che li sta attraversando. Lui stringe nervosamente qualcosa fra le mani.

  

  

(lui) – Voglio fare l’amore con te.

 

  

Lei abbassa lo sguardo e sospira.

 

 

Lo squillo del cellulare di Cla’ li fa sobbalzare.

Lui risponde in automatico

– Non adesso amore…

 

 

Ramon – Dove sei?

 

 

(ansimante) – Da Tommy.

 

 

– Ma non era partito?

 

 

(laconico) – Sì.

Sto con Paolè.

 

 

 

– Tutto bene Cla’?

 

 

 

Clarence non risponde.

Lei si mette un po’ in disparte.

 

 

L’espressione di Ramon si fa furbetta

– Ho capito, stavate…

(pausa)

Baciala per me, dille che l’amo.

 

 

Questa frase provoca ora a lui uno squarcio in petto.

Cla’ resta col cellulare in mano.

Mentre Piumetta continua a fissarlo, smarrita.

 

  

Come riprendendosi di colpo da un maleficio, qualcosa attraversa improvvisamente lo sguardo di Cla’.

 

Si avvicina ansimante, si inginocchia davanti a lei cingendole i fianchi.

Le porge i polsi, mettendole qualcosa di scuro fra le mani

– Torturami!

 

  

Paoletta prende il bracciale di cuoio che lui le sta porgendo, lo osserva, poi scuote la testa.

 

 

 

(incalzando) – È colpa mia, Pa’, solo mia.

Non sopporto l’idea che tu… e lui…

Devo solo abituarmi…

 

Ora però…

 

 

 

Lui si solleva e l’abbraccia singhiozzando.

Tira fuori tutte le sue lacrime, come un bambino impaurito.

 

 

– Penserai che… sono uno stronzo… lo sono!

Ma tu… ti prego…

Non mi lasciare!pianto

 

 

 

Lei lo lascia sfogarsi, poi gli accarezza i capelli e lo bacia con tutta la dolcezza di cui è capace, allontanandogli le lacrime dagli occhi

 

– Scemo che sei… ma che vai a pensare…

Lasciarti!

 

 

Accosta una guancia al suo torace, tenendosi pressata a lui.

Perché lei quel ragazzo lo amava disperatamente, con tutte le sue forze.

Non avrebbe rinunciato a lui per nulla al mondo.

 

(sussurrando) – Dovevo solo riunirvi…

 

 

 

– Che stai cercando di dirmi?

 

 

 

– Che ti amo chéri. Come non mi è mai accaduto prima…

(retropensiero: “Come forse non accadrà mai più…”)

 

  

Ritemprato da quelle parole, Cla’ la solleva di peso e la trasporta come un neosposo in giro per la casa di Tommy, alla ricerca di un posto dove adagiarla per amarsi.

Visto che il letto è impraticabile, torna sui suoi passi col suo dolce carico e la sistema sul divano; sollevando l’orlo del vestito, si sofferma a osservare i contorni di quel piccolo paradiso nascosto fra i ricami del suo body.

 

I bottoni a pressione sembrano allearsi con lui nel non ostacolarlo.

 

Cla’ avvicina le sue labbra spingendosi morbidamente in quei recessi; non si fa certo pregare davanti alla richiesta di Paoletta di essere lui a torturarla… balsamo per le sue orecchie, desiderose di sentire quanto forte è l’amore e l’alchimia che li tiene soggiogati.

 

– Allora dobbiamo andare di là…

 

 

La solleva di nuovo e giunto davanti al letto la deposita nei pressi dei cuscini.

Lì dietro c’è ancora la benda usata da Tommy.

Mette via il cassetto adagiandolo sul pavimento, e l’aiuta a sfilarsi il vestito.

Lei fa lo stesso con lui finché si ritrovano con la sola biancheria intima addosso.

 

Lui le accosta la benda agli occhi, provvedendo saldamente a stringerla dietro la nuca. Quindi spingendola a mettersi supina, riprende a lavorarla dal punto in cui si era interrotto.

Sentendola godere ed eccitarsi prende a utilizzare le dita capovolgendosi su di lei, l’inguine all’altezza del volto

 

– Anch’io!

 

I loro gemiti si confondono e si mescolano finché entrambi sussultano, giunti al limite della sopportabilità. E nel gemito di piacere che proviene dalle sue labbra lui riesce infine a rilassarsi, a ritrovare il benessere e la quiete, liberandosi dell’angoscia da cui era stato attanagliato.

 

——-

 

Più tardi avrebbero ripreso a fare sesso nel lettone di Tommy, fino ad addormentarsi esausti, ma più che mai ubriachi e felici. piumetta e igor

 

E al risveglio non si capiva più se fosse giorno o notte, passata un’ora o un secolo. Il solo desiderio, restare insieme.

 

 

 

(lei) – Madò è tardissimo!

 

 

 

Alla fine il ritorno alla realtà si era reso necessario.

Clarence indugiava fra i cuscini, cercava in ogni modo di trattenerla a sé, non riusciva a ravvisare un valido motivo per separarsi.

 

 

– Ramon verrà a cercarti se non lo chiami.

E io devo tornare a casa.

 

 

Cla’ fece come al solito la faccia brutta

 

– Casa, sempre casa…

(pausa)

Ma almeno dimmi di ieri sera…

 

  

Lei fece un sorriso malizioso.

– Durante o dopo?

 

 

Lui sorrise, se ben ricordo…

 

 

Cla’ – Ci hai mollato là come due scemi… pardon tre, dovrò abituarmi

(di colpo la sua espressione si fa perplessa e neanche tanto propensa…)

 

Dandosi poi un contegno

– Insomma, cos’era successo?

 

  

– Un semplice strappo muscolare, ma serviva un massaggio.

Mio marito era rimasto bloccato…

(timidamente) – E voi, invece?

   

cla'

(glissando) – Mah, niente…

 

E resta zitto.

 

 

Lei aspetta che lui si sbottoni, ma invano.

 

– Come sarebbe “niente”?

C’avete dato che c’avete dato?

 

Lui scuote la testa.

 

 

 

– Non è possibile!

(pausa)

Dai, non lo dico a nessuno…

 

 

– No, è che non c’è niente da dire…

 

 

 Lei lo guarda come chi pensa “non me la dai a bere”.

 

 

– Giusto qualche bacetto, Pa’… ma del tutto innocente.

 

 

Lei fa una smorfia.

 

– E fra chi, scusa?

 

 

– Fra me e Ramon, fino a che lui ha resistito…

 

 

– Cioè?

 

 

– Tommy ha attaccato a parlare della Norvegia fino alle 3 di notte… a un certo punto Ramon si è addormentato…

 

 

 – E allora tu e Tommy…

(e lo fissa con aria allusiva)

 

ramon

– Ramon stava attaccato a me, non mi ha mollato tutto il tempo…

 

– Pure la notte?

 

 

– Soprattutto…

Sai com’è quello, si abbarbica…

 

  

– Beh, poverino, lo capisco. Te saresti capace di farglielo sott’al naso…

 

 

(schermendosi) – Moi? Figurati!

(pausa) Tommy semmai…

 

Però alla fine anche lui ha capito, lo guardava con tenerezza.

 

  

– E…

 

 

– E siamo stati buoni, niente di niente, solo dormito…

(pausa)

Tu però…

(compiaciuto) gelosetta vedo…

 

 

 – Moi? Figurati…

 

Silenzio.

 

 

 (lei) – Gelosissima!!!

 

 

Ride e gli molla un bacio.

 

  

Cla’ – Ma sì, la dobbiamo smettere di essere così possessivi…pazzi e stupidi

 

 

 – Così stupidi…

 

 

 

Cambiando improvvisamente tono

(Cla’) – Tu solo con me, CHIARO?

 

——-

Casa di Piumetta, ore 20

 

Paoletta arriva a casa trafelata con la busta della spesa.

Messo piede in casa una voce alle spalle le fa prendere un colpo.

 

 

– DOVE SEI STATA?

 

 

(voltandosi) – Scusa, ho fatto tardi, c’era traffico.

 

 

Si dirige al tavolo per posare la busta.

 

 

Lui si allontana un attimo, poi torna con un mazzo di rose bianche e glielo sbatte addosso

 

rose iceberg– È arrivato questo.

 

 

Lei diventa di colpo rossa in volto, lo fissa confusa.

Una dozzina di rose iceberg, i suoi fiori…

Sì, ma di chi?

 

 

(lei) – Non c’è un biglietto…

 

Resta a fissare suo marito.

 

(sorridendo) – Ma sì, era una finta… sei stato tu!

 

 

 

Il tono con cui lui le risponde è lapidario

 

– Mi dispiace deluderti, ma non è mio.

 

  

Segue una pausa di silenzio imbarazzante.

 

 

 – Allora sarà qualcuno che ha sbagliato.

Chiama il fioraio.

 

 

– Non c’è bisogno.
Il fattorino ha detto che doveva consegnarlo alla Signora.farel bionda

 

 

(lei pensa: “Non ha detto a me, però…”)

Ma resta lì, senza parole.

 

 

 

(lui) – Dobbiamo parlare, Pa’.

 

 

——-

 

Farina: “Cosa lui abbia detto è difficile dire. Lei era immersa in un altro pensiero… ricordare a memoria quello che un giorno aveva stilato sull’Amore, sul senso pieno dell’esistere

 

Lui non poteva certo immaginare la fiaba che ne era scaturita.

L’Amore al tempo di Piumetta”.

 

(dall’inviato Farina 00)

 

(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)      

 

gialli merenda

 

ai lati, quadri di Giovanni Merenda verdi merenda
www.giovannimerenda.it

 

 

 

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