Recentemente la Repubblica ha pubblicato un sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani. Il sondaggio da il 28,5% al PdL, il 12,5 alla Lega, il 7 all’UDC, il 5,5 ai finiani, il 5 all’IDV, il 26 al PD, il 4,5 alla sinistra di Vendola, il 2,5 al movimento 5 stelle.
Naturalmente un sondaggio resta solo un sondaggio e poi bisogna mettere in conto che, se si andrà alle elezioni, avremo il Nano in televisione un giorno sì e l’altro pure. Comunque qualche dato da questo sondaggio emerge.
Il primo, scontato, è che gli italiani preferiscono il centro-destra.
Sommate i voti di Berlusconi, di Bossi, di Casini e di Fini e avrete il 53%. E tutto questo volendo considerare di sinistra il partito di Di Pietro. Non parliamo poi dei seguaci di Grillo che sicuramente non rientrano negli schieramenti.
Andando a votare con l’attuale legge elettorale, che, oltre a negare le preferenze, assegna il premio di maggioranza alla coalizione vincente, risalta subito il 41% della Lega insieme al PdL.
L’ideale sarebbe avere un governo di transizione che riformi la legge elettorale abolendo o ponendo dei limiti al premio di maggioranza, oltre che ripristinare le preferenze, e poi andare a votare.
Ripristinare le preferenze è un dovere verso la libertà di espressione del popolo italiano, anche se non so quanto convenga alla sinistra. Magari gli italiani potrebbero alfine stufarsi di votare per i nani e soprattutto le ballerine che il Berlusca mette regolarmente ai primi posti nelle sue liste.
Io al governo di transizione non ci credo, così come non credo a Babbo Natale.
Per poterlo fare dovrebbe autorizzarlo il capo dello Stato, si dovrebbero trovare i voti al senato che al momento non ci sono, si dovrebbero mettere d’accordo tutti i partiti che sono contro il governo e, soprattutto, ci si dovrebbe mettere d’accordo sulla nuova legge elettorale, visto che ci sono ancora più proposte di quelli che sono gli schieramenti che vorrebbero riformarla.
Oltretutto contro questa ipotesi d’accordo si levano continuamente voci dalla sinistra. Per la serie Continuiamo a farci del male.
Perché una notevole parte della nostra sinistra, che giustamente insieme ai finiani rimprovera al governo di non avere il senso dello Stato, non si è ancora accorta che lo Stato Italiano come si intendeva prima e come si dovrebbe intendere sempre, se fossimo una nazione civile, da tempo non esiste più.
Non esiste da quando è sceso in politica Berlusconi. Naturalmente tutto questo non è avvenuto da un giorno all’altro, svegliandoci una mattina (o come avveniva a Giorgio Gaber, che continuiamo a citare, il quale uscendo dal cinema non ritrovava prima la casa, poi la mamma e infine l’Italia).
No, tutto questo è avvenuto lentamente, in modo che fosse più difficile accorgersene, ma è avvenuto.
Ma come, lo Stato Italiano non c’è più? Un momento fa era lì… potrei giurarci… ma chi può esserselo preso… oppure l’hanno spostato e non si trova più… avete guardato nel bagno? C’è un disordine in questa cazzo di nazione…
Nonostante questo problemino, diamo per scontato che forse Babbo Natale non esiste e il governo per rifare la legge elettorale sicuramente non esisterà.
Allora si va alle elezioni con questa legge elettorale, magari prendendoci un po’ di tempo, e parecchio se lo sono già preso fissando la fiducia al 14 dicembre, per dar modo a Bossi di portarsi a casa il suo federalismo, se no ai suoi elettori che gli racconta?
Elezioni che hanno per i motivi esposti prima una assoluta priorità, spostare Berlusconi dalle stanze del governo alle aule dei tribunali. Se Berlusconi rivince tanto vale farlo Re, Presidente della Repubblica, Papa, Imperatore e Presidente dell’Automobile Club.
Però una cosa sono i desideri e un’altra le cifre. Resta quel 41% di Lega e PdL. Quindi gli altri dovrebbero mettersi tutti insieme, nessuno escluso.
E qua le grida Insieme a quelli mai! aumentano perché si aggiungono pure da destra e arrivano pure i Non si può riportare tutto all’antiberlusconismo!
Certo che si può invece! Estirpiamo prima il cancro, per gli interventi di plastica ricostruttivi ci sarà tempo.
Serve un nuovo governo eletto, che riformi la legge elettorale, si occupi del conflitto di interessi e prenda decisioni condivise per il rilancio della nostra economia.
Poi, prima di cominciare a dilaniarsi perché le forze sono troppo eterogenee, si ritorni alle urne per una campagna elettorale normale, quindi senza Silvio Berlusconi, che faccia decidere al paese se scegliere una destra, una sinistra o un centro per governarlo, ma che siano una destra, una sinistra o un centro normali.
P.S. Masturbatio grillorum è una espressione del compianto Gianni Brera e si riferisce a quelli che si occupano e discutono su problemi secondari invece di occuparsi del problema principale.
Non credo che sia il caso che ve la traduca letteralmente.
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Si ringrazia per l’editing Benedetta Volontè
- Alfabeto minimo n.61 - 2 Gennaio 2017
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- Alfabeto minimo n.59 - 31 Ottobre 2016
Il 14 dicembre è alle porte non ci resta che urlare: Qui si fa l’Italia o si muore!! Incrociamo le dita…
Cara Maestra Carla, a questo punto il problema non sono solo gli italiani intesi come l’intera popolazione. Io penso che tutte queste proposte se fossero proposte in blocco al popolo con un referendum sarebbero senz’altro gradite alla maggioranza che di questa nostra situazione non ne può più. Ma a questo punto, ahimé, il problema sono le forze politiche che dovrebbero mettersi insieme per provare a realizzare quanto è giusto in questo momento.
Giovanni Merenda
La penso esattamente così.
Ma la domanda è: gli italiani sono abbastanza maturi da comprendere che questo cammino (governo eletto per la legge elettorale, conflitto di interessi ed altre amenità e pi nuovamente elezioni senza il nano) è non solo necessario, ma indispensabile?
Ce la faranno gli italiani a fare le cose con calma e serietà?
E dall’altra parte ce la faranno a capire che la fine di berlusconi non è necessariamente la fine del berlusconismo?