Storia tanto bella quanto malinconica.
Il soggetto del film è tratto dal best-seller L’eleganza del riccio (2006) di Muriel Barbery, libro che ho letto con piacere.
La protagonista è la piccola Palome, bambina sveglia e acuta, che con impressionante lucidità ha deciso e pianificato il giorno del suo suicidio, che avverrà per il suo tredicesimo compleanno.
Palome si rifiuta di passare la sua vita come un pesce rosso in una boccia di vetro. Nata in una famiglia che definisce ‘borghese’ (padre politico, madre esaurita, sorella snob), vive in una palazzina altrettanto borghese fatta di apparenze e superficialità, in un quartiere bene di Parigi. Tutti aspetti questi che la ragazzina, pur così giovane, non sopporta. Palome è una bambina che spiazza e spaventa gli adulti con la sua estrema intelligenza, con osservazioni puntuali e pungenti per la sua età.
Ma protagonista di questa singolare storia è anche la portinaia dello stabile signorile in cui vive Palome, la signora Renée. Una donna dall’aspetto sciatto, grassa, brutta, che al mattino si sveglia con l’alito di un mammut (così si definisce lei). Insomma il classico stereotipo della portinaia sciocca e ignorante che passa il tempo davanti alla tv.
Sarà per prima Palome a intuire che dietro la scorza apparentemente ruvida di Renée si nasconde una persona molto diversa, raffinata e colta.
Un giorno si trasferisce nello stabile un distinto signore giapponese, Ozu.
Ozu è una persona diversa da tutti gli inquilini, un po’ snob, di quella palazzina; un uomo dalla spiccata intelligenza e saggezza che subito lega con la piccola Palome e pian piano instaura un rapporto particolare con Renée facendola uscire – anche grazie all’aiuto di Palome stessa – da quel guscio protetto che si è magistralmente costruita attorno nel tempo.
Sia Palome sia Renée si apriranno all’acuta sensibilità di Ozu, scoprendo che forse il mondo non è così scoraggiante e scontato.
Il film si conclude amaramente ma anche con una luce di speranza.
Un film malinconico ma che vale la pena sicuramente vedere; se poi, come me, avete letto il libro, non potete mancare all’appuntamento!
Spesso i film tratti da libri deludono il lettore-spettatore. Nel caso de Il riccio posso affermare che le attese non vengono tradite. I personaggi principali, che abbiamo imparato ad amare nel romanzo, sono ben delineati, appaiono così come li avevo immaginati leggendo.
Anche la sceneggiatura è rispettosa della trama originaria.
In ogni caso c’è sempre da considerare che si tratta di un film che condensa in circa due ore un intero romanzo; alcuni particolari e/o personaggi per forza di cose passano in secondo piano, se non del tutto inosservati, ma senza che la storia nel complesso ne risenta.
L’unica pecca è forse nel titolo, era meglio conservare quello del romanzo senza comprimerlo come è stato fatto. Eleganza conferisce un significato diverso, più incisivo e preciso della vicenda: dietro al titolo originale, in fondo, si cela il senso di questa storia delicata e commovente.
L’eleganza del riccio (Muriel Barbery)
Collana: Dal Mondo
ISBN: 978-887641-796-2
Data pubblicazione: ottobre 2006
Il riccio (Le hérisson)
Regia: Mona Achache
Sceneggiatura: Mona Achache
Attori: Josiane Balasko, Garance Le Guillermic, Togo Igawa, Anne Brochet, Ariane Ascaride, Wladimir Yordanoff, Sarah Le Picard, Jean-Luc Porraz, Gisèle Casadesus,
Mona Heftre, Samuel Achache, Valerie Karsenti, Stéphan Wojtowicz
Montaggio: Julia Gregory
Musiche: Gabriel Yared
Produzione: Les Films des Tournelles, Pathé, France 2
Distribuzione: Eagle Pictures
Paese: Francia 2009
Uscita Cinema: 05/01/2010
Genere: Drammatico
Durata: 100 Min
Formato: Colore 2.35 : 1
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