di Domenico Letizia
Il 4 agosto 2011 è l’anniversario della crudele morte di Francesco Mastrogiovanni, “il maestro più alto del mondo” così ricordato dai suoi alunni.
La vicenda è aberrante, una storia dai contorni spettrali ove il colpevole è identificabile nelle istituzioni e nella psichiatria. Il 4 agosto 2009, Mastrogiovanni viene portato al reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, dove gli viene effettuato un TSO (trattamento sanitario obbligatorio), e dopo alcuni giorni di agonia, Francesco muore. Mi sono occupato della vicenda da subito, grazie alle notizie che pubblicava il giornalista Angelo Pagliaro. La stampa nazionale all’inizio ha trascurato il caso, unica eccezione è stato Il Mattino che ha dato spazio e risalto immediatamente a questo omicidio di Stato.
Il 4 Agosto 2011 decido, in accordo con il Comitato verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni, di recarmi a Vallo della Lucania in occasione della presentazione del volume di Luigi Manconi e Valentina Calderone “Quando hanno aperto la cella” perché questa presentazione sarà anche luogo di confronto e di dibattito sulla vicenda Mastrogiovanni e le politiche attuali riguardo gli OPG e il TSO. Il giorno prima sento telefonicamente la parlamentare Rita Bernardini che mi conferma la sua presenza all’iniziativa, la deputata radicale è l’unica che ha presentato tre interrogazioni ricevendo fumo come risposta.
A fine di quest’anno vi sarà una nuova sezione del processo e nostro scopo, di tutto il Comitato, è quello di tenere alta l’attenzione in modo da non permettere alla magistratura di presentare colpi di scena, informando la cittadinanza sia locale che nazionale su cosa è accaduto precisamente quel 4 Agosto 2009. Sono due anni che il Comitato prosegue vertenze e cerca di diffondere, anche grazie al video delle telecamere di sicurezza dell’Ospedale di Vallo della Lucania, che cosa è accaduto precisamente quel giorno e quali sono le responsabilità precise di tutti e diciotto gli indagati.
A Caserta con l’Associazione Radicale “Legalità e Trasparenza” abbiamo deciso di seguire da subito il caso, partecipando alle conferenze e ospitando il Comitato a Caserta per illustrare e far conoscere anche alla cittadinanza casertana quello che è accaduto a Vallo della Lucania e facendo conoscere le politiche attuali riguardo l’uso dei trattamenti sanitari obbligatori. Subito entrando in contatto con i familiari di Franco, tra cui il cognato Vincenzo Serra e la nipote Grazia Serra risalta alla vista una voglia non di vendetta, ma una consapevolezza desolante e difficile da accettare di essere stati sbeffeggiati perché molti in quei terribili giorni non hanno detto la verità e ciò che i parenti chiedono è semplicemente un po’ di giustizia, appunto, verità e giustizia per Franco. Come Luigi Manconi ha detto il 4 agosto in occasione della presentazione del suo volume, in questo caso il video dovrebbe essere schiacciante e far riflettere sulle torture commesse in quel reparto.
In attesa del processo che si terrà a fine anno, in accordo con l’Associazione Radicale Legalità e Trasparenza di Caserta le tessere 2012 dell’associazione saranno dedicate con tanto di stampa a Francesco Mastrogiovanni e al suo ricordo, un piccolo gesto simbolico che sta a significare e ad avvertire che l’attenzione al caso almeno da parte nostra non calerà e non cederà.
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