DOPPIO TEATRO
presenta
in collaborazione con Patas Arriba Teatro
JANSI LA JANIS SBAGLIATA
Doppio Teatro Via Tunisi, 16 – Roma
Prima: 22 Novembre 2014 ore 21.00
Unica Replica:
23 Novembre 2014
ore 18.00
SINOSSI
Un viaggio nelle interiora di Janis Joplin, un’incursione viscerale e fulminea nella sua breve vita e nelle sue intensissime canzoni. Dalla Joplin pubblica e privata un altro inquieto “io” nasce dal buio costruendosi nei suoi stessi ricordi, è Jansi, la Janis sbagliata.
Jansi sorge dalla terra scura, non possiede null’altro che memorie del suo passato, tira fuori da un water fuxia feticci delle sue bizzarre reminescenze, recupera l’inutile dal dimenticatoio, ritrova un boa di piume, si attacca a una bottiglia di Southern Comfort. Jansi si accende in una lampadina, gioca con la sua luce, con la sua voce. Traccia cerchi di fuoco, Jansi si perde e si ritrova nelle sue droghe, sapiente sciamana le impasta con la terra, si dipinge il corpo, si scioglie nel rito. Jansi, quella sbagliata, che almeno una volta siamo stati tutti, ti prende e ti stende, lurida, fragile, disperata, rabbiosa, sola, oscenamente bella.
L’AUTORE
Nella foto dopo 5 bicchieri di Scazzuso chiede al pubblico: qualcuno sa dove abito?
Soprannominato il genio del Quadraro, ha precedenti illustri: lo Zico delle piramidi, lo Shakespeare di Casarano Scalo, l’Henry di Valmontone, il Maradona del Bosforo di Sotto e il van Basten degli igloo, il Picasso della Patagonia. Combatte una lotta senza quartiere contro la letteratura. A discapito del buon senso ha pubblicato 4 libri, un romanzo: ‘La palude e la balera’; due monologhi teatrali: ‘Jansi la Janis sbagliata’; ‘Il pasto degli schiavi’; un poema: ‘La fenice cieca’. Ha scritto e visto in scena grazie ad agganci che è facile abbindolare: Jansi la Janis sbagliata, Donvù (prima nazionale a gennaio 2014), Il pasto degli schiavi, Verrà la morte e non avrà occhi, Sotto sti fiori di Monte Calvario, L’attrice è tutta crosta, Icore, Jazz Macht Frei scritto con Vittorio Pavoncello, Tante grazie a San Precario. Quando lo chiamano collabora con la Performazione di Antonio Bilo Canella. Ha partecipato agli happening di Spamart. È direttore editoriale della collana teatrale ‘Scenamuta’. È blogger per ‘Congetture su Jakob’. È stato ospite imbucato di Trieste Riparte, Gabriella è viva e altri Festival. Si è visto incluso in 7 o 8 Miscellanee. Ha contribuito al fallimento di ideologie politiche e vari giornali dai quali percepiva persino del denaro: Il Manifesto, La Rinascita della Sinistra, Reti Solidali. È nato a Roma nel 19gehiguhe. Ha scritto un capolavoro: questa nota biografica. Patas Arriba Teatro è quello che ha sempre cercato. I suoi libri sono pubblicati da: www.progettocultura.it
IL REGISTA
Scende in questo mondo trentaquattro anni fa. Scrive il suo primo soggetto per un romanzo a sette anni. Continua così fino ad oggi, con oltre cinquanta soggetti per romanzi. Suona pure. Il flauto (aulos 104), la pianola, la marimba e la tamorra.
Canta e scrive canzoni per adolescenti. Fa parte di una boyband col nome tedesco e si esibisce schivando oggetti e animali morti. Poi gli viene in mente che vuole fare il teatro allora va all’università. Il teatro purtroppo non è lì, allora se lo cerca da solo. Lo trova la sera insieme agli amici. Il teatro però schifa Simone e scappa via. Ancora oggi Simone rincorre e il teatro fugge. A venticinque anni Simone risorge. Fisicamente Simone Fraschetti è piuttosto piacente, direi belloccio. Emana fascino discreto e perverso che attira e inquieta. In questo periodo ha barba e capelli lunghi, non come la foto dove ha il pizzo. Colleziona fiori secchi e figure barbine. Nel 2011 vince un premio per il teatro. Nel 2013 rapisce una donna che poi lo picchia e lo sposa. Nel 2014 mette in rete il suo sito e torna in Oriente. Chiunque volesse contattarlo potrà mandargli un regalo.
L’INTERPRETE
Io ho anche provato a fare la brava ragazza, la buona pubblicità, non sia mai qualcuno la leggesse. La pubblicità è importante. Siamo (sono, IO sono) figli degli anni ’80 mica delle stelle… Frammenti, qua e là… di stelle intendo, che negli anni ’80 c’erano le antenne e supertelegattone… Mi son laureata, diplomata, specializzata… Poi qualche mese fa ritrovo un diario del ’92. Scrissi: “Un lavoratore una lavoratrice io voglio fare l’attrice“. L’universo ascolta. Per questo bisogna formularle bene le richieste. Son due anni che chiedo di diventare ricca col mio lavoro (o al massimo con un “Gratta e vinci”)… Tiè, ti ho fregato, mica diventare ricca “a prescindere”, che poi magari l’universo mi propone un lavoro che non mi piace e i soldi me li schiaffo in faccia per l’infelicità… no… io sono furba! Ecco, ora chiedo: “Ah Unive’, intendevo economicamente ricca, che di grassi saturi e insaturi sulle cosce ne ho già abbastanza!!!”. Per questo bisogna formularle bene le richieste. L’ho detto! Si scherza… tutto fa brodo. Anche le galline. Vecchie. Vecchia. (Mi chiameranno vecchia?)
Insomma, cresciuta a pane, favole, Hendrix e ovetto sbattuto ora ho realizzato i miei sogni di bambina. Sono pronta. Che mi spetta? Ah, avessi le mezze misure magari vi avrei anche detto che davvero faccio l’attrice, davvero ho un’Accademia alle spalle e esperienze varie al petto. Vabbè, vi lascio la mia mail? O vi lascio e basta? Non mi lasciate… È un po’ una caduta di stile citare Renato Zero per chi interpreta la Joplin (Jansi Joplin, mi sembra ovvio, no?)? Vabbè voi NON DIMENTICATEMI comunque eh?
Testo: Adriano Marenco
con squarci di Alessandra Caputo
Con: Valentina Conti
Regia: Simone Fraschetti
Foto di scena: Pamela Adinolfi
Nomination Miglior Attrice al Roma Fringe Festival 2014
Spettacolo vincitore (Categoria Monologhi/Performance) Festival Inventaria 2014 Roma
Info, Prenotazioni e Accrediti
Ufficio Stampa Doppio Teatro
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