– racconto di Mauro Cristofani –
Carissimo, partendo dal dato meramente sensibile richiestomi, sono alta e snella, ho un viso che alcuni giudicano singolare e i miei capelli sono mediamente lunghi. Per proseguire il nostro dialogo in differita sento di dover dissentire dalla tua attitudine crocieristica: verso certi attracchi si giunge per necessità piuttosto che per volontà. Cercare di raggiungerli in maniera premeditata è più rischioso ch’essere in balìa di correnti in mare aperto. All’approdo agognato giungerà prima o poi qualcuno dei tuoi io privo di tutti quei bagagli inutili che via via nell’ottica dell’essenzialità avrai abbandonato dopo esperienze poco fruttuose (secondo una versione limitatamente umana). C’è una fase, quella dell’esperienza, in cui risulta necessario accumulare discendendo nei meandri della vita, ma in una successiva si ascende ad una condizione non uguale, bensì parallela a quella di partenza. Priva d’orpelli, ma coscientemente e consapevolmente.
Asservire la tua conoscenza affinché dalla subìta solitudine tu possa far subentrare la solitarietà. Siamo due navi, importante sarebbe individuare lo stesso faro.
Abbandonando questa simil-metafora, ti sarei grata se tu volessi quantificare in maniera inequivocabile il tuo essere negli anta.
C’è un’altra specificità che sembra legarci. Non ti fornisco le motivazioni, ma mi definisco (perché lo sono stata in maniera direi quasi scientifica) accogliente. È raro imbattersi in un altro qualcuno che si definisca così. Ne prendo atto, ma non immagino nulla.
Qualora ti andasse, attendo tue notizie.
Eccomi a te, mia simpatica concettosa. A volte il Destino sparge preziosi indizi, perfino sotto forma di numeri (180, 72…) che sono più decisivi d’ogni altra voce o richiamo. Nel nostro caso, due cifre quasi magiche ci legheranno, se non per l’eternità almeno nell’immaginazione. In quanto al solo lume delle parole, è solo una fiaccola che si può spegnere a nostro piacimento, trasformandola in braciere ardente. Scherzo, ma non troppo. Mi piace pensare d’avere tra le mani, ben stretto, il timone della vita e poter virare, all’improvviso, verso l’approdo desiderato. Sì lo ammetto, l’immaginazione mi domina, e non è solo deriva professionale: io, all’immaginazione, soggiaccio volentieri: è il solo caso in cui amo essere posseduto.
I tuoi capelli biondo cenere sono lunghi? Amo le donne coi capelli lunghi color biondo cenere. In quanto a me, oltre ad essere accogliente e protettivo, ho accumulato un bagaglio immenso di cose da donare, ma troppo spesso le mie mani restano colme di non dato. Che cosa tremenda sentire tanto amore e non sapere a chi donarlo!
Quantificare gli anta? Per il momento culliamoci entrambi su trini astratti di vaghezza, sbrigliamo l’immaginazione. Sono anch’io alto e snello, i capelli ce l’ho ancora ma non sono biondi.
Oggi la solitudine non è quella di sempre, guardo speranzoso il lume d’un faro in lontananza.
Mio incorreggibile amico, mi proponi uno scambio al solo chiaror delle parole. Oserei dire un percorso scarsamente illuminato sul piano materico, risiedendo l’essenza nell’assenza di luce.
Certo il titolo del mio annuncio è in parte rivelatore e suggerirebbe una certa urgenza nella ricerca e nel trovare. Confesso tuttavia che era semplicemente finalizzato a scoraggiare quanti volessero contattarmi per fugaci istanti. La lentezza m’appartiene, imposta dalla mia natura, asservita al mio percorso.
Il desiderio certo sarebbe una condivisione (necessaria la monogamia), ma la reciprocità non è autodipendente, preferendo di conseguenza percorrere solitaria, noncurante dei rapporti riempitivo, il sentiero che conduce alla solidità dell’Io sono.
Vorrei corrispondere con un uomo maturo e consapevole di sé, protettivo e romantico, ai miei occhi fisicamente gradevole. Ma per ora sarebbe sufficiente un graduale scambio che possa rappresentare nutrimento per entrambi.
A presto.
Simpaticissima, la tua mail è una piacevole sorpresa! Anche se non ricordo bene il tuo annuncio, l’oggetto è assai rilevante… e rivelatore!
Ma sì, sveliamoci un po’. Mi dicono un bel tipo, ho un passato e una vita attualmente interessante. Cercavo una ragazza romantica e intelligente, e in te l’ho trovata!
Scambiarci idee ed esperienze, conoscerci così piano piano evitando il solito errore di bruciare tutto e subito, lasciando spazio alla fantasia e all’immaginazione.
Parlami ancora dei tuoi sogni e desideri e fallo presto, perché oramai sono impaziente di leggerti.
Ciao, rispondo con eccessivo ma involontario ritardo. Non connettersi per più d’un mese sembrerebbe inconcepibile nel XXI secolo. Mi spiace essere risultata poco cortese, non era nelle mie intenzioni. Qualora ti andasse, potremmo avviare una seppur rudimentale forma di conoscenza, ma se preferisci continuare con uno scambio epistolare mi auguro che tu voglia fornirmi ulteriori informazioni che ti riguardano.
Insomma non solo nozioni, ma sostanza. Può chi segue il Sentiero che conduce al macrocosmo esser rapito da ogni canzonetta lusinghiera, o influenzato dai modi lunari colui che con volitiva naturalezza (apparente ossimoro) non subisce il fascino della carne? Può temere le vertigini colui che non teme la morte, e non per sprezzante fierezza ma per comprensione della stessa?
È una visione duale, tanto cara al nostro modus vivendi. Sofferenza-piacere, carne-spirito, sangue-etere… Bisogna cogliere la tripartizione ed attraverso il Filtro uni-verso ricomprendere il creato.
Non disprezzo le notti di plenilunio e le vette dell’Everest o del K2, ma qualora dovessi condividerle non sarà solo per Spirito o solo per Carne, ma per entrambe, e con un’aggiunta.
Ciao, se ti va puoi chiamarmi Mr Sette. Sette non è soltanto un numero per me, ma tutto un destino. Ma t’annoierei a dovertelo spiegare, se c’incontreremo lo farò a voce.
Dopo averlo atteso tanto, ho visto finalmente il raggio verde poco tempo fa in un tramonto rosso fuoco. Che sia un segno d’imminente fortuna, magari amorosa? Io sono qui in attesa, credo compiendo tutti i passi necessari.
Ma dimmi, gentil fanciulla, cosa rende tanto circospetto il tuo fare? Ironìa a parte, io credo che qualcuno t’ha ferito. Oppure ha tentato di ferirti e a malapena hai schivato l’offesa, e so bene quanto talvolta un graffio, dato nel punto per noi più vulnerabile, può far più male d’una pugnalata.
O sei di quelle arroccate, per abitudine e paure, dietro i merli d’un castello (ahimè di marzapane) per sentirti inarrivabile? E se un menestrello, laggiù a valle, cantasse una canzone più orecchiabile delle altre, in mancanza della treccia favolistica tu cosa gli getteresti? Ma certi menestrelli (io sono tra quelli) non primeggiano in perseveranza ma vanno a cantare castello per castello…
Bella madonna dai capelli biondo cenere, davvero non scendi mai dabbasso? Neanche quando la sfacciata luna piena che fa tremare il cuore e i polsi chiama imperiosa alla vita?
E come la metti coi rapimenti del tuo cuore? E come rispondi alla sensualità sgualdrina delle notti calde d’agosto, quando la luna t’acceca e senti un rimescolìo nelle tue vene?
Non temere le vertigini se t’affacci dalla cima della torre, la tua anima è immortale ma anche tu, cara mia, sei di carne e di sangue.
Lo scambio fra l’improbabile e l’assurdo delle nostre email, di cui ho riportato alcuni stralci, termina qui. Non so più niente della donna dai capelli biondo cenere.
In quanto a me, son pieno di dolori cervicali a forza di rimirar le torri troppo alte. Però non posso fare a meno di immaginare in lontananza l’isola dell’Utopia, la sola incantatrice che m’aiuta a vivere.
Si ringrazia Micaela Lazzari per l’editing
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