di Margherita Merone
Carissimo Gesù,
attendo la tua nascita, nel frattempo ti scrivo qualche riflessione. Le cose da dirti sono tante, sarò costretta a fare una scelta, a dare la priorità a quelle non dettate da un interesse egoistico o dall’utile ma che riguardano l’interesse comune. Esco la mattina, mi guardo intorno, non sono una monade, vedo che non sono sola, c’è tanta gente. Eppure ho l’impressione di essere sola. Siamo tanti ma noto che pochi si salutano pur conoscendosi, il dialogo è ridotto al minimo indispensabile, c’è chi litiga, chi non si parla, non vedo quasi più nessuno che si tiene per mano, pochi si abbracciano e si baciano, qualcuno sorride ancora. Tutti i giorni, affronto la giornata come fosse una battaglia, devo essere forte e coraggiosa perché l’altruismo sembra essere caduto nell’oblio. Sia di giorno che di notte, la luce è poca ma il problema da risolvere ha a che fare solo con la percezione esterna? È un problema che riguarda l’umano e forse la soluzione è diversa, riguarda l’interiorità, allora pensaci Tu. Di persone ne conosco tante, più conoscenti che amici ma non è questo il punto. Ascolto molto, tutti, sono curiosa, per la strada, al lavoro, all’università, in chiesa, in palestra, per negozi, in ogni luogo senza preferenza. Parlano, ma mi rendo conto dal loro sguardo che a volte non sanno neanche quello che dicono, sono confusi, persi, instabili, come se gli mancasse la terra sotto i piedi. Io non sono migliore degli altri, sono nella stessa scialuppa. Quanti si fanno domande di senso? “Stiamo cercando la verità?”, “Si ricerca ancora l’essenza?”. Non è facile, a fatica si segue l’esistenza. Diciamo di vivere, è un fondamento indubitabile ma a volte si sopravvive, si ignora la sublimità del dono della vita, le si toglie la dignità che le compete.
Caro Gesù, che cosa dire dei valori? I miei genitori mi hanno insegnato il rispetto per se stessi e per gli altri, come base sulla quale costruire poi tutto il resto, invece quello che sperimento di frequente è la mancanza di rispetto, l’indifferenza, ognuno pensa per sé, tanti vogliono le cose degli altri… quella è l’invidia, il contrario della carità. Si sta perdendo la comunione e la comunicazione, si ascoltano gli oggetti non le persone. Senza dialogo, si può costruire qualcosa tutti insieme, come ad esempio, la pace? Canta Vasco Rossi: “come vorrei che fosse possibile cambiare il mondo che c’è…”, anch’io vorrei che fosse diverso, che fosse sempre giorno, la luce non dovrebbe mancare mai.
Amatissimo Gesù, non pensare che veda la vita con occhi negativi, sono realista e certamente mi è difficile vederla con i tuoi occhi ma non perdo il sentiero, proseguo il cammino decisa, e nonostante le difficoltà vedo tutto nella luce, tra i colori, soprattutto il rosso, il mio preferito, lo sai. Vieni tra noi, io so che non ci togli nulla, che porti a compimento il buono che c’è in noi, che realizzi le nostre aspirazioni, che riveli l’uomo a se stesso e gli rendi chiara la vocazione. Ci apri nuovi orizzonti, ci mostri la strada, ci doni la grazia, esalti la nostra libertà. E prima di tutte queste cose, ci fai conoscere Dio Padre: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14,9). Ci doni la piena salvezza: “In nessun altro c’è la salvezza; non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati” (At 4,12). Sei il solo, unico mediatore tra Dio e gli uomini, sei vero Dio e vero uomo: “Uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Gesù Cristo, che ha dato se stesso in riscatto per tutti” (1Tm 2,5-6). Sei il Figlio di Dio: “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30). Il tuo messaggio non è fatto solo di grandi parole, parole di vita, a cui dare l’assenso ma va oltre, è performativo, richiede l’agire, un agire che non trascura neanche un giorno, è legato all’esistenza ed io provo a metterlo in pratica e quando mi impegno al massimo, faccio un buon lavoro. Si legge nell’enciclica Redemptoris missio di San Giovanni Paolo II, che con la tua luce, l’umanità può “trovare in una pienezza insospettabile, tutto ciò che essa cerca su Dio, sull’uomo e sul suo destino, sulla vita e sulla morte, sulla verità”.
Tu solo puoi spiegarmi la mia esistenza, vorrei le risposte alle mie solite domande ma non è pretesa. Gesù non voglio metterti fretta, so bene che sulla terra non avrai una vita facile ma io ti aspetto, piena di amore, impercettibile in confronto al tuo ma vero e sincero. Sei venuto nel mondo perché: “tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Caro Gesù, il tuo amore mi emoziona, mi disarma, mi mancano le parole, sono sul punto di piangere, devo porre fine alla lettera.
Benvenuto Gesù, pensaci Tu.
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