di Lorenzo Martinelli
Una banale lite tra due anziani in una casa di riposo si sovrappone e interseca a intricate vicende di pizzo e malavita, su cui indaga il maresciallo Lucarelli, bergamasco di nascita ma palermitano per scelta, di vita e di cuore. L’indagine si muove in una Palermo omertosa ma tutt’altro che silenziosa, descritta con schiettezza da De Luca, palermitano alla sua prima, riuscita, prova letteraria. Ne viene fuori un’immagine sincera di una città contraddittoria, bellissima ma affetta da un morbo difficile da estirpare: perché se c’è chi non parla per paura, c’è chi invece non parla perché quel sistema malavitoso lo accetta, o addirittura lo difende. Non a caso il romanzo si apre con una dichiarazione d’amore, ma allo stesso tempo critica, di Palermo. Nel giro malavitoso su cui indaga Lucarelli è coinvolto il figlio dell’anziano che ha aggredito il compare alla casa di riposo e nel cui passato grava l’ombra del sospetto di omicidio. Tale padre tale figlio verrebbe da pensare o, come direbbe l’acrobatico barista Franchino che parla a suon di proverbi, il frutto non casca mai lontano dall’albero. E così, ma in positivo, vale anche per il figlio di Lucarelli, un bambino che, alle prese col bulletto della scuola che per essere eletto capoclasse fa succulenti promesse di non lontana italica memoria, decide di seguire i principi di giustizia insegnati dal padre. Lucarelli è infatti un uomo di giustizia e col senso del dovere ma, da buon padre di famiglia, sa anche chiudere un occhio di fronte a certe questioni umane. E tra un’indagine e l’altra, e una commissione e l’altra per l’amata moglie, donna sicula doc a cui l’uomo Lucarelli ubbidisce di più che al proprio capo, il maresciallo Lucarelli si muove in una città che, come lui, non si ferma mai.
2015 – f.to 12×19 – Pagine 244 978-88-95346-72-4 [ € 12,00 ] |
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