Lettere del 17 giugno 2010
Comunicazione di servizio
Di’ la verità, Ramon, ti è piaciuta più la pizza rustica o la lavanda gastrica che ti hanno praticato?
Non era male l’infermiere, ammettilo, ma che figura vomitargli addosso… e nonostante tutto ti ha praticato anche il massaggio addominale per calmarti gli spasmi… lo faceva un po’ troppo vicino all’inguine, mi pare, e tu fingevi di esser dolorante per farlo durare più a lungo… Carogna!
Ringrazia che non ho abbondato di Attak, sai il gel rende più lunga la cottura e il forno non mi ispira con questo caldo. Ma in cantina ho un grosso congelatore, ti avviso, basta fare un fischio al Killer, che mi dà una mano, e finisci arrosto o magari surgelato, così resti ‘duro’ in eterno…
E lascia perdere i giochetti con Léon: sai, cospargersi gli attributi di pasta d’acciughe, per provare un brivido inatteso (lingua rasposa) è assai pericoloso, visto che Léon è in grado di staccarti tutto con un solo morso.
Poi altro che Attak, chi lo dice ai tuoi fan?
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Cari esperti,
per favore aiutatemi, sto in un casino pazzesco.
Vi seguo sempre, perché oltre a divertirmi mi rispecchiavo totalmente in voi, nei vostri battibecchi e battute.
Con Adriano siamo amici da tempo. Io e il mio amico gay eravamo una coppia di lavoro, come voi, sempre insieme, anche fuori, senza problemi. Fino a che, pochi giorni fa, siamo finiti a letto insieme. Non so come è successo, ma è successo, ed è stato bellissimo. Lui si è comportato da uomo a tutti gli effetti e io mi sono sentita donna come mai mi era accaduto prima.
Mentre lo facevamo lui ha detto perfino di amarmi. Ero al settimo cielo.
Il giorno seguente ha detto che voleva parlarmi. Sono andata all’appuntamento tremando come una ragazzina innamorata. Mi ha raggelato. Ha detto che non aveva dormito tutta la notte, pensando a quello che era successo. Che non doveva più succedere. Ma vedendo come soffrivo mi ha baciato sulla bocca come un perfetto innamorato.
Io proprio non capisco, com’è possibile che pur dicendo di amarmi non può stare con me? si è gay per sempre, senza altra possibilità? Dimmelo tu, Ramon, che puoi saperlo meglio di chiunque altro. A voi due non è capitato? Non vi sfiora l’idea?
Sento che se non potrò avere Adriano farò una sciocchezza.
Ambra ‘80
Risposta di DdP
Cara Ambra,
Forse ‘amare’ non conosce ‘genere’, ma di certo si scontra con degli ostacoli.
Voglio dire che oltre ai sentimenti ci sono delle pulsioni, e a queste non è facile sottrarsi, perché hanno dell’irrazionale. Contano certamente gli ormoni.
Io e Ramon lavoriamo insieme, e nonostante quello che lui dice (che non lo conosco bene) credo di averlo inquadrato. Lo conosco quanto basta per prestargli la mia casa per i suoi incontri, ok è successo quando lui non aveva ancora casa sua, ma da me viene comunque spesso, resta a cena, e ora che mi ci fai pensare è anche rimasto a dormire da me.
Quest’inverno, una sera, dopo aver cenato e sistemato del lavoro a casa mia, Ramon aveva la fronte bollente, gli occhi lucidi; misurata la febbre pareva avere 38 e mezzo.
Fuori faceva freddo e pioveva a dirotto. Mi chiese se poteva evitare di andar via con quel tempaccio: non potevo dire di no.
Lo sistemai nella stanzetta degli ospiti, che ha un divano-letto molto confortevole. Durante la notte, al buio, ricordo di aver sentito una specie di rantolo. Girandomi ho visto che accanto a me, nel mio letto, c’era Ramon.
Ma non era solo. Pancia all’aria e gambe divaricate, Ramon ospitava sulle sue parti basse la testa, o meglio il muso, di Léon, che quando dorme in un incavo, colonizzando un umano, non ama essere disturbato o spostato, pena il morso coi canini o un infilzamento ungulato a sangue. Ramon doveva averci provato, ed era immobile da non so quanto tempo, dal che probabilmente il rantolo… Al mattino Ramon era anchilosato dal torace in giù, e per rimetterlo in piedi ho dovuto infilarlo di peso nella vasca idromassaggio, insieme alle paperelle di gomma di mio nipote. Solo così ha riacquistato in parte la normale circolazione degli arti e dei pensieri. Ma la febbre persisteva nonostante le aspirine, e allora ho lasciato che lui restasse a casa, al caldo, davanti alla TV e sono uscita per andare al lavoro e fare la spesa.
In serata Ramon sembrava più vispo, dopo aver buttato giù non già la minestrina in brodo di pollo che gli avevo preparato ma l’intero pollo (lui diceva di averne mangiato solo la metà, l’altra era finita nel piatto di Léon…); a seguire aveva divorato due fette di pizza rustica ai carciofi (e meno male che diceva di essere inappetente per la febbre), però modestamente la mia pizza è nota in tutto il comprensorio… In tarda serata, complice un bicchiere di vino, si è appisolato sul divano. Ho dedotto che avrebbe passato un’altra notte a casa mia.
Durante la notte ho sentito dei lievi rumori provenire dal salotto, ma ero sola nel lettone e ho pensato che fosse Léon. Mi sono rimessa sul fianco e ho continuato a dormire. All’alba ho sentito le braccia di un uomo che mi cingevano i fianchi. Ramon mi stava abbarbicato alle spalle, e muovendomi si è sistemato ancora meglio, praticamente addossandosi in toto. Mettetevi nei miei panni, avevo i suoi attributi incollati al sedere e le sue mani attorno alle tette… ora io non sono bigotta, non ho pensato a niente di male, l’unico problema era che il suo corpo era caldissimo, praticamente una stufa, e non c’era verso di staccarsene.
Quando è suonata la sveglia, solo allora si è reso conto del modo in cui avevamo dormito, io in parte vegliato. È una cosa innocente, mi dicevo, Ramon è gay. In effetti, a parte stringersi a me e palparmi, non aveva fatto altro.
Alzandomi però ho visto che cosa quel losco individuo aveva architettato, allo scopo di infilarsi nel mio letto. Il giorno prima, durante la mia assenza, era uscito e aveva acquistato un singolare lettino per gatti dal negozio di articoli per animali, sistemandolo a notte fonda nel salotto, onde tenere lontano dal mio letto, e dai suoi attributi, gli artigli di Léon.
Il micio aveva gradito il giaciglio e lo aveva eletto a sua nuova cuccia per la notte. Quindi Ramon si era infilato nel mio letto, il resto lo sapete.
Non si è potuto chiarire il perché di questo comportamento, in quanto, vestitosi in fretta e bevuto un caffè con cornetto, Ramon è subito scappato di casa dicendomi che si sentiva meglio e voleva andare al lavoro.
Se non fosse per te, cara Ambra, non avrei più fatto caso al fatto che nei giorni successivi, e ancora oggi di tanto in tanto, Ramon mi lancia strane occhiate, luccicanti e penetranti, che in effetti andrebbero interpretate.
Ah, dimenticavo. Quella mattina, prima di fuggire, mi ha anche sfiorato le labbra con le sue, e dato una pacca sul sedere (ma quello non è una novità).
Secondo voi devo preoccuparmi?
PS
Ramon tenta spesso di farsi invitare a cena a casa mia.
Mi ama, o vuole solo una cena da chef?
PS2
Ramon, visto che come al solito sei in ritardo e io ho un appuntamento con uno dei miei boyfriend, inserisci le tue risposte e manda in stampa. Ti leggerò al ritorno.
Risposta di Ramon
Cara Ambra,
certo, sei in un bel casino. Per vari motivi: primo, hai fatto diventare un gay bisessuale, e le associazioni di categoria ti odieranno per questo (è un po’ come la guerra vegani–vegetariani, se mangi una determinata cosa non puoi toccare l’altra, non so se mi spiego).
Secondo, hai fatto scoprire al tuo amico nuovi orizzonti, e forse non lo hai fatto benissimo se poi non ti vuole più rivedere. Pensa a cosa puoi aver sbagliato durante la nottata, magari avevi mangiato aglio o cavoli… Sono cose che alla lunga pesano, e se magari in una relazione stabile le accetti, in una notte di passione lasciano un ricordo indelebile (in negativo).
Quanto ai rapporti tra colleghi, beh, sì, quello è un punto molto delicato.
Qualche notte fa mi sono trovato a casa della DdP, aveva voglia di mangiar bene la donna e allora invece di andare a un ristorante cinque stelle mi ha chiesto di cucinare per lei. La fama dei miei risotti ha travalicato i confini nazionali, per non parlare di cosa riesco a tirar fuori da un bel pezzo di carne. Ho nominato gli gnocchi dolci di ricotta?
Insomma, la sera ho lavorato e lavorato e lavorato in cucina, e poi abbiamo mangiato e bevuto qualche bicchiere (forse di troppo, non lo so). Ricordo solo la mattina dopo di essermi svegliato nel suo divano con il suo fido Léon tra le gambe.
Povero micetto. Mi vuole così bene: pensate che preferisce passare la notte con me che con la sua padrona!
Insomma, la mattina dopo non ero il massimo dell’energia, tutto anchilosato e pieno di peli di gatto, così la DdP ha voluto a tutti i costi farmi fare un bagno nella sua vasca idromassaggio. Lei presente per regolare bene le bolle. Ora, io non so voi, ma per me era tutta una scusa per vedermi senza abiti addosso.
Fate conto che continuava a buttare in vasca delle specie di cetrioli che si infilavano subito a fondo, sotto la schiuma, e poi andava con la mano a cercare di ritrovarli. Inutile dire che la poveretta si è sbagliata tante volte… ed è strano, perché al confronto quei cetrioli erano molto più piccoli.
Insomma, fatto il bagno mi aiuta ad asciugarmi e poi pretende, dico, pretende! che rimanga lì tutto il giorno a guardargli il povero Léon, troppo rattristato dal mio addio.
Per me, voleva solo un’altra buona cenetta.
Che volete, sono buono e ho accettato. Buono e ingenuo! Ho preparato un’altra buona cenetta e poi a nanna! Ma questa volta la Dama ha voluto che io dormissi nel lettone: “Hai già passato una notte scomoda” mi dice “dormi tranquillo, io mi prendo cura di Léon”.
O bella, immaginatevi la mia sorpresa quando a metà della notte me la trovo appoggiata davanti a me, il suo sedere incollato alle mie parti intime!
Sono sincero: pure io sono fatto di carne, e certe cose provocano dei sommovimenti! Poi lei continuava a muoversi, a prendere le mie mani e metterle sul suo seno…
Insomma, una mezza nottata insonne, senza poi concludere nulla di più, per carità.
E la mattina la sorpresa: il povero Léon rinchiuso in una gabbietta di quelle da viaggio! Ma ditemi voi! Come l’ho liberato mi si è lanciato in braccio e non mi voleva più mollare! L’ho dovuto tenere con me per più di 15 giorni.
Ora, io non so cosa pensare, anche perché poi, andando via, la Dama mi ha mollato un bacio alla francese che nemmeno nei romanzi di Ken Follett (un suo preferito)!
Del resto c’è anche da dire che al fascino si può poco.
Teniamoci aggiornati cara Ambra, e vediamo che succede!
——–
Caro Ramon, cara DdP
Mi sono invaghita di un giovanissimo pony, due occhi che ti mangiano, chioma fluente al vento, lo vedo passare di corsa tutti i giorni con la sua livrea fiammeggiante.
Una volta l’ho perfino seguito con la macchina per vedere dove andava. Si è fermato nei pressi di una fontana per prendere un po’ d’acqua, col caldo che faceva… Poi di corsa come sempre. Sempre carico di pacchi e pacchetti, che fuoriescono dai tasconi.
Sono certa che si è accorta di me, perché ho incrociato più volte il suo sguardo mentre ero in macchina sulla Casilina.
L’ho detto alla mia migliore amica, Silvana, e lei mi ha guardato con sufficienza, dice che con tutti gli uomini che ci stanno proprio di ‘quello’ dovevo invaghirmi?
Vabbè non sarà alla mia altezza, supero il metro e ottanta… Ma che ci posso fare se mi piace proprio il pony?
Sarà per l’aria di selvatico, sarà perché l’ho visto con il suo arnese all’aria, sarà perché io non sono come tutte le altre che si accontentano di poco… vuoi mettere il suo bestione? Secondo me è da provare. Sono sicura che il suo servizio non è express…
L’amore è bello perché è vario, non credete?
Armida
Risposta di DdP
“Pony, due occhi che ti mangiano, chioma fluente al vento, livrea fiammeggiante, aria di selvatico e arnese all’aria”: ma insomma è un cavallo?
Va bene che uno deve andare dove lo portano gli ormoni o il cuore, va bene che siamo nel 2010 e che io sono di ampie vedute (accetto pure con riserva che Ramon se la faccia con una donna vestita da vecchietto senza dentiera…) ma col pony che non fa servizio express, questa la devo incorniciare…
Se ti va, contenta te, però dimmi come farai tecnicamente a fissare un incontro galante con lui, Armida cara… stante il tuo nome, avrai di certo dimistichezza con le schermaglie a cavallo… che la Gerusalemme sia dunque liberata!
A parlare di animali, mi hai fatto venire idee interessanti, ce n’è giusto uno qua in preda a scombussolamento ormonale… per quanto, resto scettica, non voglio perdere la scommessa (suora me, mi ci vedete?).
Amori cavallini, amori da maiale migratore (leggi Ramon), amori felini… che guazzabuglio!
A pensarci bene anche il mio Léon, secondo il suo veterinario comportamentalista, è in fondo innamorato di me, o meglio mi considera la sua mamma naturale, in conseguenza si fa fare da me, e solo da me, cose che a chiunque altro sarebbero impossibili…
CHIARO Ramon? Non farti venire altre strane idee…
Risposta di Ramon
Cara Armida,
anche io ho notato quel simpatico pony. Si chiama Artemisio, 34 anni, vive a Milano. Se mi contatti in privato ti mando il suo numero di telefono e indirizzo.
Ti voglio solo avvisare di due cose:
1) L’arnese che mette in mostra di solito non è suo ma è la nuova penna elettronica che serve per l’accettazione di pacchi e pacchetti (che vuoi, ha fregato pure me… il suo di arnese è moooooooooooooooolto più simile a una penna normale).
2) Express è riduttivo.
Buona fortuna mia cara, ma ti consiglio di guardare altrove.
Nota di servizio: Dama, quando ti vieni a riprendere Léon? Oppure mandami gli alimenti, che mangia come un cavallo!
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Riceviamo e pubblichiamo (e nessuno l’ha pagato, giuro)
Cari voi della Posta, soprattutto Ramon
datemi un mazzo di Gelsomini… ma quanta verità in questi fiori!
Devo solo correggere il discorso sulla tentata violenza al giovane prete e la tresca con il vecchio cappellano.
In realtà me li sono fatti tutti e due in unica soluzione, poi i due hanno raccontato la loro versione per screditarmi (ma Gelsomini è pure detective??) e sapete perché? Ovvio non mi volevano più nel loro trio… i due si erano innamorati e mi hanno escluso. In realtà io avevo perso la testa per il giovane pretino ma questi preferì il vecchio cappellano, più esperto e più adatto a una buona carriera clericale. Da allora è esploso il mio odio per i vecchi che rubano ai giovani per dare… ops no quella è un’altra storia.
Ma torniamo a noi, anzi devo cercare di tornare in me.
Ho passato lunghe serate a leggere e rileggere la risposta di Ramon… senza riuscire a trovare una crepa che mi confermasse la mia convinzione che il gaglioffo stesse bleffando e in qualche modo avesse intuito l’accaduto in quel fatidico giorno nella sauna.
Eppure per quanto mi sia arrovellato il cervello l’unica spiegazione è che solo il bronzo poteva sapere dei punti neri (che formavano il volto dell’amato Bondi) e dell’inno (mitico di Forza Italia)… e poi come scordare quel fantastico pube-rasta… mai visto, anzi toccato nulla del genere!
Ramon, però non posso negarti che questo è stato il terzo trauma della mia vita.
Il primo lo ebbi quando all’asilo finii per errore senza vestiti nello spogliatoio delle bambine e là scoprii che c’erano esseri come me ma senza ‘coso’ tra le gambe, e mentre le più maliziose ridevano e mi canzonavano perché io avevo un pendaglio là sotto, io capivo che mai avrei toccato nella mia vita quella cosa piatta.
Il secondo lo ebbi quando Romano Prodi vinse su Berlusconi… piansi notti intere finché un bel maschione della Costa D’Avorio (e d’avorio non era solo la provenienza…) mi fece dimenticare tutto in una notte; mi innamorai follemente di quell’uomo con cui passai 5 anni di notti infuocate, fu da allora che mi venne il mal d’Africa senza esserci mai stato!
Il terzo, ebbene sei stato tu, Ramon, il bronzo che con il lazo ha catturato il mio cuore (e non solo).
Inutile far credere che il tuo lazo non è per me… perché non ci so fare… non eri di questo avviso quando eravamo in quel camerino della sauna, ricordi? Ora è assurdo che tu voglia far finta di non provare nulla per me, fingere di essere un bisex o peggio ancora un etero che ogni tanto si concede qualche distrazione; basta nascondersi dietro un dito, tu hai fatto sesso con me, che sono a tutti gli effetti un uomo, e quindi tu sei gay!
Non nasconderlo! E non cercare di offuscare il nostro amore! Perché fingi di non capire che il mio cuore palpita per te? Perché fai di tutto per allontanarmi? Come fai a essere così insensibile??
In fondo lo so che pure tu mi ami, ma a causa del ruolo che ricopri sei costretto a fare l’indifferente e il cinico. Ma lo sai anche tu che alla fine l’amore trionferà!
Di certo ora che ti ho trovato non ti lascerò sgattaiolare via così facilmente… terrò stretto il lazo il più possibile…
Tuo Devid.
Risposta di Ramon
Caro Devid,
come dici tu, cercherò di continuare a nascondermi dietro a un dito, che offre ben più protezione del tuo organo riproduttivo!
Hasta la Victoria Siempre!
Viva el Mortadela!
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