L’arte di comunicare (2)

Nell’articolo precedente ci siamo lasciati con il discorso di Marc’Antonio per il compianto Cesare. Ora vediamo nel concreto alcuni passaggi chiave e che tecnica retorica ha usato Marc’Antonio per attaccare e scardinate il discorso appena concluso di Bruto. Ricordiamo che il popolo aveva acclamato Bruto, addirittura qualcuno aveva gridato che era volontà del popolo stesso che Bruto diventasse il nuovo Cesare.

Analizziamo la frase di apertura: «Amici, Romani, compatrioti, prestatemi orecchio: io vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo. Il male che gli uomini fanno sopravvive loro; il bene è spesso sepolto con le loro ossa e così sia di Cesare».

Che cosa ha detto? Ha difeso Cesare? Ha attaccato Bruto? Tutti si sarebbero aspettato che Marc’Antonio difendesse a spada tratta l’amico Cesare, ma invece egli dice: «io vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo», così è come se volesse tranquillizzare la platea dicendo: “rilassatevi, non sono qui per difendere Cesare, ma a seppellirlo” e poi aggiunge una frase che potrebbe essere rivolta a Cesare, ma non solo; egli ammonisce dicendo che il male sopravvive sempre, il bene spesso si dimentica dopo la morte. Forse sarà così anche per Cesare.

Ora Marc’Antonio entra più nel merito del suo intervento: «Il nobile Bruto v’ha detto che Cesare era ambizioso: se così era, fu un ben grave difetto e gravemente Cesare ne ha pagato il fio»

Ancora una volta non attacca Bruto, anzi lo chiama come “nobile Bruto” e dà anche una possibilità alla sua tesi: “se così era, fu un grave difetto”, appunto “se”, non ha detto: “…Cesare era ambizioso e questo è un grave difetto” ha detto “se così era”. C’è una bella differenza, vero?

Infatti nella prossima parte del discorso, Marc’Antonio inizia a elencare una serie di cose che dimostrano che poi Cesare non era così ambizioso: «Molti prigionieri egli ha riportato a Roma, il prezzo del cui riscatto ha riempito il pubblico tesoro», «Quando i poveri hanno pianto, Cesare ha lacrimato», «Tutti vedeste come al Lupercale tre volte gli presentai una corona di re ch’egli tre volte rifiutò», una serie di elementi per dimostrare palesemente che, nonostante quello che il “nobile Bruto” ha affermato, Cesare non era e non poteva essere ambizioso come era stato descritto poco prima. Quindi Marc’Antonio finge di lasciarsi andare e attacca per la prima volta ponendo sulla platea il velo del dubbio: «O senno, tu sei fuggito tra gli animali bruti e gli uomini hanno perduto la ragione», costernato si prende una pausa “tecnica” per far sì che le sue parole e i suoi concetti “tra le righe” inizino a maturare nella mente di chi ascolta: «Scusatemi, il mio cuore giace là nella bara con Cesare e debbo tacere sinché non ritorni a me». Pausa.

La cosa gli riesce, infatti nel popolo inizia a insinuarsi il dubbio:

Cittadino 1: Mi pare che vi sia molta ragione nelle sue parole.
Cittadino 2: Se tu consideri bene la cosa, a Cesare è stato fatto gran torto.
Cittadino 3: Vi sembra, signori? Temo che uno peggiore di lui verrà al suo posto.
Cittadino 4: Avete notato le sue parole? Non volle accettare la corona, è quindi certo che non era ambizioso…

Ora fate attenzione e notate come Marc’Antonio porta il pubblico dalla sua parte, nel prossimo pezzo egli dice che “potrebbe” dir loro che sarebbe meglio ribellarsi contro le parole di Bruto e Cassio, eppure non lo fa perché preferisce fare un torto a Cesare, a se stesso e “a loro”, è proprio questa la chiave; li ha messe insieme con se stesso e con Cesare. Ci sono due nuovi schieramenti: il primo formato da Bruto e Cassio, il secondo da Marc’Antonio, Cesare e il popolo. Leggiamo.

«O signori, se io fossi disposto a eccitarvi il cuore e la mente alla ribellione e al furore, farei un torto a Bruto e un torto a Cassio, i quali, lo sapete tutti, sono uomini d’onore e non voglio far loro torto, preferisco piuttosto far torto al defunto, far torto a me stesso e a voi, che far torto a sì onorata gente».

Questa è una tecnica ben nota, che spesso sentiamo anche in TV. Si tratta di dire una cosa con l’intento di non volerla dire davvero. Immaginiamo di voler attaccare il nostro interlocutore, ma con un tono che sembra quasi volere il contrario.

Esempio senza applicare la tecnica: «Tu sei un ladro perché hai trattenuto i soldi delle pensioni! Con quei soldi hai comprato una barca e te ne sei andato alle Maldive! Ladro!»

Applicando la tecnica: «Non dirò dei soldi che hai sottratto alle pensioni né dirò della barca con la quale sei stato alle Maldive»

In entrambi i casi, abbiamo detto le stesse cose, ma nel secondo sembra quasi che ci spiace dire “quella verità”. La differenza è sottile, ma potente, specialmente per chi ascolta lo scontro verbale.

Torniamo a Marc’Antonio, dopo che ha messo la gente dalla sua parte, tira fuori il suo asso nella manica: il testamento di Cesare. Anche questa volta però, controllando l’istinto di rendere palese il suo contenuto, egli dice che non lo leggerà, nonostante il suo contenuto sia talmente a favore del popolo che ogni uomo, dopo averlo ascoltato, andrebbe immediatamente a baciare la fronte di Cesare, addirittura chiederebbero un capello del morto come reliquia sacra da lasciare come cosa preziosa nei loro testamenti. In pratica Marc’Antonio dice: “Qui ho per voi qualcosa di meraviglioso, ma non voglio usarla per convincervi che Cesare era una persona da amare e per questo la metterò da parte”. Chiaramente quale potrebbe essere la reazione della gente?

Cittadino 1: Vogliamo udire il testamento! Leggetelo, Marc’Antonio!

A questo punto Marc’Antonio finge di essere proprio costretto: «M’obbligate dunque a leggere il testamento?» e quindi scende tra la gente, ormai è uno di loro!

Marc’Antonio descrive ferita per ferita il corpo di Cesare, ricordando le sue imprese, rimarcando quelle inferte dal “ben amato Bruto”, infatti dice che più delle ferite fisiche, furono quelle morali, compresa l’ingratitudine di Bruto e fu proprio questa ingratitudine a spezzare “il suo gran cuore”.

Marc’Antonio chiude il suo intervento dichiarando ciò che davvero pensa di Bruto e Cassio, ormai la gente piange ed è tutta dalla sua parte, è il momento d’infliggere il colpo mortale: «Oh, ora voi piangete; e, m’accorgo, voi sentite il morso della pietà: queste son generose gocce. Anime gentili, come? Piangete quando non vedete ferita che la veste di Cesare? Guardate qui, eccolo lui stesso, straziato, come vedete, dai traditori…» Ha chiamato Bruto e Cassio per ciò che sono: traditori. La gente reagisce come si aspettava, rivoltandosi contro i traditori.

Cittadino 1: Vendetta! Attorno! Cercate! Bruciate! Incendiate! Uccidete! Trucidate! Non lasciate vivo un solo traditore!

 

La perfezione retorica del discorso di Marc’Antonio ancora oggi fa scuola. Marc’Antonio non sale sul pulpito e attacca apertamente il suo nemico, lui è lì solo per seppellire Cesare. Non vuole dire che Bruto abbia detto il falso, nonostante ci siano stati dei comportamenti in Cesare che a tutto facevano pensare, tranne che fosse ambizioso come Bruto e Cassio avevano appena finito di dire. Non dirà niente contro quei due, facendo torto a se stesso, a Cesare e perfino al popolo. Eppure lui ha tra le mani il testamento di Cesare, in cui ogni uomo del popolo, una volta che lo avesse ascoltato, sarebbe andato a baciare le ferite di Cesare, ma non intende leggerlo, perché non vuole andare contro il nobile Bruto. È chiaro che la gente vuole sapere. Da quel momento la gente è tutta per Cesare ed è pronta a castigare i due traditori.


le parti del discorso

È fondamentale, quando stiamo per scrivere o dire qualcosa, comprendere chi è l’oggetto della nostra comunicazione, perché ciò che funziona per qualcuno, potrebbe non funzionare per altri. Non solo, conta pure il contesto in cui la comunicazione avviene. Una cosa è rivolgersi a una folla, un’altra è rivolgersi a un singolo. Ogni interlocutore presuppone un certo tipo di linguaggio. In fin dei conti, non lo facciamo tutti i giorni? Utilizziamo un certo modo di parlare con una persona sconosciuta, con un professore, con nostro figlio, con nostra moglie, con qualcuno che ci piace, con qualcuno che ci è antipatico.

Al prossimo incontro.

Massimo Petrucci
Seguimi
Latest posts by Massimo Petrucci (see all)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *