Così non va

la fornero piange per articolo 18

Intervista su Repubblica del 24 marzo 2012.

È inevitabile chiedere il suo giudizio sull’articolo 18.
Non credo che sia l’articolo 18 a frenare lo sviluppo del paese.
Che cos’è che ferma lo sviluppo del paese?
In primo luogo la troppa burocrazia. Poi la mancanza di infrastrutture. E il costo eccessivo dell’energia. Su queste cose occorre lavorare. Penso al caso della British Gas che dopo tre anni se n’è andata da Brindisi perché non arrivavano i permessi.

Ennesima dichiarazione della Camusso? No, chi parla è Giorgio Squinzi, appena eletto nuovo presidente di Confindustria. Quindi la persona che in teoria, se fosse vero che il problema è l’articolo 18, dovrebbe essere il suo maggiore avversario.
E in realtà è più difficile licenziare in altri stati dell’Europa come Francia, Germania, Spagna e Belgio che in Italia.
E allora, con tutto quello che sta succedendo in Italia per l’abolizione dell’articolo 18 fortemente voluta dal governo Monti, viene da chiedersi cosa diamine stia combinando questo governo, che sembra intenzionato a continuare sulla sua strada pure a costo di perdere l’appoggio del PD oppure di spaccare il PD stesso.
Non bastano le critiche che stanno piovendo da tante parti, Monti e la Fornero sembrano intenzionati a proseguire per la loro strada. Vogliono svolgere il loro compito e non vogliono fermarsi davanti a un provvedimento che coinvolge in negativo milioni di cittadini. Monti sostiene che le aziende non assumono perché non possono licenziare e non perché c’è la recessione e qua al sud non ti danno lavoro manco in nero.
Va bene, direte voi, un governo forte che se ne frega dell’opinione dei cittadini e non la teme nemmeno quando è maggioritaria.
Ma allora, come mai questo governo si è già ripetutamente fermato? Fermato quando i suoi provvedimenti erano lesivi dei farmacisti, dei tassisti e delle banche? Ci sono forse 15 milioni di tassisti e 20 milioni di farmacisti in Italia? Oppure ci sono 30 milioni di italiani che fanno i farmacisti e nel tempo libero guidano i taxi? Oppure sono le banche a essere tanto popolari in Italia? Forse gli italiani amano svisceratamente le loro banche e non sopporterebbero di vederle perdere le loro amate commissioni sui prestiti?
Eppure di cose da fare ce ne sarebbero. Ma il nostro governo lavora sopratutto sull’articolo 18 e non ha nemmeno il tempo di vedere la televisione. Perché se questo tempo lo avesse, avrebbe visto il servizio di Report sulla norma orrenda del governo Berlusconi che vuole che i cittadini che hanno versati i contributi li versino di nuovo se sono stati versati a due enti diversi e pretende da loro dopo una vita di lavoro centinaia di migliaia di euro che loro certamente non hanno.
No, la televisione non la vedono, se no il giorno dopo uno di loro avrebbe dichiarato: “Noi questa mostruosità la rimuoviamo e la rimuoviamo subito. Siamo qua per questo.”
Abbiamo accolto tutti con sollievo l’arrivo del governo Monti dopo anni di governo Berlusconi.
Io personalmente ho scritto: “L’Italia per non fallire ha bisogno di una medicina. Secondo me Monti non è il miglior medico possibile, ma è l’unico che abbiamo.”
Se no si doveva andare alle elezioni e i mercati ci avrebbero punito. Ed è da lodare la posizione responsabile del PD che le elezioni le avrebbe vinte a mani basse.
Monti arrivato al governo ha fatto quello che l’Europa ci ha imposto di fare. Con grandi sacrifici imposti agli italiani, sacrifici che avrebbe potuto imporre anche un governo politico, ma dai politici gli italiani, dopo anni di schifo berlusconiano, non lo avrebbero accettato.
Sì, ma tra i provvedimenti mancava la patrimoniale… e se non era quello il momento allora quando? Così a essere più colpiti sono stati i soliti poveracci.
Poi il governo Monti ha rivolto lo sguardo verso l’evasione fiscale, dando l’impressione di voler fare sul serio e di questo gliene dobbiamo dare atto, perché questa impressione che conta molto per scoraggiare, almeno in parte, i furbi il governo precedente certo non la dava. E come avrebbe potuto se il suo leader dichiarava che era giusto evadere e con leggi, leggine e sotterfugi aveva fregato un sacco di soldi allo Stato?
Ma dopo di allora? Tutte le liberalizzazioni annunciate? Le liberalizzazioni non servono apparentemente a creare sviluppo, servono a fare risparmiare soldi ai cittadini (e già questo sarebbe meritorio), ma se io risparmio sull’assicurazione magari trovo i soldi per sostituire quel maledetto rubinetto che perde e comprando un rubinetto nuovo creo sviluppo. E faccio felice il mio idraulico, cosa di cui non me ne frega niente, tanto quello la ricevuta non me la fa, Monti o non Monti.
Ci sono tante, tante cose che in Italia costano di più che nel resto dell’Europa, per esempio in Germania, che i cittadini italiani gli stipendi della Germania se li sognano.
E sempre a proposito di liberalizzazioni non si può fare qualcosa per non avere la benzina che costa più del Brunello, come dice Crozza?
Adesso abbiamo riacquistato il prestigio internazionale che il clown che c’era prima aveva completamente eroso. Non sarebbe il caso di spenderlo per far capire che alcuni dei parametri di Maastricht sono assurdi e per convincere la Merkel e Sarkozy a dare un occhiata alle teorie di Keynes?
E poi ripensare alla patrimoniale? Una bella patrimoniale e poi ripartire i soldi abbassando le tasse e quindi rilanciando i consumi. Se togli ai ricchi, quelli mille spendevano e mille spenderanno domani perché se lo possono permettere, ma se dai qualcosa ai poveri che sono tanti, quelli che spendevano 100 si potranno permettere di spendere centodieci per beni necessari e servirà per dare un po’ di respiro all’economia.
Cerchiamo di capirci. L’articolo 18 ai suoi tempi è stata una grande conquista e non è adesso diventato il peso che sta affondando l’Italia.
Flessibilità nei licenziamenti in un paese dove se lasci un lavoro ne trovi un altro, non qua da noi che un lavoro nuovo, specie a una certa età, te lo sogni.
E poi come pensano che possa lavorare bene un lavoratore che la notte va a dormire coll’incubo di trovarsi disoccupato al suo risveglio?
Ci vuole un master alla Bocconi in psicologia per capirlo?

 

 

 


Si ringrazia per l’editing Benedetta Volontè. 

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