La morte della verità

Legge bavaglioCredo che tutti ricordino il caso del presidente americano Bill Clinton e Monica Levinsky. 
Il presidente Clinton sfiorò l’impeachment non per avere fatto sesso orale con la giovane stagista, ma per essere stato reticente nelle sue prime deposizioni su quello che era successo nello studio ovale.

Agli occhi dell’opinione pubblica americana la menzogna su un proprio comportamento, per un uomo che riveste una carica pubblica, è spesso più grave del comportamento stesso.

Lo stesso avviene per i paesi di lunga tradizione democratica.

Sicuramente non si può dire lo stesso per la nostra Italia. E non so se ciò avvenga per la natura stessa della popolazione.

Se qualcuno su questa natura magari tra 50 anni volesse fare uno studio avrebbe senz’altro delle gravi difficoltà.

Circa 20 anni fa, ai tempi di Tangentopoli all’incirca, c’era una diffusa e maggioritaria riprovazione per quelli che avevano rubato. Craxi, lo stesso Craxi morto latitante, a cui ora tutti vogliono intitolare strade e piazze, veniva bersagliato all’uscita dell’hotel dove abitava da monetine. I balconi di Palermo esponevano i lenzuoli bianchi per testimoniare il dolore per la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e la volontà di continuare le loro battaglie. I comportamenti razzisti non avevano nessuno spazio e le aggressioni agli omosessuali erano impensabili.

Venti anni possono sembrare un periodo di tempo ragguardevole se considerati in rapporto alle nostre vite, ma sono solo un attimo nella storia.

E allora? È possibile che il popolo italiano sia tanto cambiato in solo vent’anni? Oppure quello che siamo adesso è sempre stato presente nella nostra natura, solo che prima ci vergognavamo dei nostri difetti e li nascondevamo, mentre adesso ci siamo adeguati a quello che sta succedendo in Italia e tranquillamente li ostentiamo.

Siamo un popolo razzista? Siamo un popolo omofobo? Siamo dalla parte di quelli che rubano forse perché vorremmo rubare anche noi se ne avessimo l’occasione?

Io non lo so. Ma il solo fatto che queste domande debbano essere legittimamente poste ci basta a far capire il baratro in cui ci troviamo.

E non so nemmeno se siamo un popolo di bugiardi, ma quantità di bugie che passano impunite farebbe supporre di sì. Se tolleriamo le bugie degli altri vuol dire che per noi la menzogna non è più una colpa.

E magari ci ridiamo pure sopra. E sì, chiaramente io sono una persona distratta, compro una casa grande con vista sul Colosseo a un prezzo che basta sì e no a pagare una camera da letto, un bagno e un cucinino in una zona come quella e non mi accorgo che qualcuno mi ha regalato le altre stanze da letto, il salone e gli altri bagni di quella stessa casa.

Il luogo dove le menzogne prosperano è naturalmente la televisione, con le trasmissioni che ospitano i politici. Là le menzogne sono soavemente regalate al pubblico oppure, molto più spesso, urlate mentre l’ avversario tenta di parlare. Dati statistici improbabili o magari inventati lì per lì, sembrano una cosa seria al pubblico che vede queste trasmissioni.

L’hanno detto in televisione, quindi…

Parliamoci chiaro, Minzolini appare al TG1 e dice che il pubblico del TG1 è aumentato e non diminuito da quando c’è lui.

Che poi il suo share, su dati documentati, sia al 27.99 quando era al 31.27 col suo predecessore Gianni Riotta e al 36.69 nel periodo dal 1996 al 1998 quando era affidati a Marcello Sorgi non ha nessuna importanza.

Questi dati naturalmente Minzolini li sa, ma non ha nessun problema a ignorarli o distorcerli.

Magari il giorno dopo i dati e le affermazioni non veritiere, che passano sugli schermi televisivi, non spesso, direi una volta su tre, vengono smascherati sui giornali indipendenti. Ma i giornali indipendenti chi li legge, signora mia? Anzi per essere precisi chi legge i giornali?

Complessivamente, tutti i quotidiani hanno venduto una media giornaliera di 5.291.000 di copie nel 2008. Nel 1995 le copie vendute erano quasi 6 milioni (dati Fieg-2008). In Italia si vende 1 copia di quotidiano ogni 91 abitanti (109 al nord, 105 al centro, 59 al sud)

L’Italia è al tredicesimo posto fra i quindici principali Paesi europei per numero di lettori dei giornali quotidiani, subito prima di Portogallo e Grecia (fonte: “World Associations of Newspaper”).

Avete capito bene. Al tredicesimo posto tra 15 nazioni. Roba da retrocessione.

Quindi mentre in televisione le bugie hanno un pubblico, le precisazioni del giorno dopo arrivavano, a voler essere ottimisti, a un italiano su cento.

Quando una menzogna o una imprecisione compare su un giornale c’è la lontana possibilità che il giorno dopo, il giornale con breve trafiletto, molto meno appariscente dell’articolo fraudolento o impreciso, venga costretto a smentire se stesso.

Ma avete mai visto un conduttore cominciare la sua trasmissione dicendo: “Ci scusiamo con il nostro pubblico, ma l’onorevole Tal dei Tali ieri in questa stessa trasmissione, parlando del problema Pinco Pallino, ha detto delle emerite cazzate,”?

E a volte non c’è neanche bisogno di mentire, basta che fai in modo che non ti sia fatta la domanda o se ti viene fatta non dai la risposta.

Due esempi per tutti: “Cari onorevoli della sinistra, come mai quando siete stati al governo vi siete distrattamente dimenticati di fare una legge sul conflitto di interessi?”

Oppure: ”Onorevole Berlusconi, visto che ormai di lei sappiamo tante cose visto che ha difeso troppo distrattamente la sua privacy… per esempio che alla sua non più giovane età va a letto con delle belle e giovani donne… sapesse come è invidiato per questo… perché non ci dice finalmente con quali soldi ha iniziato la sua attività di costruttore? Per favore ce lo dica. E guardi che io, sinceramente, non credo proprio che i soldi per cominciare glieli abbia dato la mafia.”

Visto che vi ho sommerso di dati e di statistiche (non me li sarò inventati?) mi piacerebbe darvi un dato statistico sulle menzogne. Ma purtroppo proprio questo dato io non ce l’ho.

Però una cosa ve la posso dire. Presto le menzogne diminuiranno. Passerà la legge bavaglio e i nostri politici non saranno costretti a mentire in televisione dal momento che le loro malefatte saranno occultate o verranno fuori con molto ritardo.

“Onorevole Tal dei Tali come si giustifica per aver rubato otto milioni di euro 22 anni fa, come abbiamo saputo ieri?”

L’onorevole Tal dei Tali non si giustifica. E’ morto cinque anni prima.

Sì, il vero scopo della legge bavaglio è di diminuire il numero delle bugie dette in Italia.

Scopo lodevole, la bugia in teoria, secondo la chiesa, dovrebbe essere peccato.

Che bello, la civiltà avanza.

 


Fonte: centomovimenti.com

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2 Replies to “La morte della verità”

  1. magnifico articolo. Ne farò fotocopie da distribuire(se permetti) a tutti i miei amici. Ma il nostro problema rimane la memoria, siamo un popolo di smemorati, non c’è niente da fare, e di inguaribili ottimisti.

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