Lega ladrona

lega ladrona

Naturalmente a Pontida non è successo niente.

Un niente, che prima e dopo, ha riempito le prime pagine dei giornali.

Ma che non sarebbe successo niente – nonostante le dichiarazioni dei colonnelli leghisti che rimandavano alle sorprese del raduno le domande dei giornalisti su cosa intendesse fare la Lega dopo i rovesci elettorali della coalizione di governo – era facile prevederlo.

La dichiarazione più eclatante di Bossi è stata quella che le cose non vanno per niente bene nel governo, ma la crisi non si può fare, per non favorire la sinistra che in questo momento è probabilmente maggioritaria nel Paese (anche se sarebbe più giusto dire che c’è sopratutto una maggioranza che non ne può più di Silvio, Umberto e compagnia bella).

Ma a questo ragionamento ci sarebbe arrivato pure il mio criceto, se ne avessi avuto uno.

Poche settimane fa in queste stesse pagine, in uno dei miei Alfabeti Minimi, ho scritto che Bossi teneva per le palle Berlusconi. Sono ancora dello stesso parere, ma adesso è pure chiaro che Bossi alla palle di Berlusconi ci sta attaccato saldamente perché sotto di lui c’è il vuoto.

Berlusconi ha bisogno di Bossi per il suo unico scopo, il solo da sempre, l’unico che da 17 anni ci costringe ad averlo dintorno: tenersi lontano dalla galera (ma ormai è vecchio, anche se accadesse il peggio per lui, giorni di galera non ne farebbe. A proposito avete provato a immaginarvi, solo per ipotesi, se ci fosse un mandato di cattura per lui? Il Silvio Berlusconi sanissimo, che deve campare fino a 120 anni, diventerebbe uno degli uomini più malati della terra per evitare il carcere.) e salvare il suo impero economico.

Quindi deve restare al governo e gli servono i voti di Bossi e Bossi non glieli ha mai negati nemmeno per le peggiori delle leggi ad personam, come del resto non glieli avevano mai negati, quando andavano d’amore e d’accordo, Casini e Fini.

Quando il nostro egregio Parlamento ha votato, affermando a maggioranza che il nostro leader era veramente convinto che Ruby fosse la nipote di Mubarak, c’erano pure i voti leghisti.

Ma anche Bossi ha bisogno di Berlusconi e ne ha bisogno nonostante la sua base di Berlusconi ne abbia le scatole piene.

Ma in questo caso Bossi non può tenere conto del suo elettorato che, infatti, si sta erodendo. Una volta i voti che perdeva il Pdl andavano alla Lega. Ora non più.

Se al Nord nascesse una nuova Lega, con le caratteristiche della Lega ai suoi inizi, Bossi avrebbe chiuso.

Ma perché Bossi non può più rompere con Berlusconi come ha già fatto una volta in passato 16 anni fa?

Ma proprio perché sono passati 16 anni e in questi 16 anni la Lega ha conquistato tanti di quei posti di comando nel governo, nelle aziende e nelle banche che nemmeno la bonanima della DC nei suoi giorni migliori…

Il sistema contro cui Bossi tuona è un sistema in cui i leghisti hanno tante leve di comando e ci prosperano dentro come i topi dentro una forma di cacio.

La Lega è nata contro gli sperperi e le inefficienze di Roma ladrona e agitando la bandiera della secessione.

Che cosa è rimasto di tutto questo?

Per fare una secessione ci vorrebbe, e non basterebbe, una maggioranza di cittadini, nelle regioni che vogliono la secessione, favorevoli alla secessione stessa. E non mi risulta proprio che a questa maggioranza la Lega si sia mai avvicinata.

Resterebbe la via del terrorismo e della lotta armata per ottenere la divisione dell’Italia. Ma voi ce lo vedete il Trota che prepara una bomba? Sicuramente gli scoppierebbe in mano.

C’era pure il motivo, quando è nata, che alcuni efficienti abitanti del ricco nord non sopportavano, e non sopportano, gli sprechi e l’inefficienza del povero sud.

E che sprechi, mafie e inefficienza del sud abbiano in questi giorni compiuto i 150 anni come l’unità d’Italia nessuno lo nega.

Ma che il nord fosse interamente virtuoso non ci sembra proprio.

Sì, le fabbriche del nord hanno fatto i soldi e quelle del sud non sono quasi mai decollate.

Ma gli anni del boom si sono fondati su una mano d’opera meridionale emigrata al nord.

E se il sud è rimasto povero la colpa è dei meridionali e dei governi italiani inefficienti, ma i virtuosi nordisti hanno sempre mangiato anche loro approfittando dell’inefficienza dei governi.

Venite a vedere le fabbriche abbandonate in Calabria e Sicilia. Gli industriali del nord sono venuti, hanno incassato gli incentivi previsti per il rilancio del meridione e subito hanno chiuso portandosi i denari al nord.

In compenso il sud ha esportato al nord le sue mafie e i capitali del nord hanno imparato a conviverci bene e senza traumi.

Non come nell’incivile Sicilia, qua non ci sono i Peppino Impastato che saltano in aria, i sindacalisti uccisi a colpi di lupara, le bombe contro i magistrati, le uccisioni di quelli che non volevano pagare il pizzo.

A me, industriale del nord, che per guadagnare di più non ho rispettato le norme sullo smaltimento dei rifiuti della mia fabbrica, mi fa comodo che arrivi l’impresa mafiosa e a buon prezzo mi liberi di questi rifiuti e li porti clandestinamente nelle discariche meridionali. Ad alcuni al nord le mafie vanno proprio bene.

Così alla Lega non sono dispiaciuti i vecchi sistemi di spartimento del potere della prima Repubblica, anzi in questi ultimi anni hanno raccolto di più di quanto i loro voti in percentuale non prevedessero. Proprio perché erano fondamentali e insostituibili per tenere in vita il governo.

Così i comandanti e i graduati dell’esercito leghista la grande forma di cacio non vogliono proprio abbandonarla.

Ma l’esercito leghista, che ai suoi capi ha sempre perdonato la loro inaudita rozzezza, in quanto coincideva con la propria, si renderà conto prima o poi di come stanno le cose.

E questo all’interno della Lega diventerà il casus belli, con buona pace dell’onorevole Salvini.

 

 

 

 

 

 

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Si ringrazia per l’editing Benedetta Volontè.

 

 

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