di Alan Disirò
Mi trovo da quasi un anno a vivere in Germania.
Per 13 anni ho gestito con un discreto successo una gelateria in Italia; poi vuoi un po’ la crisi, un piccolo investimento (sul locale) sbagliato ma soprattutto la pressione fiscale asfissiante e il menefreghismo delle istituzioni verso le piccole realtà artigianali – che hanno sofferto e stanno soffrendo a causa di una crisi persistente – ho chiuso l’attività e recuperando quanto possibile ho colto l’occasione per ‘volare’ verso nuovi orizzonti.
Sono atterrato a Berlino. Una città che ti piace o non ti piace. Non è bella ma affascinante… se non cogli il suo fascino intrinseco non può certamente piacerti. Io sono affascinato soprattutto dalla sua atmosfera unica e dalla sua estrema apertura mentale.
Certo si dice che Berlino non è Germania, ed è vero… eppure nonostante il variegato e oserei dire unico melting-pot che si può respirare nella multiculti capitale di questa nazione, la maggior parte degli abitanti sono comunque tedeschi.
Vivendo in Germania, ma anche avendo avuto negli anni la fortuna di poter visitare la maggior parte dei paesi europei, ho preso coscienza di quanto la mia amata Italia sia un paese retrogrado. Da quando sono qui poi, sono sincero, seguo poco le notizie in generale men che meno quelle provenienti dal bel paese e perché negarlo? Sto meglio. Però quando mi collego su quel noto social network delle ‘Faccia liBro’ mi imbatto in molti post che riportano le news più popolari e dibattute attualmente in Italia.
Naturalmente il più delle volte si tratta di una noiosa sfilza di post pro o contro qualcosa, spesso si tratta di video o immagini sottotitolate pretenziose, colme di demagogia… se non addirittura rinvianti a una banale pubblicità per un qualche giornale online o altro ancora. Ma nonostante tutto, ammettiamolo pure, prima o poi uno di quei post lo condividiamo, probabilmente nella vana speranza che così facendo nel nostro piccolo forse peroreremo una buona causa.
Quindi eccomi invasa la bacheca dell’argomento che ora sta infuocando la vita (magari a volte noiosa), le discussioni, i talk show e il parlamento degli Italiani: ‘le unioni civili e la stepchild adoption’. Guardando le notizie, i video pro e contro su tale argomento mi rendo subito conto di quanto sia fortunato a trovarmi in un paese che almeno in tal senso (nella tutela dei diritti delle persone) è civile.
È chiaro che io sono a favore delle unioni civili e della stepchild adoption semplicemente perché credo che i diritti di tutte le persone debbano essere rispettati e non c’è religione o dogma che tenga o che possa dire il contrario. Dettami religiosi o altri simili pensieri possono essere tranquillamente paragonati a uno spirito dittatoriale non diverso dal nazismo che nel secolo scorso in nome di un certo credo ha sterminato in modo disumano milioni di persone. Sacerdoti e pontefici di ogni estrazione religiosa dovrebbero riflettere seriamente su ciò e piuttosto che occuparsi di politica, dovrebbero impegnarsi più seriamente a curare l’anima delle persone e aiutarle nelle loro sofferenze (etero, gay o qualsiasi cosa esse siano).
Mi rattristo pure nel vedere molti artisti, intellettuali, personaggi più o meno famosi che cercano a volte anche in modo ironico di ricordare che siamo tutti uguali e che i diritti di ognuno dovrebbero essere tutelati.
Per carità ben venga chi intelligentemente ribadisce questo concetto, il problema è che non dovrebbe essercene bisogno! Come dicevo mi trovo in Germania e un argomento simile non è messo minimamente in discussione; vedere che il proprio paese ancora si arrabatta in modo alquanto ridicolo su qualcosa che è del tutto naturale, oltre a farmi vergognare di essere italiano, mi trasmette una profonda sensazione di pena verso un paese che appare, al mondo (civile), quasi medioevale!
Anche il Portogallo, che nell’immaginario dell’italiano fighetto medio è un paese antiquato, ha aperto addirittura alle adozioni gay! Quello sì che è un paese civile!
Se andiamo a vedere una mappa dei paesi in cui ancora i diritti civili delle coppie di fatto – gay o etero che siano – in Europa (ma non solo) vengono negati, vi renderete immediatamente conto che ciò accade solo in Italia e in pochi altri paesi purtroppo finora poco evoluti, perlomeno socialmente parlando.
E non pensate che in Germania tale rispetto civile sia sentito solo nella trasgressiva Berlino, no, è proprio la popolazione tedesca ad avere un rispetto (a 360°!) dei diritti delle persone. Mi meraviglio infatti di sentire ancora oggi molti Italiani criticare in modo grottesco la cosiddetta freddezza/durezza del popolo teutonico; dalle mie parti li definiscono ‘crucchi’ duri di testa. I tedeschi, è vero, non brillano per un’immediata affabilità e calore, a differenza del popolo italiano che con la sua passionalità è sempre disponibile, socievole, espansivo, pronto a dispensare simpatia e cordialità… salvo poi perdersi negli elementari diritti delle persone. Allora chi sarebbero i ‘crucchi’? I testardi e retrogradi? Chi i duri e freddi? Non certo i tedeschi!
La legge sulla tutela delle unioni civili è passata – per fortuna – perché l’Italia deve adeguarsi alla civiltà del resto dei paesi della UE e del mondo, ma credo che ci sia ancora da lavorare sulla mentalità di un popolo così estroverso da un lato e dall’altro così chiuso verso ciò che non gli è abituale. Un paese che non è ancora in grado di aprirsi al mondo ma resta chiuso e immobile su visioni, modi di pensare e vivere così anacronistici e perciò tanto patetici.
Ho visto un video di un talk show dove una politicante, verosimilmente di centro sinistra, si giustificava nei confronti di un politico sicuramente di centro destra, cercando di spiegargli che loro non vogliono far passare la legge sulle adozioni gay (più volte criticata dal politico di destra) bensì la stepchild adoption, come se pure lei convenisse che un’eventuale legge sulle adozioni gay sarebbe un abominio. Invero avrebbe dovuto ribattere con fermezza che la stepchild adoption è il primo passo, il minimo sindacale, e che un’eventuale apertura alle adozioni gay sarebbe comunque auspicabile nel prossimo futuro come segno di vera civiltà di un paese moderno, tollerante e solidale.
Un noto presentatore Italiano (Bonolis) a tal proposito ha ribattuto intelligentemente ‘Sempre meglio con una coppia gay che con 7 suore…’. Questo sì che è buon senso, bravo!
Io intanto vi dico: sempre meglio con 80 milioni di presunti ‘crucchi’ che con 30 milioni di benpensanti italiani… immagino che meno del 50% degli italiani sia messo così. Sarò troppo fiducioso?!
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