Ricchi premi e cotillons: anno nuovo, vita vecchia!

capodanno

Cinque, quattro, tre, due, uno… Auguri!

Siamo alle solite. Tutti gli anni è la stessa storia: riunioni di famiglia, feste per “imbucati”, countdown, tappo in aria, bollicine, immancabile quanto patetico trenino con la musica di “Disco Samba” dei Two Man Sound (la sempre verde pe pe pe pe pe pe per intenderci) il faccione di Carlo Conti su Rai Uno, di Barbara D’Urso su Canale 5, ricchi premi e cotillons.

Insomma, tutto questo per sottolineare che nonostante si dica da tempo immemore “anno nuovo vita nuova”, in realtà non è proprio così. Qualcuno diceva, difatti, che più le cose sembrano cambiare più restano uguali. Una grande verità nel “Paese delle mezze verità” per parafrasare il verso in musica di Gianna Nannini e Fabri Fibra nella hit “In italia”.

Tutti gli anni da quando sono entrata nell’età della ragione, i tg e i giornali dedicano spazio alle statistiche sui tappi pronti a saltare per il primo di gennaio. Immancabile anche il chiaro quanto tendenzioso messaggio ai cuginastri d’Oltralpe e alle loro rinomate bollicine. Sempre o quasi, in questa specialissima sfida a due, il vincitore è il Made in Italy. Sarà mica strategico? È forse un modo per favorire questa o quell’altra casa produttrice?

Benché il palato degli italiani sembra in effetti preferire lo spumante dolce, è difficile che la casta rinunci alle sofisticate bollicine brut francesi da sempre sinonimo di eleganza (da comprovare peraltro) e di money. Pensate all’uomo in pareo della Wind, parodia del ricco megalomane moderno, interpretato da Giorgio Panariello! Potrebbe mai rinunciare a quello specifico tocco frizzante?

E no Ciccia!

Del resto lo champagne è più un must, un modo di apparire, che non altro. Fa figo, insomma. E che cosa non si farebbe per sembrare quello che non si è?
Tra le altre banalità recidive del periodo delle feste natalizie, anche le trasmissioni dedicate al Capodanno. Ebbene, mi rendo conto che ci sono dei casi in cui il mezzo televisivo è di supporto e compagnia, ma i miei due neuroni sono stanchi di sentire sempre le stesse canzoni, vedere sempre gli stessi ospiti e vedere sempre il solito conduttore eleggere la solita prima Miss dell’anno. E mentre ogni volta si parla di cambiamento, continuiamo a vivere delle andropause del toscano più nero d’Italia che, manco a dirlo, ospita sempre gli stessi personaggi, e della menopausa di Barbarella che, accerchiata dalla luce divina e con l’occhio sempre lucido come Brooke Logan quando chiede perdono a Ridge Forrester dopo l’ennesimo cornino, si sente superiore a san Gennaro mentre chiama pezzente il metereologo Paolo Corazzon (che gli tocca fa pe’ campà!) in uno dei loro patetici siparietti.

Una pesantezza infinita e una tristezza sconfinata vedere tutte quelle marionette che si proclamano artiste(i) quando non conoscono il vero senso dell’Arte, che per me sono “facce e nomi senza storia”. Pagate per il nulla sono lì, impomatate e sorridenti tanto da sembrare Realdolls con l’unico obiettivo di divertire divertendosi. Perché oggi se non ti diverti con quello che diverte gli altri, sei fuori dai giochi. Sei asociale, strano, persino pericoloso. Forse invece si è solo più onesti perché, ma questo è solo il mio modo di vedere le cose, se non si è del giusto umore non è che la musica brasiliana, il can can o le idilliache previsioni di Paolo Fox risolvono il problema!

Fingere? Per qualcuno è una soluzione. Per me significa mentire a se stessi.
Forse basterebbe viversi il momento per quello che è, senza fronzoli e senza una regola fissa.

Ma tra le tante cose che nostro malgrado succedono in modo recidivo nella prima notte dell’anno, ci sono episodi decisamente meno di colore. Mi riferisco al dramma legato ai botti che spesso hanno causato mutilazioni e addirittura la morte. Una piaga, questa, che non sembra volersi rimarginare soprattutto perché, nonostante i controlli a tappeto da parte delle forze dell’ordine, il buonsenso non è di queste parti.

Troppo spesso la frenesia del divertimento e la sindrome del porno divo (io sì che ci so fare!) rappresentano una miscela esplosiva. Così, ogni volta al sorgere del sole più che portarsi dietro il ricordo della notte più lunga dell’anno, si contano le vittime. In alcune zone si dirama un vero e proprio bollettino di guerra.

Dunque, siamo proprio certi che sarà una vita nuova?

Consentitemi lo scetticismo.

Basti pensare alla Giustizia che non esiste, all’utopia del Lavoro, all’Istruzione ormai vero gioco al massacro, alla Sanità affidabile come nella serie televisiva “Scrubs – Medici ai primi ferri” e al Governo che sembra il “Fantastico mondo di Amelie”.

E allora ditemi: che cosa vuoi di più dalla vita?

Il CORAGGIO. Ecco che cosa vorrei.

Coraggio di sfogliare l’album dei ricordi trattenendo i più belli e imparando da quelli più brutti. Coraggio di costruire il futuro non sulle basi di un tappo di sughero per quanto pregiato lanciato in cielo allo scoccare della mezzanotte, bensì sulla consapevolezza che ogni nuovo anno è un’occasione per cambiare. Noi per primi.

E allora, cari lettori, perdonate la nota scura del mio pezzo ma non ho mai saputo dire la cosa giusta.

Buon 2011 a tutti!

2 Replies to “Ricchi premi e cotillons: anno nuovo, vita vecchia!”

  1. Amica mia, lascia che ti chiami così, come ti capisco! Sarò antica, anche se non mi sento affatto vecchia, ma quest’anno lo strombazzamento natalizio mi ha estenuato più che mai, e mi sono rifiutata categoricamente di prenderne parte: cenetta solo con i miei cari, figlio nuora e nipotino, Messa a mezzanotte celebrata stupendamente da un Parroco intelligente., regalini utili sempre e solo fatti col cuore. Il giorno di Natale ho fatto il bagno al mio cagnetto e me ne sono stata in casa, coi miei libri. La Tv posso dire di non averla neanche accesa. La mattina dopo ho visto con malinconia i cassonetti della spazzatura inondati e circondati da montagne di cartoni, di sacchetti di plastica, di stracci di ogni genere. Ahi noi anch’io vorrei semplicità, ordine, sincerità. In quanto ai famosi botti di Capodanno, che nel mio quartiere in pratica sono già cominciati, è meglio che non dica quello che penso, altrimenti mi censurate.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *