di Elisa Scaringi
A volte un’idea ambiziosa può trasformarsi in un film eccellente. Questo è sicuramente il caso di Birdman, ultimo lavoro di Alejandro Gonzalez Inarritu, vincitore di quattro premi Oscar: miglior film, miglior regia, migliore sceneggiatura originale e miglior fotografia. Dopo una serie di storie tragiche girate con rara maestria (come 21 grammi, Babel e Biutiful) il regista messicano scardina il proprio stile. Birdman è infatti un metafilm: il mondo dello spettacolo che racconta se stesso. Il montaggio serrato dei film precedenti lascia il posto a lunghi piani sequenza che portano il teatro sul grande schermo. L’ambientazione ristretta e spesso claustrofobica viene preferita all’intreccio utilizzato solitamente da Inarritu.
Divenuto celebre per aver vestito i panni dell’uomo uccello, Riggan Thompson (interpretato da Michael Keaton) viene oscurato da supereroi giovani e tecnologici. Prova a rimettersi in gioco curando l’adattamento teatrale e la regia di un racconto di Raymond Carver, in cui veste anche i panni del protagonista. Da qui si alza il sipario sul mondo dello spettacolo, fatto di invidie, crisi di coscienza, sesso e critica spietata. Il cinema preferisce i supereroi computerizzati e senza anima mentre Riggan trova il suo alter ego in birdman. Broadway acclama gli attori che sanno nascondere le proprie debolezze, lui invece riscopre la strada verso se stesso proprio sul palcoscenico. La crisi, e poi lo strappo, nasce dal confine impercettibile fra realtà e finzione.
Birdman ricorda molto i film di Robert Altman, regista fuori dal coro hollywoodiano: l’uso dei piani sequenza, l’adattamento di un racconto di Raymond Carver e, soprattutto, la messa in ridicolo del mondo dello spettacolo. Birdman, che accende i riflettori sulle fragilità e le contraddizioni degli artisti, riporta allo spettatore una massa magmatica e piacevolissima, attraverso la quale riflettere sulla società contemporanea, per la quale milioni di contatti sui social media equivalgono a una attestazione di stima da parte del pubblico.
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