Cafè express: una storia vera ed un film

 Primi anni ’80,  vado su e giù per l’Italia in treno: a Genova, a Padova, a Bologna, a Bari, a Catanzaro, a Palermo, solo per dirne qualcuna delle tante destinazioni.

A tenere corsi, era il periodo che alla formazione aziendale ci si doveva credere.

Ed  in quegli anni ho incontrato il vero Michele Abbagnano, si quello di Cafè Express, il film con Manfredi. Si chiamava Salvatore P****, anzi don Salvatore, ed era stato il consulente tecnico nel film di Manfredi. Molti degli episodi del film sono tratti dalla vita vissuta di don Salvatore.

Don Salvatore, che abitava a Frattamaggiore ed all’epoca era sui settanta anni, faceva il mestiere di caffettiere sui treni da subito dopo la guerra. Ed aveva trasmesso il mestiere ai suoi sei figli maschi. La ‘Don Salvatore Cafè Express’, consolidata azienda familiare, copriva tutti i treni notturni in partenza da Napoli sia verso Sud che verso Nord. Quando l’ho conosciuto Don Salvatore non ‘faceva’ più i treni, ma coordinava le operazioni, vale a dire organizzava i turni di servizio, provvedeva alla fornitura del materiale alla partenza in capienti ceste di vimini. Era una organizzazione perfetta. Alla partenza da Napoli il caffettiere aveva materiale sufficiente, ad esempio, per Livorno e ritorno, di caffè, latte, conservato caldo in capienti thermos. La giusta quantità nasceva dall’esperienza consolidata di Don Salvatore, altro che analisi di mercato ed uffici marketing. Don Salvatore sapeva perfettamente, alla tazzina, quanto caffè si poteva vendere su ogni treno, conosceva anche i turni dei ferrovieri e quindi quali erano i rigidi e quali disposti a fare finta di nulla, bastava avere l’abbonamento in regola.
La ditta garantiva l’igienicità dei propri prodotti e questo lo posso affermare con certezza anche io.

Quante me ne ha raccontate Don Salvatore, durante le attese dei treni notturni in partenza da Napoli. Non so perché mi prese in simpatia e qualche volta quando sono arrivato di notte a Napoli oltre l’orario di partenza del locale per Frattamaggiore, Don Salvatore mi accompagnava con l’Ape che usava per portare le ceste ai caffettieri viaggianti. Dopo un poco di tempo i caffettieri non mi fecero più pagare ed in aggiunta mi facevano anche il servizio sveglia. Il mestiere presentava anche qualche inconveniente tipo le varie multe ed i processi subiti per vendita abusiva. Per questo la “Don Salvatore inc.” aveva un avvocato fisso.

Orgoglio della ditta, a dire del patriarca, era che sui treni serviti dalla famiglia i borseggiatori stavano lontani.

Don Salvatore è morto da una decina di anni, aveva oltre novanta anni. Da un pezzo i figli hanno smesso di vendere sui treni e sono emigrati in Tunisia, eh sì hanno fatto il percorso al contrario dei vari extracomunitari. Ad  Hammamet, hanno aperto,  per i turisti italiani ed i ricchi tunisini, un ristorante che si chiama, guarda caso,  Cafè Express.

Ecco una lunga sequenza di Cafè express:  

la scheda completa del film su IMDb

PS
Non so se si è capito,  io adoro i treni.

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2 Replies to “Cafè express: una storia vera ed un film”

  1. avendo lavorato da capotreno per 25 anni al deposito di Napoli Cle ,ho conosciuto ,per poco tempo don Salvatore e per più tempo i figli, ma ho conosciuto anche gli altri "frattesi" che vendevano di tutto sui treni e mantenevano i figli all'università,i quali nelle pause dello studio, cavalcavano anche loro i treni col cestino di vimini a vendere…ho assistito al cambio di approccio tra i "frattesi " e i "caivanesi" e alle trasformazioni ulteriori…peccato che oggi quelli cresciuti con quei soldi e che esercitano da medici abbiano dimenticato del tutto le pezze che abbiamo portato tutti…ma questo è vizio italiano, per meglio sgridare chi ADESSO è povero.

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