Casalinghe disperate? No, grazie


Rosalba Barletta, pescarese in gita turistica in Campania, dimenticata in un autogrill, decide di approfittare del contrattempo per arrivare a Venezia in autostop; ivi giunta si innamora della città, della sua gente, trova un lavoro e mette da parte sensi di colpa e una famiglia scombinata, corna comprese, per imparare a gustare la vita e l’amore in modo nuovo.


La rivincita di una casalinga disperata?
Macché, i veri disperati sono quelli che lascia alle sue spalle.

Cos’altro dire di un’opera deliziosa e confezionata con cura artigianale, un film che una volta tanto mette tutti d’accordo?

Pluripremiato e ottimamente ripagato dagli incassi, Pane e tulipani del regista Soldini (ma una nota di merito va anche alla co-sceneggiatrice Doriana Leondeff) è un mosaico di piccole gemme, sia sotto il profilo della recitazione che nella sapiente costruzione.

Spiccano su tutte, la prova d’attore di Bruno Ganz (dal curioso preziosismo linguistico che fa da contrappunto, anche comico, al parlato quotidiano degli altri personaggi) e la naturalezza ed espressività della luminosa Licia Maglietta, nel ruolo della protagonista. Ma praticamente tutti gli attori hanno dato il meglio di sé.

Un tema che è un leitmotiv nella produzione di Soldini, il ‘viaggio’, attraverso cui si realizza la scoperta e conoscenza di sé (e degli altri), ha consentito al regista, generoso esploratore dell’universo femminile, di costruire il film giusto al momento giusto.

Fortunate coincidenze?
Forse, ma soprattutto abilità nel comporre e ‘leggerezza nella pensosità’ come il sagace Calvino suggeriva nelle sue Lezioni Americane.

Un film che lascia addosso un’impressione di contentezza.


httpv://www.youtube.com/watch?v=r_92dH8KhSc

 

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Pane e tulipani, Italia/Svizzera, 1999 (uscita 2000), regia di Silvio Soldini

Gamy Moore
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7 Replies to “Casalinghe disperate? No, grazie”

  1. Delizioso film, che vidi tempo fa e che rivedrei volentieri, ti fa sorridere, riflettere, sperare.

  2. Amo quel film. Esprime la rabbia repressa e l'infelicitá mascherta di tante donne….ma anche la loro potenzialitá per un riscatto. E' uscita nelle sale mentre stavo decidendo la separazione. Il film ebbe una parte significativa nella mia decisione.
    Anche se…devo confessarvi….non tutti gli autostop portano a Venezia, non tutti gli uomini sono Bruno Graz…e ahimè manco io sono Licia Maglietta.

    1. Hai ragione, cara amica

      sono tanti i rospi che ogni giorno si devono ingoiare, si deve dissimulare la rabbia e l'amarezza, la frustrazione.
      Non tutti gli uomini sono Bruno Ganz, un autostop può essere fatale.
      Noi donne lo sappiamo, conosciamo la paura di uscire sole, la sera…

      Il film sembra essere anche un auspicio di speranza che qualcuno di quel genere (alla Ganz, anche senza essere poeta) ancora esista.
      Io ne sono certa.

  3. E' difficile trovare le parole per esprimere l'emozione che mi provoca questo film.Lo rivedo sempre volentieri.Adoro quell'espressione di costante incredulità sul viso di Rosalba,il suo essere teneramente maldestra,lo stupore nel vedere un'altra vita che le viene incontro a braccia aperte e le consente di essere finalmente sè stessa.

    1. Cara Antonella, le parole le hai trovate eccome!

      Hai espresso egregiamente l'emozione e il piacere che si provano vedendo questo film.

  4. Vero, verissimo.

    Divertente il tormentone della suoneria del cellulare dell'improvvisato detective, Costantino (alias Vittorio Alfieri), interpretato da Battiston.
    Una bella interpretazione anche quella del compianto Felice Andreasi.
    Lo stesso per Catania (il marito fedigrafo).
    Insomma, tutti bravi.

  5. Film bellissimo che rivedrei mille volte.
    E' leggero, amaramente dolce, ne esci ossigenato.

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