di Pa & Cla
“Tom Ford si conferma e si migliora: Animali Notturni secondo film dell’affermato talento texano mescola psicologia a sangue e polvere.
Storia nella storia della profonda provincia americana dove il vecchio West non è mai morto e in cui se vuoi giustizia te la devi fare da solo.
Amy Adams bellissima e infelice, Jake Gyllenhaal bravissimo nel doppio ruolo di vittima e carnefice; tutti gli attori però sono azzeccati, il cattivissimo e folle Ray interpretato da Aaron Taylor-Johnson o Michael Shannon, candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista nei panni di uno sceriffo deluso dal lavoro e dalla vita che sta per abbandonarlo.
Tutto e tutti tenuti insieme da una sceneggiatura magistrale che tiene lo spettatore appeso alla storia sino all’ultimo istante e oltre.
La vendetta è un piatto che va servito freddo.”
Avevo letto avidamente queste righe che il mio amico Claudio aveva inviato dopo aver visto in sala l’ultimo nato in casa Ford. Questo film doveva essere una pietra miliare per scatenare in lui un simile entusiasmo. Non fantascienza, di cui lui è un cultore, ma un thriller dai toni accesi e dai brillanti chiaroscuri. In più con interpretazioni super e uno stile inconfondibile.
Claudio caldeggiava che andassi a vederlo, e perché no, a rivederlo con lui.
Mi attirava l’idea che ci fosse una storia nella storia, ovvero la presenza di un romanzo e del suo scrittore, e che questi elementi avessero un peso determinante. Ciò che invece frenava i miei entusiasmi era il genere di appartenenza: thriller/drammatico.
Nonostante la mia professione, non nascondo che la cosa in sé qualche timore lo suscitava. Uno dei trailer in circolazione lasciava presagire scene di sangue e violenza che con buona probabilità avrei ritrovato di lì a poco nei miei incubi notturni. Ma poiché a volte è necessario forzarsi un po’ per non scadere nel ridicolo e volendo anche sfatare miti, superai l’indecisione e mi disposi al grande passo. A dirla tutta, onde evitare figuracce e di aggrapparmi, stritolandolo, al braccio del mio amico di fronte a eventuali scene clou – che i miei occhi e stomaco di solito non reggono – avevo dato una sbirciatina a una versione streaming assai poco curata. Accertato che avrei retto la visione senza fughe dalla sala o svenimenti, ci ritrovammo seduti – quasi sotto lo schermo – un pomeriggio di gennaio nell’unica sala romana in cui il film veniva ancora proiettato. Dopo il battesimo a Venezia con annesso premio, alla pellicola erano già stati ampiamente tributati i dovuti riconoscimenti sia da parte degli spettatori che dei critici. Forse ci sarebbe stato bene anche il premio a Michael Shannon per la sua accattivante interpretazione dello sceriffo, ma sulle faccende americane meglio stendere al momento un velo e puntare alla prossima creatura della premiata ditta Ford.
Vederlo in streaming e rivederlo al Cinema sono esperienze che consiglio per capire come e quanto ci si perde. Quello che al computer mi era apparso assolutamente perfetto e patinato si mostrò in sala in modo un po’ diverso. Basti pensare che su grande schermo era visibile la grana della pelle che neanche il trucco riusciva a mascherare sotto la luce naturale. Gran parte dell’effetto glamour veniva comunque confermato, a riprova della maestria dell’ex stilista nell’organizzare gli spazi e orientare a proprio modo la visione in dettaglio o panoramica.
Quanto alla trama, lo snodarsi fra il presente e il passato dei protagonisti (Edward e Susan) e l’irrompere di una dimensione quasi onirica – rappresentata dalla lettura visiva del romanzo che inchioda e sublima le mancanze e debolezze dei due, fino all’epilogo – determinano un complesso ma equilibrato meccanismo che tiene concentrato lo spettatore entro e oltre la visione, ponendo solo qualche dubbio che gli indizi lasciati consciamente e il filo stesso conduttore portano infine a scioglimento. Un lavoro di direzione, montaggio e fotografia (magistrale l’uso dei colori) che premia l’impegno e lo sforzo collettivo con la creazione di un buon prodotto filmico, non scontato, nonostante la semplicità – a volte ovvietà – di certi quesiti esistenziali.
Ma ancora al giorno d’oggi non sembra inopportuno reiterare assunti che nessuna Storia potrà evidentemente mai insegnare.
Nocturnal Animals, scritto e diretto da Tom Ford, 2016
Adattamento del romanzo Tony and Susan di Austin Wright, 1993
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