Il giallo di GIALLO d’Argento

Si tranquillizzino i daltonici, di colori in questo articolo non ne vedrete.

Parliamo semplicemente del giallo (inteso come mistero) di “Giallo” l’ultimo film del regista Dario Argento.
Un film in lavorazione da più di un anno, con un cast di tutto rispetto (il premio Oscar Adrien Brody, Emmanuelle Seigner ed Elsa Pataky), e con giudizi entusiasti dei pochi spettatori.
Pochissimi oserei dire, perché “Giallo” poi è scomparso nel nulla!
Dopo un paio di anteprime in qualche Festival, il film non è mai uscito nelle sale, ed iniziano ad esserci forti sospetti che non uscirà mai confinando il film solo nel mercato Home Video.

Cosa sia realmente accaduto per ora nessuno lo sa, lo stesso Argento dice che i produttori sono giorni che si negano persino al telefono, che il film giace in magazzino e molto probabilmente non sono stati pagati nemmeno gli attori.
Sta di fatto che comprensibilmente il nostro Dario è decisamente giù di morale. “E’ il primo film che faccio nella vita che poi non esce. Mi ha provocato una grossa inquietudine, una specie di depressione. Ci ho messo tanto, un anno della mia vita, e ora è perduto”. E adesso? “Ho pensato addirittura di fermarmi un anno ma non è giusto, soprattutto per i miei fan.”

Mi chiedo cosa stia accadendo a questo regista riconosciuto ormai in tutto il mondo come il MAESTRO DEL BRIVIDO.
Non nego di essere un suo ammiratore, ma onestamente sono ormai parecchi anni che mi delude.
Salverei la sua filmografia sino a “Trauma”, ma se consideriamo che questo film è del 1993, non riesco a spiegarmi come abbia potuto collezionare un flop dopo l’altro per oltre 15 anni.
Sceneggiature poco solide, attori decisamente sotto la media, dialoghi poveri e surreali, per non parlare del doppiaggio…

Ma come è possibile?
Che Argento abbia perso la sua vena creativa?
O forse negli anni d’oro (o d’argento) qualche altra persona nascosta nell’ombra lavorava con lui?
Il mistero si infittisce sempre di più e avremo risposte più certe sicuramente nei prossimi giorni.

La cosa che più mi preoccupa è che se il film “Giallo” verrà distribuito solo in home video, difficilmente riusciremo a vederlo in televisione, tranne forse su qualche emittente satellitare a pagamento.
E questo è un vero peccato, perché ormai nelle nostre TV l’unica cosa di giallo che ci viene proposta è il risotto allo zafferano di Antonella Clerici!

LA TRAMA DI “GIALLO”
GIALLO sceglie le sue vittime in base alla loro bellezza, perché lui non è bello.
Schernito e deriso nell’orfanotrofio in cui era stato rinchiuso da piccolo, ora prova piacere nel rapire donne bellissime e nel torturarle.

 

Le sottopone ad indicibili sevizie, lasciandole a lungo agonizzanti, fino a quando non è completamente appagato. Poi le uccide brutalmente e si disfa dei loro corpi.

 

GIALLO è una “macchina di morte” di incredibile efficienza; sa sempre con esattezza quando e come colpire; e sa, con precisione, quale sarà la sua vittima successiva.

 

E’ molto scaltro ed intelligente, individuando le sue prede soprattutto fra le turiste.
L’ultima è una studentessa asiatica, che ha appena rapito e tiene prigioniera nel suo sordido nascondiglio.
Ma ha già individuato anche la prossima: una splendida fotomodella di nome Celine (Elsa Pataky).
Intanto Linda (Emmanuelle Seigner), sua sorella, è appena giunta a Torino ed è molto preoccupata perché Celine non dà più sue notizie.

 

Decide di rivolgersi alla polizia che affida il caso all’Ispettore Enzo Avolfi, personaggio piuttosto schivo e che non gode di grande stima fra i suoi colleghi.
Le caratteristiche del caso lo inducono a concentrare la sua attenzione su un pericoloso serial-killer, soprannominato GIALLO, ancora in libertà.

 

Fra Enzo e Linda si crea un vero e proprio affiatamento e le indagini procedono in collaborazione.
Intanto viene rinvenuto il corpo privo di vita della giovane studentessa asiatica.
L’Ispettore Avolfi, che conosce bene la psicologia di quel serial-killer, è certo che, se non riuscirà a fermare GIALLO, la prossima vittima sarà proprio Celine…

 

Fonte:darioargento.it


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