«Nella luce nuda vidi
diecimila persone, forse più
gente che comunicava senza parlare
gente che sentiva senza ascoltare
gente che scriveva canzoni che nessuna
voce avrebbe mai cantato
e nessuno osava
disturbare il suono del silenzio» (The sound of silence).
C’è un silenzio che è fatto di tante azioni, parole, discorsi e grandi eventi che riempiono le pagine della vita pur senza lasciare le tracce del loro passaggio. Chili di emozioni vendute a pacchi, da portare via e mangiare a casa, da confondere con altre voci, emozioni, parole, (altre) vite che incrociano le nostre come transatlantici di notte nell’oceano.
Ci illudiamo di potere governare le navi, di stabilirne le rotte verso Nerverland – Un sogno per la vita e le tracciamo nelle carte, ne progettiamo gli approdi fissandone con precisione le date e gli orari. Costruiamo carriere, matrimoni, case, mobili, conti correnti, profili, immagini di noi dando fondo a tutte le energie, finché arriva lui: un Piccolo grande uomo, Alfredo Alfredo – o in qualsiasi altro modo potremmo avere deciso di chiamarlo – ed ecco che tutto cambia, le priorità sono azzerate, i programmi saltati, le intenzioni rovesciate. Perché John e Mary non sono più due sposi, ma genitori e la loro missione è cambiata: prima combattevano per loro stessi, adesso per il Vigilato speciale che è lui, quell’omino che chiede protezione e affetto, cura e dedizione, che assorbe tutte le loro energie, soldi e denaro, Sesso e potere.
Da quando in casa c’è lui Sono affari di famiglia, niente più amici, passioni, viaggi, ricevimenti, inviti e banchetti. Quando c’è un figlio L’amore non va in vacanza. Sleepers? Magari! Riposare manco a parlarne, perché il pupo chiama anche di notte. Ed è lì che scoppia la battaglia dei biberon, dei turni di veglia e riposo, del sotto a chi tocca perché l’ultima volta l’ho fatto io.
Kramer contro Kramer direte voi. Virus letale dico io, perché il frutto del matrimonio può fare saltare il banco dell’amore, della carriera, della personalità. Non ti senti più Eroe per caso, ma Cane di paglia e il massimo del divertimento è una giornata sul prato dando quattro calci alla Sfera con lui, o un giro da Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie a scoprire assieme le ultime novità in fatto di giocattoli.
Intanto, la situazione che vorresti tenere sotto controllo (ancora quel maledetto vizio, eh?) è in continua evoluzione: presto dovrai imparare tutto su Giovanna D’Arco, essere pronto ad aiutarlo nella Versione di Barney e, se ti resta tempo, farlo distrarre con Hook – Capitan Uncino. Cosa vorresti di più dalla vita? E se comprerà il primo Profumo vorrai sapere per chi, se c’è sotto qualcosa. Ma lui non si scoprirà: manterrà Il segreto di Agathe Christie. Furbo come una volpe ti farà sembrare tutto Vero come la finzione e tu comincerai a sospettare di tutto e di più, trasformando la famiglia in una succursale della Scuola di gangster.
Tutti contro tutti, ma non per molto. Il tempo stringe, la vita scorre come un treno senza fermate. Il diploma, la patente, gli amici, non torno a casa stasera e lo immagini in situazioni di estremo pericolo, Rain Man – l’uomo della pioggia, senzatetto, ombrello e morale, quasi Un uomo da marciapiede. Lui, invece, è soltanto scappato da casa, dalla tua stretta d’amore: insomma, Papillon.
E poi viene quel giorno. Lo sapevi, ma non eri ancora pronto: La giuria è riunita, parleranno tutti quanti, dotti medici e sapienti, ma soprattutto parlerà lui, Il laureato. Ancora non lo è, lo sarà tra dieci minuti. Loro in silenzio ascoltano, tu preghi. Ma non che lui ce la faccia, piuttosto che tu riesca a non piangere.
La mente galoppa, immagini il futuro, ti auguri il meglio, la vita vola ma tu non cambi di un tot e t’illudi ancora di governare gli eventi. Te lo immagini lì, impegnato nella grande corsa alla quale ti eri iscritto anche tu. Lo vedi sgomitare tra i tanti, Il maratoneta che taglia il traguardo, seduto tra quella gente importante, Tutti gli uomini del presidente, a realizzare i sogni più tuoi che suoi.
Ma Oggi è già domani e rimetti in fila tutti quegli anni, i mille eventi che ti hanno bloccato, le carriere sospese, le case mancate, i mobili logorati, le vacanze saltate. E ti sembrano un lampo, ma di vita spesa bene tra giocattoli e drammi, tra amori e battaglie, tra necessità e forzate virtù. Come quelle dei personaggi inventati da un grande e poliedrico attore, Dustin Hoffman, che conoscesti 44 anni fa quando, appena laureato, viaggiava sulla sua Alfa Romeo Spider rossa, diretto da Mike Nichols.
Benjamin Braddock sfrecciava da Pasadena a Santa Barbara soltanto per urlare il suo «Noooo!». Per lui ciò che importava non era il traguardo raggiunto, quanto la strada già fatta e perché. O meglio per chi. In amore non conta cosa perdi o la fatica che fai, ma la strada che percorri e per chi. Anzi, ci pensi e hai già Moonlight Mile – Voglia di ricominciare. E il futuro chi lo sa? Il tempo passa e magari, mentre ci pensi, Mi presenti i tuoi?
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Voto 110 e lode
- Regia: Mike Nichols
- Interpreti: Dustin Hoffman, Anne Bancroft, Katharine Ross, Murray Hamilton
- Musiche: Paul Simon, Art Garfunkel, Dave Grusin
Si ringrazia per l’editing M. Laura Villani
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