L’amore? È complicato

Lui è Jack Adler (Alec Baldwin), cinquantotto anni, avvocato stimato, padre di tre figli ed è il marito di lei.

Lei è Jane Adler (Meryl Streep), donna di mezza età, imprenditrice di successo, madre di tre figli ed è la moglie di lui.

I due sono, dunque, marito e moglie. Anzi, no. Lo erano, perché adesso sono divorziati. No, non da poco. Sono passati dieci anni:  «Assurdo! È già passato tanto tempo?».

Adesso lui è sposato nuovamente, ma in seconde nozze, con Agness (Lake Bell) sua ex amante, una bruna mozzafiato, con un figlio e che ne vuole un altro da lui.

Lei, invece – la prima lei – cioè  Jane, vive da single con i suoi tre pargoli, figli di Jack, che adesso sono diventati ragazzi adulti e autonomi.

Jane e Jack hanno divorziato perché erano alla ricerca delle affermazioni personali, perché erano ancora giovani, perché i figli crescevano e  perché il tempo per la vita di coppia non c’era mai. L’amore tra marito e moglie era, insomma, una faccenda molto complicata.

Ma le situazioni cambiano quando gli anni scorrono. Così succede che il tempo, adesso, basti e avanzi. Tutti i loro problemi di (ex) coppia si sono dissolti, gli impegni sono minori, sono entrambi arrivati e sono diventati quello che volevano essere. Ora tutto è molto più semplice.

Però adesso, nella vita di Jane, sta per entrare lui. L’altro lui: Adam (Steve Martin), appena divorziato (due anni è mezzo per la verità, ma  segue ancora un corso per il superamento dello stress), colto, intelligente, affermato architetto, incaricato di progettare la ristrutturazione della casa di Jane.

L’altro lui, Adam, è in cerca dell’amore. Ma, ritenendosi ancora vulnerabile, non vorrebbe mai che la donna della quale si possa un giorno innamorare, abbia già una storia in piedi con un altro uomo.

La vita, però, si diverte a mescolare le carte e a ridistribuirle ad occhi bendati. Così giunge il tempo in cui uno dei figli di Jack e Jane si laurea al college e i genitori sono invitati alla cerimonia. Allora lui, il primo lui – Jack – si rivede con lei – Jane – mentre l’altro lui – Adam – si sta cominciando ad innamorare della stessa lei – Jane. E la situazione si complica davvero.

Così succede che Jane da single, divorziata, ex moglie, madre serena ed appagata, imprenditrice di successo  abbia la possibilità di diventare l’amante di Jack, ex marito, divorziato, risposato, avvocato affermato, stressato dalla nuova e giovane moglie. Oppure che possa diventare il nuovo amore di Adam, divorziato, malinconico, sensibile, in cerca di una nuova storia e suo personale architetto.

Tutto visto e rivisto, si direbbe: un figlio che si laurea, i genitori che si rincontrano e «quanto sarebbe bello ritornare ancora tutti insieme». Fin qui non ci sarebbe molto da dire, ma la regista Nancy Meyers è una di quelle a cui piace scrivere normali storie romantiche, movimentandole in forma di spumeggianti commedie. Lo fa in È complicato con un tocco di regia glamour, con una sceneggiatura sufficientemente intrecciata e completando il tutto con le raffinate musiche di Hans Zimmer.

Allora, cosa manca? Il sesso. Lo faranno? E chi? Lei con il primo lui – l’ex marito – o lei con l’altro lui – l’architetto?

Non sperate di scoprirlo adesso, perché siete ne Il dolce inganno, dove la finzione è di casa. Dunque, se volete saperne di più, dovrete guardare il film, scegliere e soffrire con Jane, Jack ed Adam, perché l’amore è una tavolozza nella quale i colori si mescolano e cambiano in continuazione, secondo le prospettive. Per voi, insieme a loro, ci sono nuove scelte da fare e situazioni da risolvere.

E non provate a chiedere aiuto al vostro analista, perché lui non vi dirà quale sia la scelta giusta, ma vi aiuterà soltanto a scoprire la strada che voi volete veramente intraprendere.

Per tutto il film, vi chiederete se Jack debba lasciare la seconda moglie, per tornare dalla prima. E se Jane dovrà abbandonare per sempre l’ex marito, per lanciarsi in una nuova storia d’amore.

O, forse, sarebbe meglio per Jane accogliere l’ex marito e ricomporre il quadro familiare? E  Adam potrà rischiare il suo cuore per Jane, o le sue ferite non sono ancora sufficientemente rimarginate?

Sarà giusto? Sarà sbagliato? Chi lo può dire?

L’amore è una delle equazioni più difficili da risolvere. La guardi e pensi che non riuscirai mai a venirne a capo. Puoi soltanto provarci, ma lungo la strada incontrerai mille difficoltà. Il risultato esatto è nascosto tra le pieghe della commedia, ma è uno soltanto. Trovarlo è complicato.

 

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4 Replies to “L’amore? È complicato”

  1. Il cinema, anche quello leggero, se scritto bene può essere uno strumento che ci aiuta a riflettere.
    La commedia è un genere solo apparentemente frivolo. Prova ne siano le storie scritte da Woody Allen e da Billy Wilder, solo per citare un paio di autori.
    Non è da meno Nancy Meyers che, già con “Tutto può succedere”, aveva dato prova di sapere setacciare bene il mondo delle relazioni affettive tra uomini e donne maturi, mettendo in risalto il fatto che non si finisce mai di sperare, stupirsi di qualcuno, innamorarsi ed imparare dallo stesso amore.
    Grazie a te, di vero cuore.

  2. Sì, l’amore è complicato. E’ solo un sommovimento di ormoni, cellule che ti urlano che quel partner è quello giusto per te dal punto di vista riproduttivo, come dice la scienza? O c’entrano le affinità più o meno elettive, qualcosa di soprannaturale che ci trascende, come qualsiasi romantico ama pensare? O è solo una fissazione, soprattutto quando con una certa persona le cose finiscono e non si riesce a farsene una ragione, sublimando una realtà come tante altre? Sì, è complicato e forse guarderò questo film per chiarirmi un pizzico le idee. Grazie Tinos come sempre per le bellissime recensioni.

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