Mine Vaganti: Ozpetek un genio, una conferma.
Ma Ozpetek con questo film si supera, secondo me una delle più riuscite pellicole del noto regista di origine turca.
Uno Scamarcio che finalmente non interpreta un ruolo rivolto a ragazzine scalmanate nel pieno dell’esplosione ormonale dell’età.
Il protagonista, Scamarcio appunto, destinato a gestire con il fratello l’azienda di famiglia, decide di ribellarsi a questo destino che gli sta stretto. Lui non vuole collaborare alla gestione, tramandata di generazione in generazione, del pastificio dei suoi genitori, lui vuole scrivere, lui è gay!
Ma nessuno conosce i veri desideri di Tommaso, nessuno sa della sua omosessualità, tanto più che vive in una provincia del profondo sud (Lecce) dove determinati ‘vizietti’ sono inaccettabili, derisi, condannati. Lui ha deciso di confessare tutto alla sua famiglia durante un’importante cena, per di più di lavoro, è certo che così il padre lo butterà fuori di casa e da quell’azienda in cui non vuole lavorare. Ma a sorpresa qualcun altro lo precederà, sconvolgendo la serata e impedendogli di portare a termine il suo intento.
Il film si dipana fra esilaranti equivoci, divertenti imprevisti, il tutto condito da una sottile e a volte amara ironia che tocca temi attuali, spesso scomodi, ma trattati sempre con delicatezza e senza inutili ipocrisie.
Non crediate però che Mine vaganti sia solo un film fatto di gustose scenette; Ozpetek non delude le aspettative e come al solito dipinge un affresco veritiero, a volte duro, di una classica famiglia borghese medio-alta, di una città, di una nazione. Lo fa riuscendo anche stavolta a raggiungere le corde più profonde dello spettatore, perfino commuovendo.
Gli interpreti sono tutti bravi e ben calati nei loro ruoli.
Scamarcio riesce a rendere credibile il suo ruolo di ragazzo gay sognatore senza mai essere troppo sopra le righe. Ottima prova d’attore anche per Alessandro Preziosi.
Anche gli altri ragazzi che interpretano i restanti ruoli gay sono perfettamente inseriti nei loro personaggi senza sbavature, anche quando si calano in personalità più femminee.
Ennio Fantastichini è fantastico nel ruolo di padre un po’ padrone a cui importa più l’immagine, la facciata, che si preoccupa delle chiacchiere che girano in paese più delle necessità dei figli.
Lunetta Savino (la moglie) si rivela un’ottima spalla del marito, ovviamente con quel tocco di indulgenza in più che ci si aspetta da una madre del sud.
Irriconoscibile e bravissima è Elena Sofia Ricci nel ruolo della divertente zia apparentemente svanita e depressa.
Ottima anche la sorprendente Nicole Grimaudo nel ruolo di una giovane donna tormentata, un po’ ribelle e stravagante, che sembra innamorarsi del protagonista.
Ma secondo me il ruolo più riuscito è quello interpretato da Ilaria Occhini, la nonna del protagonista. In effetti è lei la ‘mina vagante’, una donna che ha vissuto pienamente, non senza sofferenze e pene d’amore, la propria vita, un’anziana donna che dall’alto della sua esperienza e sensibilità lancia sublimi messaggi con sottile ironia e un tocco di amarezza. In famiglia viene spesso trattata con sufficienza, quasi come se fosse rimbambita, ma in realtà è l’unica che sa ragionare con vera lucidità. Alla fine sarà chiaro che la dolce e acuta nonnina non era l’unica ‘mina vagante’ ma che in fondo un po’ tutti erano delle ‘mine vaganti’, e che forse ognuno di noi lo è in qualche modo.
Un film che vi consiglio con tutto il cuore: non uscirete dal cinema delusi ma rinfrancati da molte risate e anche arricchiti da riflessioni sulla vita, sulla famiglia, su assurde ipocrisie e sull’amore in tutte le sue forme.
Ah, vi chiederete che c’entra la ‘spiaggia libera’ con questo film… beh, non è il caso che vi racconti tutto il film, vi pare? Ma se andrete a vederlo lo scoprirete con molto spasso…
Buona visione a tutti!
Mine vaganti, Italia, 2010, regia di Ferzan Ozpetek
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Ho avuto il piacere di vedere l'ultimo film di Ozpetek "Mine vaganti" e devo dire che l'ho trovato di ottima qualità…non volgare, non pesante, non troppo tragico e con quel tocco di leggerezza che fa rientrare il tema dell'omosessualità nella giusta prospettiva. Trovo che il film rispecchi perfettamene l'atteggiamento della mentalità del sud Italia (e forse anche di buona parte del nord) su un tema così delicato. Purtroppo in Italia si è sempre molto indietro da questo punto di vista rispetto ad altri paesi europei a noi vicini. L'influsso della chiesa è sempre presente in modo pesante e invasivo soprattutto su certe zone del nostro bel paese e questo non fa che ritardare il processo di accettazione di un qualcosa che avrebbe dovuto essere visto come normale condizione di chi ha un diverso orientamento sessuale rispetto a ciò che è considerato "normale" (concetto che trovo onestamente raccapricciante).
Bravo Ferzan e complimenti a Alan per la sua ottima recensone.
Complimenti a te per il bel commento! non ho altro da aggiungere, grazie Antonio!
Va bene…riscrivo la prima parte. Per me il film -pur di confezionamento gradevole e con un cast che dà il meglio di sè- risulta antiquato e retrogrado, pieno di retorica e luoghi comuni. L'omosessualità-che non deve necessariamente essere trattata in modo lacrimevole e serioso come in Philadelphia- viene esaminata con occhio borghese ed atteggiamenti intrisi di risolini ammiccanti ed atmosfera tragicomica. Meglio "Il vizietto",-fra le pellocole a grande diffusione,con qualche annetto di più sulle spalle e decisamente meno ipocrita. Lo spettatore era condotto per mano dalla parte dei gay, in empatia. Qui neanche il regista sembra empatico…(sigh). P.S. sono "etero"
Effettivamente cara Flavia mancava un pezzo, mi scuso ma non so cosa sia accaduto al server.
In ogni caso mi trovo in disaccordo con te a me non pare che Mine vaganti sia così retorico e non empatico.
Mi pare anche paradossale dire che Ozpetek (omosessuale) non sia empatico… in realtà secondo me è l’esatto contrario.
'Il vizietto' è sicuramente una film apprezzabile nel panorama cinematografico italiano, ma a mio parere in effetti è piuttosto retorico, infatti utilizza il classico topos del gay effemminato volgarmente definita checca, oltre a travestimenti vari (che raramente in realtà appartengono a questo ambiente).
Invece nel film di Ozpetek i protagonisti (gay) non sono mai esagerati, mai troppo sopra le righe, senza però nascondere l’aspetto femminile di alcuni dei protagonisti.
Insomma in Mine vaganti è rappresentata la realtà omosessuale (attuale), con relative problematiche e pregiudizi, in maniera più pertinente che non in altri film visti, senza poi mai scadere nel volgare o appunto nella retorica.
Continuazione…
La bravura di Ozpetek è stata quella di parlare di un argomento tabù, drammatico – per chi vive nella realtà questa ‘onta’- facendoci ridere su di un tema, l’omosessualità, che in realtà non dovrebbe essere trattato in modo così serio e drammatico.
In breve il regista ci dimostra che nell’omosessualità non c’è nulla di orribile, ma che caso mai orribili sono i pregiudizi e la cattiveria di certe persone.
Quindi da un lato questo film non penso offenda la sensibilità gay e dall’altro insegna, a chi l’aborra, che l’omosessualità non è qualcosa di cui vergognarsi anzi…
dov'è andata a finire la prima parte del mio intervento ? Con solo la seconda pubblicata sembro matta !!!!! XD
Aggiungo che nel Sul generalmente è un'onta essere gay o lesbiche per lo più nel mondo di mafia e camorra, ma non è l'opinione maggioritaria.
In breve, a parer mio, il regista è lontano dalla qualità delle sue prime opere, e sta vivendo un momento di grosso riflusso intellettuale, che peraltro condivide con tanta parte del mondo intellettuale, al giorno d'oggi.
Ciao Flavia, credo purtroppo che essere omosessuale sia un’onta sia al sud che al nord ancor’oggi.
Non mi è parso però che Ozpetek volesse puntare il dito sulla mentalità del sud, ma ha scelto semplicemente l’ambientazione più adatta. Poteva pure essere ambientata in un paesino del nord e secondo me non sarebbe cambiato molto. Certamente, a mio parere, risulta più ‘simpatico’ (direi più cinematografico) il dialetto del sud rispetto a quello del nord, oltre al fatto che Lecce mi sembra splendida (non ci sono mai stato).
A me il film è piaciuto molto e non trovo che quest’ultima opera di Ozpetek sia di qualità inferiore rispetto alle sue precedenti.
Sicuramente Mine vaganti è meno pesante e tragico rispetto agli ultimi due film (Non ti muovere e Saturno contro).
Scusate ho commesso un errore di distrazione, Non ti muovere ovviamente non è un film di Ozpetek (ma di Castellitto), in realtà volevo scrivere Un giorno perfetto (l'ultimo film di Ozpetek prima di Mine vaganti).
Cara Carla, il film mi è piaciuto veramente molto, per questo non mi è stato difficile scrivere una 'bella' recensione (grazie del complimento!)
Dopo che sarai andata a vederlo, fammi sapere la tua opinione su questo film.
Mi riprometto di andarlo a vedere. Grazie del consiglio.
Molto bella la recensione.