Snowpiercer, l’arca sferragliante

di Elisa Scaringi

L’arca sferragliante corre sui binari, percorrendo tutto il globo in un anno. La terra è piombata in una nuova era glaciale, e l’aria si è fatta irrespirabile a causa del gas CW-7. Il misterioso Wilford ha progettato questa macchina perfetta: un treno totalmente autosufficiente, che corre sui binari intorno alla terra, garantendo la sopravvivenza di un gruppo di umani.

Questo il tema di “Snowpiercer”, letteralmente “perfora neve”, in quanto il muso di questo treno, moderno e velocissimo, attraversa tutta la neve che ricopre il mondo. Il regista sudcoreano Bong Joon-ho ha trasposto così, in un dramma fantascientifico, una serie francese di fumetti, “Le transperceneige”, che ha per protagonista, appunto, un ammasso di ferraglia che, muovendosi come un serpente, trasporta un manipolo di sopravvissuti che lottano gli uni contro gli altri.

Il film si muove, dunque, in un unico ambiente, attraverso il quale viene proposta un’analisi quasi filosofica della vita. Gli uomini, infatti, dopo aver distrutto la natura circostante, si ritrovano in una moderna Arca di Noè, dove sono stati ricostruiti tutti gli ambienti tipici della vita umana: la carrozza con i poveri, che ricorda i campi di concentramento; quella che funge da carcere, dove circola la droga; quella dove si prepara il cibo, fatto del succo delle cavallette, che rimandano ai racconti del Vecchio Testamento; la carrozza acquario e quella con gli alberi da frutto; un’altra adibita a scuola; le carrozze dedicate al divertimento, fino ad arrivare al muso del treno, dimora del solitario e temuto Wilford. Il treno diventa allora la metafora delle classi sociali, che, nella loro lotta per l’uguaglianza, tengono viva la suspense per tutta la durata del film, sebbene ci si aspetterebbe un finale molto più spettacolare.

I richiami alla Bibbia sono molteplici, quasi a voler proporre un’analisi teologico-fantascientifica del nostro mondo, proponendo un’idea di umanità che per natura viene spinta alla lotta e per prevaricare accetta la violenza più cruda.