Quack! Ci manca poco perché un semplice gioco da bambini non sfoci in un intricato caso di mistero e giallo alla Conan Doyle. E Paperinik è chiamato a risolverlo.
Succede infatti che, improvvisamente e senza apparente motivo, i nostri amici su Facebook siano spariti tutti e che, al loro posto, siano spuntati i cartoni animati.
Facce e volti conosciuti anche loro, sia chiaro, ma il guaio è che adesso tutte quelle persone serie e rispettabili, con le quali parlavamo di solenni amenità e di strategiche questioni su chi stesse facendo cosa in quel preciso istante, non ci siano più.
E cosa vorrà dire che le loro identità virtuali siano adesso occupate da Topolino, Pippo, Popeye, Charlie Brown e Titti? Anche perché ci era sembrato di vedere un gatto: qui qualcosa non quadra. Passi infatti per Sailor Moon, Superman e L’Uomo Ragno che sono eroi positivi, ma stanno cominciando a spuntare anche Macchia Nera, la Banda Bassotti e perfino Arsenio Lupin. Scusate, ma mica possiamo rischiare che qualcuno ci rubi quel poco che attualmente passa il governo.
Che dire poi del Mignolo col Prof, che addirittura potrebbero tentare il colpo di mano per cercare di sovvertire gli equilibri strategici mondiali, conquistando tutto il globo terrestre in una sola notte?
Roba che manco la CIA ci potrebbe. Sono, infatti, giunte notizie che i cartoni stiano reclutando anche personaggi dotati di poteri paranormali. Volete qualche nome? D’accordo, ma sono solo indiscrezioni, quindi mantenete il segreto, almeno per adesso: Amelia, sì la strega, quella che ora ha preso il posto della vostra amica del cuore. O era la vostra amica del cuore che si travestiva da essere umano e in realtà era Amelia?
Sì vabbè, tanto a voi che ve ne frega? Amelia ammalia ma mica vi ruba il marito. Al massimo crea un intruglio per rubare il denaro a Rupertduck, il telemagnate. L’ha convinta lo zio Paperone che ha organizzato tutto. Adesso lui vive in Italia e, stanco di tutte le manovre ordite contro di lui per sottrargli ciò che faticosamente ha conquistato onestamente in tutti questi anni, ha deciso di diventare sindaco di Paperopoli e ha fatto tante leggi buone e semplici. L’articolo 1 della costituzione del regno dei paperi recita: «Chi non è con me è contro di me. Quelli contro di me sono i cattivi».
Ah! Telemagnate – per chi non l’avesse capito – significa uno che vive di televisione, nel senso che la trasmette non che la guarda. E pensare che voi malpensanti, alla parola magnate, avete subito sospettato che si trattasse di cibo e che Nonna Rosy volesse avvelenare il caro zietto con uno dei suoi manicaretti, per mettere il fido Ciccio al posto dello sfiduciato e stanco Ministro della cultura.
Fate bene a sospettare, anche perché lo stesso Sir Arthur Conan Doyle diceva o faceva dire: «Se elimini tutte le ragioni logiche in una situazione, quelle illogiche per quanto improbabili devono essere necessariamente quelle vere». Qui, però, non stiamo parlando di cultura ma di finzione.
Questo sino a ieri l’altro. Però, questa storia dei cartoni animati che avevano fatto sparire i nostri amici non aveva mai convinto Paperinik. Sino a quando, adesso, legge questo strano messaggio, probabilmente in codice, sulla rete: «Cambia la foto del tuo profilo di Facebook con quella di un eroe dei cartoni animati della tua infanzia e invita i tuoi amici a fare lo stesso… Lo scopo? Per una settimana non vedremo una sola faccia “vera” su Facebook ma un’invasione di ricordi d’infanzia».
Allora faceva bene Paperinik a sospettare… Si trattava davvero di un’invasione!
C’era poco da ridere. Adesso stiamo sicuri, ma pensate che c’è pure chi ipotizzava che l’invito partisse da un fantomatico gruppo, che ordiva piani segretissimi per sovvertire il mondo e che aveva raccolto più di cinquemila adesioni su Facebook. Altri sostenevano che le adesioni fossero oltre ottocentocinquantamila. Zuckerberg e soci si erano preoccupati, perché i cartoni animati di tutto il mondo stavano valutando l’avvio di un’azione legale contro Facebook qualora (che brutta parola! Sarebbe meglio “Se quack!”) non avessero rimosso immediatamente le foto degli eroi di cartone dai profili di quelle indegne personcine che si nascondevano dietro.
«È una campagna virale e noi non possiamo fare nulla», sostenevano da Palo Alto. Ma questo non faceva che preoccupare maggiormente le forze di intelligence di tutto il mondo: gli anni passati, a causa del virus dell’aviaria, Duffy Duck e lo stesso Paperino ci stavano rimettendo le penne. Beep Beep, invece, era riuscito a scappare all’estero appena in tempo.
Poi, ieri l’altro, Paperinik aveva scoperto che l’iniziativa lanciata in rete si richiamava semplicemente alla ricorrenza del quindicesimo anniversario della ratifica della Carta dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Ciononostante, le date non combaciavano perfettamente. Dunque, qualche dubbio rimaneva. Anche perché, nel frattempo, l’organizzazione segreta cominciava a disgregarsi e alcune facce di cartone ridiventavano volti più o meno umani.
Tutto irrisolto, dunque. A quel punto, Paperinik smetteva la maschera e ritornava a indossare i panni ordinari di Paperino: le Duck Tales ricominciavano con le storie di ordinaria quotidianità. Pazienza: per un attimo era sembrato davvero che i cartoni avessero potuto conquistare Facebook.
Ma tanto, che ci fa? Almeno per un po’ quegli uomini erano tornati bambini, pensò. Avevano fatto un viaggio al contrario, verso l’infinito ed oltre. Poi si erano ricordati di essere solo persone, adulte e vaccinate. Anche se i sogni ed i cartoni li avevano aiutati a crescere, una volta.
C’era un volta un bimbo che adesso è un volto di cartone, ma solo per qualche giorno. Perché quel cartone, nuovamente libero, possa aiutare un altro bimbo, percorrendo insieme a lui il lungo viaggio nel fantastico (speriamo) cerchio della vita.
Si ringrazia per l’editing M. Laura Villani
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