Nel 2008 feci uno splendido viaggio in Giappone che mi è rimasto nel cuore.
L’immane tragedia che l’ha colpito di recente ha riportato a galla con violenza i ricordi di quell’indimenticabile vacanza, ma questa volta la forza devastatrice delle immagini che si vedono in TV provoca turbamento e smarrimento.
Il contrasto è forte rammentando ciò che ho vissuto allora in una realtà così diversa dalla mia, un’esperienza straordinaria che ha lasciato un segno indelebile nel mio animo, così come, purtroppo, le istantanee di distruzione che sono giunte fino a noi da quello stesso paese straziato dal terremoto prima, l’onda nera devastatrice e assassina poi e infine l’incubo atomico.
Guardando i TG in questi giorni ho notato quella dignità e compostezza tutta nipponica che avevo imparato ad apprezzare quando andai in visita da quelle parti. All’epoca rimasi meravigliato dalle file chilometriche che si formavano alla fermata dell’autobus, tutti in ordine di arrivo, nessuno si accalcava per entrare per primo nell’automezzo ma ognuno attendeva pazientemente il suo turno anche con il ‘rischio’ di dover attendere il bus successivo. Lo stesso capitava in altre situazioni, al banco di qualche negozio – qui, infatti, non esiste il numerino come in Italia – per accedere nel treno e ovunque fosse necessario ordine e correttezza.
Le medesime scene si sono viste tristemente di recente in TV, lunghe file ordinate di persone in attesa di riempire una bottiglia d’acqua, di nuovo i giapponesi hanno dato dimostrazione di estrema educazione, compostezza e civiltà anche dopo questa immane tragedia. Un popolo da ammirare e da prendere ad esempio.
Purtroppo come spesso accade quando capitano catastrofi del genere, i media si sono dimostrati impietosi, mostrando e rimostrando le scene apocalittiche del terremoto e del successivo tsunami, trasformando tutto in ‘spettacolo’ per compiacere il desiderio voyeuristico e spesso un po’ cinico della gente. Sfortunatamente, come pare che sia, non si sono fermati qui (o ai fatti) ma hanno ovviamente gonfiato le notizie, le hanno rese spesso più tragiche di quanto non fossero per renderle paradossalmente più appetibili.
Ora poi lo sfiorato disastro atomico è diventato motivo di discussione e recriminazioni reciproche nei soliti giochi di potere e balletti politici. Per carità è giusto discutere di sicurezza e sull’eventualità di utilizzare o no l’energia atomica. Il problema è che non si tratta di un confronto, ma come accade sempre in Italia, di uno scontro dove una fazione politica è avversa, a prescindere da qualsiasi argomentazione, alle posizioni dell’altra corrente politica e dunque anche il dibattito atomico si trasforma solo in un mezzo per raccogliere voti, per ottenere il consenso pubblico e quindi riuscire ad andare al potere. Pertanto alla fine temo che la dialettica sull’utilizzo o no di centrali nucleari non nasca dall’esigenza di tutelare gli interessi e la salute dei cittadini, bensì possa rivelarsi solo una bandiera da sventolare per raccogliere consensi.
Inoltre purtroppo, com’è nell’italico costume, ci si accapiglia tra favorevoli e contrari senza invece cercare un dialogo sano, concreto, tra le parti; tanto più che stiamo parlando di un argomento d’interesse pubblico (se non globale) che riguarda gli interessi economici, di sicurezza e salute di un’intera popolazione.
Penso che avremmo molto da imparare dall’esempio di concretezza, civiltà e dignità dimostrato dal popolo giapponese…
Di quel paese però ora voglio ricordare il senso di pace e tranquillità dei suoi templi, il rosso e il giallo acceso delle foglie di acero in autunno, la stravaganza di Tokyo, il profumo del sushi e dell’incenso, il sapore acre del tè verde, la calma della sua gente… che saprà risorgere dalle sue ceneri.
Le immagini amaramente note degli ultimi giorni: il video
Il mio ricordo del Giappone: le foto
Si ringrazia Valentina Salvadori per l’editing
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