[Recensione di Gamy Moore]
Il pensiero è segno, e ogni segno è potente. Può fare cose. Belle, brutte. Può generare corrispondenze tra cose e persone. Così, ciò che Nadia fa per Nura, Nura fa per Nadia. Speranza e Luce l’una per l’altra. Luci e ombre che si alternano, fisiche e metaforiche.
Un rebus? Forse, anche. Leggendo si svelerà, in parte, l’arcano.
Un arcano che ci spinge nei meandri di una fantascienza distopica, ambientata in un mondo sospeso nel tempo. Un’isola, la Sicilia, di un’Italia che l’ha allontanata da sé. Lontana (forse) eppure così vicina a noi che pare di toccarla. Non così diversa da farcela sembrare del tutto estranea. Un’isola di locali, immigrati, profughi, clandestini scampati a tante traversie. Di nuovi padroni, un tempo criminali, ora Legge. Di poveri e povertà. Di forti e deboli. Di violenza.
Qualcuno si ribella e reagisce: produce qualcosa che crea scompiglio e fa paura. Qualcun altro dovrà affrontare il caos generato. Mettendosi in gioco e a rischio. Di non ritorno, di pazzia.
Non per chi legge, se abituato a navigare nel mare magnum della fantasia e dell’(in)credibile.
Ben si adatta la copertina di Claudia Corso Marcucci a rendere l’atmosfera – scura e colorata al tempo stesso – e a delineare la protagonista Nadia, un’ostetrica non più giovane sorretta da uno spirito partecipe e combattivo. Anche altre donne segnano compiutamente la narrazione, con le loro doti e fragilità, sofferenze e determinazioni. Gli uomini perlopiù intenti a perpetuare quanto già siamo abituati a osservare nel presente. In lotta tra loro, ma sempre a danno dei più deboli. Con qualche eccezione… Chissà se è davvero dalle donne, abili nel trattare la materia come nel costruire utopie, che può derivare la concreta speranza di un rinnovamento, un autentico giubileo.
Nadia a suo modo arriva a compiere un piccolo miracolo, nelle condizioni più dure e difficili. Miracolo che implica un salto di qualità attraverso un salto nel buio.
Accade nel testo ciò che in parte ci si aspetta, intravisto fin dagli esordi in quei principi ermetici che permeano la narrazione, senza inficiare lo spiazzamento del suo epilogo.
Un racconto ricco in temi e in suggestioni, in cui trasmigrano e prendono corpo esperienze realmente vissute che vibrano nell’impianto con acute riflessioni. E un orgoglio femminile e femminista che dona forza ideologica alla storia, nell’ambito di una fantascienza fantastica e distopica quanto basta per essere compresa e far scaturire al contempo domande e dubbi in merito a presunte certezze.
Insomma, un luogo in cui rinchiuderci e lasciarci avvolgere, staccando la spina alla fretta e ai dispositivi che allontanano da una lettura attenta del reale o dell’esistente, per proiettarci in un contesto certo inquietante, non meno del nostro. Ma alleggerito e supportato, si spera, come per Nadia, da una nostra personale fede frattale. Quale che sia.
L’Autrice
Editor e coach di scrittura, curatrice insieme a Elena Di Fazio della collana Futuro Presente (Delos Digital), Giulia Abbate ha all’attivo diverse pubblicazioni, anche sotto pseudonimo. Fondatrice con la stessa collega di Studio83 – Servizi letterari, è esperta di scrittura di genere (fantascienza, in particolare femminista).
Fede frattale di Giulia Abbate
Delos Digital editore, 2024
Collana Dystopica, a cura di Linda Talato e Vincenzo Romano
Copertina di Claudia Corso Marcucci
scheda libro-autore:
https://delos.digital/9788825431254/fede-frattale
43 pagine, € 2,99 (versione ebook: epub, mobi)
Link diretto: https://www.delosstore.it/ebook/55595/fede-frattale/
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