I dolori del giovane sceneggiatore (I puntata – Il bando)

 

Era una notte buia e tempestosa…

No. Era soltanto sera. Ma la tempesta si scatenò ugualmente.

 

Una sinossi entro la mezzanotte. Ricca, scorrevole e accattivante.

Prima dello scader del bando.

 

“Voi mi volete morto, o comunque male”, pensai.

 

 

– Non c’è una sola possibilità che ci riesca.

 

– Ma dai, tentar non nuoce.

Che poi, chi non risica non rosica.

 

“Questo ditelo ai sorci”.

– Dove la prendo un’idea a quest’ora, non me ne frulla una buona dopo il tramonto. Mica c’ho in testa una fabbrica.

 

E giù a tentare di blandirti…

– Ce la puoi fare, chissà quante volte l’hai già fatto…

 

“No, nego tutto”.

– Se mai qualcosa ho scritto che filava, sarà stato un fortuito intreccio di gloriose coincidenze. Ma io i miracoli ancor non li so fare.

 

– 45 minuti, non perdere altro tempo…

 

 

Sarà stato il cronometro unito allo sgomento – diciamo pure choc – fatto sta che qualcosa fuoriuscì dalla mia penna, per meglio dir dalla tastiera, e non so come, non so perché, pure piacente.

 

– Vedi che lo sai fare…

Ora pensiamo al resto, in caso di vittoria.

 

Scrivere un testo teatrale, non sol di getto, ma su due piedi e in tempi record.

Proposta al limite dell’indecente.

Come poteva un povero sceneggiatore di ABmovies e serie destinate al web immaginare di inondare le sacre tavole di prosa italica in un dramma dal saporePaoletta attuale ma di respiro universale, venato pure di psicologia e di giallo?

 

“Non solo mi volete morto, volete pure che risorga.”

 

A volte però avvengono i miracoli, qualcosa certamente viene incontro. Saranno i santi in paradiso, i fan da terra, sarà la buona sorte o la saggezza degli anni che ti porti appresso. O l’incoscienza, quel sapor di sfida che ti spinge ad accettare il salto. Male che vada potrai dire di aver provato con tutte le tue forze.

 

Nacque un racconto, che scalpitava per andar sul palco.

Di lì un copione, e poi un secondo e un terzo. Ormai sapevo con certezza cosa sarebbe andato in scena. Felice d’aver sudato e bestemmiato tanto da fare rigirare i vivi e i morti.

 

 

Felice! Non esageriamo… Contenta lì per lì. Potevo mai immaginare…

 
(continua)

 

Estratto da:

Gamy Moore, Una seconda possibilità

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