Una mattina, sul tardi, in procinto di uscire, Tommy sente citofonare.
Grande è la sua sorpresa quando sente la voce di Paoletta.
– Stai uscendo?
(emozionato) – Sali!
Appena su, lui se la ritrova davanti – lo spolverino già piegato sul braccio – con indosso un miniabito e stivali alti e fascianti.
Neanche il tempo di posare la borsa che si ritrova le braccia di lei intorno al collo e le sue labbra sulle sue.
Quasi incredulo lui si stacca un attimo da lei
– Devi farmene più spesso di queste sorprese – e riprende a baciarla.
Si rende subito conto di dove lei voglia arrivare. Un ciclone del tutto inaspettato.
Un’ora di sesso infuocato, di assoluta libertà dal mondo.
Sulla soglia del bagno, ancora in jeans ma a torso nudo, lui la osserva mentre lei si risistema il trucco.
Lei gli lancia un’occhiata sorridente attraverso lo specchio.
(lei) – Ti ho fatto perdere del tempo. Non dovevi uscire?
– Nulla che non potesse aspettare.
E poi vuoi mettere te e Anzio… (e ridacchia)
Resti con me a pranzo?
Passo al cantiere a prendere dei pezzi, ci fermiamo in una trattoria…
Lo dice con l’espressione di uno che sa di chiedere una cosa impossibile.
Lei fa finta di pensarci un po’ su, chiude lo stick del mascara e gli sorride.
– Okay!
Lui non si capacita. Mai avuta una reazione così immediata, così docile.
Gli viene quasi in automatico
– Tutto bene, Paolè?
– Sì. Perché?
– No è che…
(pausa)
Niente. Vado a finire di vestirmi.
——-
In macchina, durante il tragitto, Tommy cerca di sondare il terreno, ancora incredulo.
(lui) – Hai sentito Cla’?
– Stamattina. Era allo studio. Aspettava dei clienti.
– E Ramon?
– In palestra, come al solito.
– Vi sentite ogni giorno…
Lei annuisce.
– E beh, certo… (e guarda la strada)
Quando li hai… (volgendole lo sguardo) visti… l’ultima volta?
– Due giorni fa. Perché?
– Così.
– Non mi va di stargli troppo fra le balle. Voglio che abbiano il loro spazio… Anche se loro fanno tutto il contrario…
– Me lo ponevo anch’io il problema, un tempo. Ma l’ho risolto.
– Cioè?
(ridendo) – Me ne frego.
Ormai ci considerano un tutto unico. Imprescindibile.
– Dici?
Io mi sto sempre a fare paranoie…
(lui, pensa) Tipico di voi donne…
Intanto arrivano al parcheggio. Tommy scende e le apre la portiera.
– Sai che devi fare?
Quando li vuoi lasciare soli vieni da me.
Così, mentre loro… io e te… (e ammicca)
Lei sorride divertita e lo bacia.
——-
Quello stesso pomeriggio. Ore 16
Clarence chiama Tommy. Viene così a sapere che lui e Paoletta hanno trascorso parte della giornata assieme.
Lì per lì Clarence appare, più che contrariato, rassegnato.
Poi però a ripensarci si dice che in fondo è colpa sua
(pensa) La trascuro…
(e sospira)
Nel pomeriggio, andando in redazione, Paoletta cambia improvvisamente direzione e suona allo studio di Clarence.
Cla’ ha la medesima reazione di Tommy al mattino. Lei era l’ultima persona che si aspettava di vedere. E ancora più si meraviglia quando l’analoga situazione si riproduce nel pomeriggio, con l’unica variante costituita dal luogo deputato, ovvero il tavolo delle riunioni.
Resosi subito conto di avere davanti una donna insolitamente ardente, Cla’ accenna un timoroso:
(baciandola) – Vuoi che chiami anche Ramon?
(sussurrando) – Dov’è?
Intervallando parole e baci
– In palestra. Ne avrà per un’oretta credo…
(suadente) – No, mi basti tu…
Clarence l’asseconda in ogni suo desiderio, lasciandosi trastullare come un gattone e mettendocela tutta per farsi “perdonare”, anche se in realtà lei lo rassicura che non ve ne sono i presupposti, poiché non potrebbe andare meglio di così.
Quando scende per le scale decisa a recarsi in redazione, Paoletta si rende conto che potrà lavorare ben poco. Così decide di fare una nuova visita all’ultimo dei suoi amanti.
——-
Giunta in palestra, Paoletta chiede di Ramon, non vedendolo in giro.
Il segretario le dice che ha finito i suoi corsi e che non l’ha visto uscire, deducendo che si trovi nelle docce.
Ferma sulla soglia del bagno degli uomini, Paoletta chiede a un ragazzo se per caso dentro c’è Ramon, e questi le fa segno di sì. Qualche istante dopo Ramon compare sulla soglia con l’accappatoio addosso e i capelli bagnati. Gli occhi si illuminano di colpo vedendola in quel luogo insolito, e dopo averle chiesto se era successo qualcosa (sai mai…) la trascina con sé nella toilette privata della palestra, col fiero proposito di rimediare qualcosa (sai mai…).
– Mi asciughi tu?
(facendosi cascare di dosso l’accappatoio)
Vi pare che ci si potesse limitare a frizionare un giovanotto perpetuamente caliente? Impossibile. In un niente lui diviene mooolto collaborativo. E anche molto ma molto disponibile a entrare in azione.
– Ci sentiranno da fuori.
(sussurrando) – E tu stai zitta. E fammi lavorare…
Prende ad armeggiare su di lei, sui suoi bottoni, infilando le mani dappertutto. Lei lo lascia fare, anzi fa di più, lo asseconda.
(sussurrando nell’orecchio) – Mettiti di spalle
e la tiene incollata a sé, strusciandosi. Le bacia il collo, mordendola delicatamente. Poi prende a palpeggiarla con maggiore forza, sentendo crescere in sé il desiderio di andare oltre.
(lei) – Forse è meglio se evitiamo…
– No, perché…
– Ma…
– Niente ma… voglio solo sì…
(lei, osservando fugacemente l’orario sull’orologio da parete)
– Ma non hai già esaurito il tuo consueto raptus oggi?
– Macché. C’è stato solo quello del mattino. Cla’ non è tornato a pranzo.
– Lo so.
– L’hai visto?
– E sentito… parecchio anche.
Ramon le fa uno sguardo malandrino.
– Vuoi “sentire” anche me? (e la blocca a sé)
– Così facciamo l’en plein?
– Sìììììì!
E in effetti quella giornata si concludeva con un risultato di tutto rispetto.
Tre gol in porta. Tentativi a parte di centrare l’obiettivo del raddoppio.
——-
Quella sera Cla’ non ebbe modo di meravigliarsi che Ramon non gli chiedesse il recupero del mancato raptus pomeridiano. Ramon è sempre stato un libro aperto… Si domandò invece, senza trovare da solo la risposta, cosa mai le fosse preso, alla Paoletta.
Come sbagliava chi la considerava un “frigidaire”. Mai vista una donna tanto calda…
La soluzione giunse un po’ prima di mezzanotte, quando il quartetto ebbe modo di incrociarsi per telefono.
(lei, a Cla’) – Mi ha contagiato Ramon con i suoi raptus a orario, e pure tu con la tua innata “precisione”.
La follia invece l’ho derivata da Tatoo.
(Ramon) – Ergo non puoi più fare a meno di noi.
(Tommy) – Brillante deduzione, Watson.
(Cla’) – Oh Paolè, allora fatteli tornare i raptus che noi fra pochi giorni partiamo…
(Tommy) – Già. Dove ci vediamo?
Da me?
(Cla’) – Ma sentilo! Tu resti a Roma, la puoi vedere quando vuoi…
(ridendo) Quindi a cuccia!
(Paoletta) – Sì, però così poi lo fai sentire trascurato…
Tommy le dà manforte e fa finta di piagnucolare.
(a Cla’)
Ramon – E quando Tommy si sente trascurato che fa? Eh, signorino?
Cla’ se lo vede già accasato con Piumetta.
– Vuol dire che Tommy viene con noi a Berlino.
Per una volta la principessa la teniamo a stecchetto.
(lei) – Così è il fatto?
Allora sapete che c’è?
(pausa di sgomento generale)
Fu allora che tuonò dalla distanza una voce chioccia
(Béar) – E SAREBBE PURE ORA!!!
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