Premessa
Uno degli attori coinvolti in un mio progetto ha dovuto, per esigenze di rappresentazione della Turandot (regia di Roberto De Simone), depilare interamente braccia e torace.
Sei mesi erano occorsi per ovviare ai danni di una pregressa depilazione richiesta da un servizio fotografico.
In morte del pelo è dunque la piccola elegia per la scomparsa prematura e necessaria di un devoto compagno di viaggio. Componimento che nelle intenzioni dell’autrice sarebbe dovuto sgorgare direttamente dalla penna del depilato. Che invece se la ride.
Inconsolabile l’orfana.
Che non si vendicherà come la Turandot.
Il pelo si reincarnerà, siamo sicuri.
In morte del pelo
dedicata a Roberto De Simone
Caro Maestro, alla Paolè non piace
vedere senza pelo il mio torace
sorride a denti stetti, poi s’adombra
se del pelo non scorge neanche l’ombra.
“Povero pelo, della vita il sale!”
e quatto quatto un gran magon l’assale.
“Dovrò aspettare almeno per sei mesi
per liberare il cuore da ‘sti pesi”…
Che dir di me che tocca poi sorbirla
non trova pace, non so come lenirla.
Se dunque tu ci tieni al tuo bell’estro
non concepir un gesto sì maldestro
rasare il pelo non è bella pensata
e men che meno operazion sensata
tener cresciuto il pelo è imperativo
se non vuoi far la fine del cattivo
lei ha già promesso di mandarci in cielo
farebbe questo ed altro per il pelo…
Ahimè, ahinoi, ci tocca vita grama
per merito o per colpa di una dama.
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