Il sogno tema ampio da ogni punto di vista e per questo sfuggente.
Tema antico, risale alla notte dei tempi, è un topos della letteratura e dei libri sacri delle varie religioni.
Si sognava nell’Epopea di Gilgamesh, si sognava nella Bibbia, nell’Iliade e nell’Odissea.
Sognavano gli antichi sciamani in maniera indotta per incontrare la divinità.
Ed oggi anche si sogna, anche ad occhi aperti, quando si guarda la TV e si tratta di sogni indotti che però non ti pongono in connessione con la divinità.
Vi sono popoli che sognano ed altri che l’hanno dimenticato.
Tra i primi il popolo napoletano.
Mi fa affermare ciò una constatazione di natura lessicale.
In “lingua napoletana” sogno e sonno si chiamano nello stesso modo: “suonno” il che sta a significare che quando si dorme si sogna sempre.
Qualcuno potrebbe pensare che i sogni napoletani sono solari e servono solo per ricavarci i numeri del Lotto.
Questo breve brano (Il Sogno di Donna Rosa) tratto da “Le Voci di Dentro” di Eduardo de Filippo , smentisce questo luogo comune, altro che Stephen King.
ROSA: Ma certi suonni com’é possibile concepirli non l’ho capito. I0 sto ancora scossa ’a ll’ata notte… […] Ce steve nu bello capretto…[….] Io aggio pigliato ìo curtiello, l’aggio miso sopra ’0 tavolo, l’aggio scarmato proprio
me se scanna nu capretto, l’aggio aggiustato int’ u nu belle ruoto chino ’e patamelle e cepolluzze attuorno e l’aggio menato int’ ’0 fuorno. Tutto assieme, po’, ce simme truvate tutte quante a tavola, attuorne a chisto hello ruoto. Io facevo ’e purzione, ma chillo nun era nu capretto, era nu bello piccerillo biondo, riccio riccio. E chi se spuzzuliava ‘e piede, chi se magnava ‘a mano , chi ’a capuzzella. E tutti quante: “Ma c0mm’é buone! Ma c0mm’é saporito! Ce azzecca ’o bicchierotto”
Questa è la mirabile interpretazione di Pupella Maggio:
Nello scrivere del sogno non mi posso esimere di raccontarvi della Regina Mab, quella del monologo di Mercuzio, nel I Atto di Giulietta e Romeo.
‘[form
Brano troppo noto per “citare” la versione originale, mi si perdoni quindi per la blasfema ed irrispettosa manipolazione.
Ed allora novello Mercuzio recito il mio monologo:
Ora vi racconterò della REGINA MAB
E’ la fata dei sogni
Lei è la levatrice delle fate, è minuscola, piccola come il diamante su un anello sottile che il camorrista di Scampia porta sull’indice per manifestar modestia e per mascherare le turpi ricchezze
Essa arriva di notte in una carrozza sui nasi degli uomini mentre sono addormentati.
E Mab nel suo galoppo abbatte le barriere del tempo
E vola nel cielo di oggi
Vola sul naso ricoperto di cerone di un uomo sorridente anche nel sonno e lui sogna un mondo di marzapane dove tutti gli uomini e le donne son fatti a sua immagine e somiglianza
Vola Mab sugli occhi di un ragazzo palestinese che sogna di non premere il bottone che lo farà esplodere
Vola Mab sulla bocca di un uomo disteso in un letto di ospedale che, stanco, sogna di morire. Nessuno vuol staccare i fili che gli ricoprono un numero tatuato tanti anni fa sul polso sinistro
Vola Mab sulla bocca della ragazza albanese che dorme in una brandina di una pensione a ore che sogna di tornare a casa sua
Vola Mab sulla bocca di Luisa una ragazza di sedici anni che sogna “ma forse me lo tengo, lo voglio io” e si carezza la pancia
Vola Mab sulla fronte di tutti i profeti di sventure e di male e manda loro incubi eterni e che non possano più risvegliarsi
Ma ha forse senso oggi narrare di sogni?
Io sto blaterando di nulla …..
Sto parlando di niente!
I sogni bottiglia vuota dopo una notte di bagordi
I sogni bulloni che hanno perso il proprio dado
I sogni vana fantasia come la matita spuntata di un disegnatore pigro
I sogni sostanza sottile come l’aria ed inutilmente cerchi di trovare uno spago tanto sottile da poterli legare
I sogni gelo e calore
I sogni sono tutto questo ed altro ancora
Vorrei raccontare ancora, ma so solo dire: i sogni nostra unica speranza
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Da donna che ha sempre sognato ad occhi aperti,posso solamente dire che,i sogni aiutano a vivere,ma guai se fossero la nostra unica speranza!
Il mio Mercuzio la vede così.
E' la giusta conclusione delle premesse