La saga di Hashimoto 11: Acrostici crostate ed ovviamente la katana

Al ritorno dal suo viaggio dai monti abruzzesi, il buon Hashimoto ha la ventura di imbattersi sui monti dove le caprette fanno ciao nella signorina Mazzocchelli, nota facitrice di acrostici che sfida il nostro a una gara di acrostici a caso.

Vengono lanciati i dadi di paroliamo ed esce fuori una parola senza significato: Driade (somiglia al nome di una macchina coreana, la Driade 2021 SW Common Rail). La Mazzocchelli getta la spugna, il nostro compone questo acrostico dall’oscuro significato.

 

 Dolci

Rododendri

Immacolati

Accolgono

Driadi

Errabonde

 

Numerosi critici si sono arrovellati per chiarirne il significato occulto e profondo. L’interpretazione di essa ha determinato furibondi litigi tra gli epistemologi hashimotiani: quelli della scuola afragolese con a capo Salvatore Cape Eh Khiouve ritengono che la parola che si forma con le lettere iniziali dei versi sia da attribuire al puro caso, data la scarsa conoscenza della lingua italiana da parte del poeta; al contrario, i seguaci di esegesi ortodossa che fanno capo ai maestri coreani Phal Eh Risho e Phan Ahn Zaroth e a Gennarino Sososha Quagliarulo che nell’ammiratissima opera “Acrostici, Crostate e Coratelle ovvero A nuie chesti cose non ce piacene, è meglio ‘na bella mpepata ‘e cozze” scritta a 5 mani, perché Sososha era detto il monco, danno una interpretazione diversa. La lirica è dedicata alla station wagon di Hashimoto.

Non prendiamo posizione nella diatriba, in considerazione che anche con i coreani non si può mai dire, anche loro hanno la mania di quelle cazze di katane e sono incazzosissime. Quale sia il significato importa poco: basta che la finiscano di scrivere acrostici.

Si ringrazia per l’editing Maria Laura Villani

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