Come accade da anni anche questo mese di agosto sono stato in vacanza a Gaeta.
E come ogni anno non perdo l’occasione, visto che sono a Gaeta, di fare due chiacchiere con Antonio Ciano che è il segretario nazionale del Partito del Sud; l’autore de “I Savoia e il massacro del Sud”; “Le stragi e gli eccidi dei Savoia”; “Per il sangue di Tata” e assieme ad altri autori del libro: “Briganti&Partigiani”.
Antonio è un grande narratore, mi piace quando racconta le storie dei briganti (che lui chiama Partigiani) e dei massacri dei Savoia.
Quest’estate me lo sono perso. Ora è anche assessore al Comune di Gaeta impegnato nella battaglia toponomastica per cambiare i nomi delle strade di Gaeta che ricordano l’occupazione piemontese.
Ho mancato Ciano, ma al tendone dei libri sotto i platani ho fatto un’altra conoscenza interessante: Pino Aprile, non lui personalmente, ma il suo recente libro Terroni.
La sua bella copertina rossa con la sagoma dell’Italia Meridionale capovolta è da acchiappa lettori.
Gli ho dato una scorsa veloce pensando che fosse il solito lamentoso libello da nostalgico neo borbonico.
Se fosse stato così non l’avrei comprato.
Mi sbagliavo.
Io non ho nostalgie borboniche, ma credo che la condizione di sottosviluppo attuale ha origini antiche.
I Savoia ed i Borbone restino sepolti con le loro responsabilità.
Le bandiere con il giglio borbonico, quelle con il sole delle alpe sono folclore e fessaggine alla ennesima.
Ma certi eventi, a prescindere da chi ha vinto o perso vanno raccontati e non occultati come è accaduto negli ultimi 150 anni.
Il libro di Pino Aprile parte da questa premessa ed in nove capitoli racconta tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del sud diventassero meridionali.
Anche per stimolare la curiosità di chi mi legge questi sono i titoli dei capitoli:
1)Diventare meridionali
2)Briganti in famiglia
3)La strage
4)Dispari opportunità
5)I meridionali non hanno cultura industriale
6)I patriarchi
7)La cattiva strada
8)Educazione alla minorità
9)Il Sud ha le piaghe. Per fortuna
E’ un lungo percorso, una sorta di via crucis storica, con dati ed eventi totalmente documentati.
E alla fine della lettura, tanto per parafrasare Woody Allen: Se ascolto Wagner troppo a lungo, mi viene voglia di invadere la Polonia, posso affermare con assoluta sincerità, dopo aver letto Terroni, mi è venuta voglia di invadere il Nord Italia.
Scherzi a parte, ve ne consiglio la lettura.
Anzi, con il mio tipico invito: Accattataville!
Ringrazio per l’editing Maria Laura Villani
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@Ntone la nostalgia è un sentimento da rispettare ma credo che non è più tempo di re e regine con il giglio o con il nodo.
Far conoscere la storia vera al di la di quella raccontata dai vincitori è molto più importante.
Solo con la consapevolezza di ciò che accaduto e perchè il Sud Italia è nell’attuale condizione di minorità si può uscire da questa situazione senza bisogno di un re che ci conduca alla riscossa.
Essere un nostalgico Neoborbonico é un vanto non un lamento! chi non condivide ha il diritto di pretendere di stare zitto e chi condivide ha il diritto di pretendere il ritorno! Non é peccato essere Borbone ne tanto meno rivendicare la propria entità, fino ad oggi non mi sembra che altri hanno fatto meglio e mai lo faranno se non avranno sangue e cuore di vecchio stampo BORBONE!Aggiungo che se il Giglio Borbone é folclore, voglio vedere il nuovo cosa sarà.
@Mario, Non si tratta tanto di sanare le ferite, ma di far conoscere la vera storia
Ho sempre pensato che il problema Nord-Sud in Italia è stata finita ma credo che le ferite sono ancora sanguinanti, quanto tempo ci vuole per chiudere? non lo so …