Se è una bambina, la chiamo Matilde, questo è certo. Mi è sempre piaciuto. Non mi sembra proprio un nome vecchio, come dice la mamma, e nemmeno un nome da ballerina come dice Pietro. Anzi. Piuttosto di Incatenata o Addolorata che vanno tanto di moda adesso, o anche quel Salomè. Ma che ci troveranno nel nome Salomè poi? Quello sì è un nome da ballerina, altroché!
Comunque, se è una bambina siamo a posto.
Invece che cavolo di nome dargli al bambino?
“Gè, me la porti ancora un po’ di paglia che mi fa male la schiena?”
Gè qua, Gè là. Da dove le è venuta poi, sta idea di chiamarmi Gè. Che se voleva darmi un diminutivo c’era già Peppino, Beppe. Gè. Per me gliel’ha messo in testa quel suo amico pennuto, il coso là, Gabriele.
Ecco, che non mi salti fuori che lo vuol chiamare Gabriele che faccio una strage. E non mi dite di non essere geloso, che ne ho tutti i motivi. Che questo la va a trovare da sola, a casa sua. Ma si è mai visto? Ma lo sapete quanto mi è costato a me uscire da solo con lei? Mi son sorbito 11 recite di quell’Epaminonda d’Egitto, quelle che durano sei ore, con tra me e lei 3 cugine, 2 zie e la nonna. La nonna!!! E poi anche la ramanzina del suocero, i consigli dei saggi, eccetera eccetera. E tutto per vederla da solo 5 minuti.
E il pennuto invece arriva e piomba diretto in camera, ci sta un paio d’orette e nessuno dice nulla.
Taci che è creatura divina, altrimenti…
“Grazie Gè. Senti, ma questo qui della stalla non aveva mica un altro posto?”
“Maria, mi ha detto che questa è la migliore di tutte. L’unica con il riscaldamento incorporato”
Guardo il bue e l’asino che soffiano sulla culla vuota. Riscaldamento sicuro ed ecologico. E guardo il bue che alza la coda.
“Gè, ma che schifo. Se continua così va a finire che il bambino mica lo partorisco, lo vomito!”
“Dai Maria dai, che manca poco e fuori fa freddo. Nevica persino. Qui stiamo meglio. To’, metti il fazzoletto davanti al naso e vedrai che va meglio”
Già una fortuna aver trovato la stalla, che con le nuove regole sugli stranieri col cavolo che ci davano una camera.
Comunque vediamo: il nome di un potente, magari. Ponzio, oppure quell’altro, come si chiama… Erode. Ecco, Erode è bello, corto. Poi va a finire che mi dicono che l’ho scelto per ingraziarmi il Re. Meglio altro.
Mario sarebbe bello ma che facciamo Maria e Mario? Dai.
Ci sarebbe da chiamarlo come il Padre: Spirito Santo Junior, ma mi sembra troppo lungo. O come il padre padre: Dio Junior, ma ho paura che questo possa intendersi come nominare il suo nome invano. Non cominciamo presto con i peccati.
“Gè, ho le voglie”
“Dimmi Maria, che vuoi?”
“Gè, voglio il gelato alla fragola”
“Maria, ma dove lo trovo il gelato alla fragola ora?”
“Gè, su, portamelo dai… mica vuoi che il bimbo venga con la voglia di fragola”
“Madonna Santissima, e dove lo trovo il gelato ora Maria? Non hai voglia di altro, che so, di paglia? Quella te la trovo subito!”
“Gè, su ti prego. Che è l’ultima, sento che arrivano le contrazioni. Dai, vai a chiedere al fattore”
“Maria, vado a chiedere a quello? Ma lo hai visto quanto mi è costata una bacinella d’acqua? Quello è ebreo ebreo, credimi. Se gli chiedo una fragola facciamo un mutuo di vent’anni per pagarla”
“Gè, su, fa il bravo…”
Gè, su, Gè, su, Gè, su… non sa dire altro non sa dire… però però…
“Maria, ho trovato il nome: lo chiameremo Gesù!”
“Ahhhhhhhhhhhh”
“Maria, se non ti piace, basta dirlo, mica c’è bisogno di gridare”
“Gè, si son rotte le acque. Sta arrivando!”
“O Madonna! Ok ok… sono pronto. Ricordo il corso perfettamente. Dai, forza con il respiro ora…”
All’improvviso una luce rischiara la capanna e da fuori arrivano voci di pastorelli e gente comune venuta a vedere la stalla indicata dalla cometa. Da dentro, le urla del piccolo Gesù si alzano a salutare il mondo.
Da qualche anno a questa parte mi chiedo cosa ci sia da festeggiare, del Natale: l’albero, i regali, la frenesia, le spese, il pranzo, la famiglia riunita solo ed esclusivamente per quel giorno. Poi mi ricordo che il Natale festeggia la nascita di un bambino, e allora penso alla gioia che ho provato quando sono nati i miei figli. E ci trovo un senso.
E allora che almeno il giorno di Natale tutti possiamo provare la stessa Gioia.
Auguri
IK
… e dopo i Re Magi, arrivano le Maghesse a regalare la Penna Rossa: Paola ed Elvira. Grazie.
httpv://www.youtube.com/watch?v=NrAwK9juhhY
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