Dicono che la vita comincia a quarant’anni: hanno ragione. Quello che non vi dicono è che dove comincia la mia finisce la vostra: vedervi morire è bellissimo.
Ho quarantadue anni e uccido almeno una persona al giorno da 18 mesi… fanno circa 550 persone. Sono il serial killer più prolifico della storia. A parte i politici. Ma io lavoro da solo.
Non mi prenderete mai, perché non ho una regola, uccido a caso. Oggi un anziano, domani un ragazzo, dopodomani una grassa casalinga.
Quando uscite da casa voltatevi sempre indietro e se vi toccano scappate perché potrei essere io. Potrei chiedervi l’ora e strangolarvi in un vicolo buio, potrei chiedervi di accendere una sigaretta e godermi la vostra faccia mentre sentite il coltello che vi spacca il cuore e sapete che state morendo.
O forse, approfittando dell’ora tarda v’inseguirò fino in garage. Starete tranquilli solo in casa, con le sbarre alle finestre e i lucchetti alla porta. E mi raccomando attenzione alle raccomandate.
Posso essere il postino e il salumiere, il vigile o l’operaio: non ho faccia. Mi vedrete, forse, se non vi sto uccidendo alle spalle, solo quando siete sul punto di morire e sarà l’ultima cosa che avrete visto nella vostra inutile vita.
Quando esco vi vedo che correte avanti e indietro, cercando di fare presto. Nessun tempo perso in chiacchiere con gli amici perché fuori non è sicuro. Tutti hanno paura, i muri hanno paura, i lampioni hanno paura e la loro luce è più tremula del solito. Anche le auto non reggono il minimo.
È tutto merito mio. Io sono il padrone del vostro terrore e voi vivete solo per soddisfare il mio piacere, come topolini bianchi che aspettano di essere mangiati da un serpente.
Due mesi fa un frate mi ha benedetto mentre lo soffocavo con la corda del suo stesso saio. Mi ha fatto pena perché lui credeva seriamente in una vita dopo la morte. Non sapeva che ci credo anch’io, così potrò continuare a uccidere anche dopo la mia morte.
Amo la vita, ma solo la mia.
La vita incomincia a quarant’anni, by Bear, 2011
Egregio Signor Bear,
innanzitutto la vorremo ringraziare per la fiducia accordataci nell’inviarci questa sua proposta per un nuovo videogioco. Devo dirle che l’idea di “La vita comincia a quarant’anni” non è per niente male: un assassino libero, maturo, che colpisce a caso. Non l’autostoppista, non la vecchietta, non il sicario. Nessun movente, solo puro e semplice divertimento. Vedo già sangue e squartamenti a volontà! Che gusto! Certo il nome sarebbe da cambiare. Che ne dice di “Maturi Assassini”?
Certo ci troveremo sicuramente a dover discutere con la commissione genitori, ma vedremo in qualche modo di sollevare delle eccezioni dicendo che questo gioco libera le menti giovani e fanciullesche dal complesso di Edipo e dalla struttura formale di Socrate. Che non vuol dire nulla, ma a loro basta sentire paroloni e non capiscono più nulla.
Probabilmente dovremo anche andare a discutere con la commissione antiviolenza, ma ho pensato pure a questo: diremo che è un’allegoria ispirata alle tragedie di Shekspier, o come cavolo si chiama. Mica potranno mettersi contro la cultura no?
Per la Chiesa non si preoccupi: nelle scene di stupro niente preservativi e almeno una scena con bambini violentati, e poi nei titoli di coda mettiamo la croce e tutti contenti.
Ho già sentito i partiti politici di maggioranza e abbiamo due richieste: il protagonista deve vestire di verde (almeno un fulardino o come cazzo si scrive) e più del 60% degli ammazzati devono essere negri o extracomunitari, così loro possono sperare nell’emulazione.
Nel caso mi sono parato il culo anche con la minoranza: il protagonista deve vestire di verde (ancora qui almeno un fulardino o come cazzo si scrive) e più del 60% degli ammazzati devono essere negri o extracomunitari, così poi loro possono usarlo come esempio negativo.
L’ostacolo più grosso saranno i nostri concorrenti, quegli incapaci della “SeGoNi Software” che stanno per lanciare un gioco simile con protagonista femminile: “Menopausa Killer”. Ma vedrà che i nostri avvocati troveranno una soluzione.
Certo mi piacerebbe capire da dove ha tratto questa ispirazione: i miei complimenti vivissimi. La inviterei dunque a venirmi a trovare per discutere gli ultimi dettagli e mettere tutto nero su bianco… forse è meglio dire Rosso su bianco, visto il soggetto! Ha, ha, ha!
L’attendo dunque lunedì 24 prossimo alle 9:30 presso la nostra sede.
Cordialmente
Arturo Canciamini
Direttore Generale
Killing Games
- Dottò, e questa lettera dove la metto?
- La imbusti come evidenza Appuntato, la mandiamo al Ris che magari ci trova qualche impronta che ci aiuta.
- Minchia dottò, certo che ha fatto un bel lavoretto questo qui.
- Ci ha messo un bel po’ di tempo di sicuro. Tagliuzzare uno così usando solo dei CD, ce ne vuole.
- Ma che sia vero che ne ha ammazzati più di 550 questo?
- A vedere ‘sto macello, direi di sì Appuntato. Coraggio, chiudiamo tutto e vediamo di darci da fare a prenderlo, ‘sto cazzo di Bear.
Una collaborazione Bear / InkKiller Production – February 2011. Roar (il ruggito del leone, per chi non lo avesse capito).
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Caro Signor Bear,
so chi sei, so dove vivi, quindi stai attento a ciò che fai.
Japr l’ecchie !
Mastro_G
Caro Stefano,
in realtà va detto che oltre ad una vena di ateismo ed anticlericalismo, dal testo emerge anche un certo qualunquismo.
La frase “Sono il serial killer più prolifico della storia. A parte i politici. Ma io lavoro da solo.” denota infatti il solito atteggiamento antipolitico, tipico di quelle persone che non hanno un minimo interesse verso l’impegno sociale e che, mi duole dirlo, sono i veri responsabili dello sfascio politico e del bunga-bunga culturale che oggi viviamo in questo paese.
Un saluto
Vincenzo
Signor Bear,
La scena del frate soffocato con la corda del suo stesso saio è bellissima e direi che lascia trasparire un probabile trascorso dello scrittore.
Per caso, signor Bear, è stato vittima di violenza sessuale in età adolescenziale ad opera di membri della chiesa?
Scommetto che dopo questa tragica esperienza lei è diventato un anticlericale e ateo convinto! La cosa non mi sorprenderebbe considerato come lei dileggia in questo suo racconto la sacralità della vita.
In fede
Stefano
Ho ricevuto una mail. Ne faccio copia ed incolla.
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Questo vostro è solo l’orsachiotto di peluche dei serial killer.
Come si fa a scegliere un nome de plume cosi tenero?
Solo quantità e niente qualità. Insomma il delitto da centro commerciale.
I miei sono delitti da nicchia, di altissima qualità.
Se fate scomparire questo mediocre dal vostro sito, vi assicuro l’esclusiva del mio diario.
A presto leggervi…
PS
Se cestinate questa mia, vi vengo a trovare e non dite che non vi ho avvertiti.
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Non so cosa pensare, ma sono molto preoccupato.