Storia ufficiale delle librerie – Capitolo 4

 

E intanto arriva l’anno 0: le librerie sfornano sapere a ruota libera e diventa di moda discutere dell’ultimo libro del tal filosofo o della nuova opera del tal drammaturgo.

Purtroppo però non sono gioie per tutti. Sì, certo tutti, proprio tutti, hanno accesso alle scuole e alle arene. Certo, alcuni come studenti e spettatori, altri come schiavi e cibo per leoni. E questo è il problema, perché molti delle classi più basse cominciano a vedere che nei libri, nel sapere, vi è un futuro diverso. E soprattutto che questo futuro dovrebbe essere garantito a tutti.

Tra questi vi è un ragazzino, nato da una giovinetta di 16 anni, madre single che per evitare problemi grossi a lei e alla sua famiglia si sposa prima di partorire con un uomo più grande di lei, un carpentiere.

Certo, direte, solita storia: basso reddito, lavori manuali: come può crescere quel bambino? Invece no, perché Giuseppe (il padre adottivo) è un uomo molto interessato a tutto e soprattutto non vuole per il figlio una vita di sofferenze come la sua: sempre a lavorare per avere poco o niente. Con i pochi soldi messi da parte, Giuseppe compra sempre libri, che poi legge alla sera a moglie e figlio.

Ma quando Giuseppe tentò di iscrivere il figlio alle scuole romane, questi lo rifiutarono perché figlio di artigiano, e non di potenti.

Fu allora che qualcosa scattò in Gesù (questo il nome del bambino): non avrebbe mai più tollerato queste cose. Il sapere e la cultura dovevano essere patrimonio di tutti.

Da quel giorno, il piccolo Gesù si trasformò in un Messia per i poveri, un giustiziere che entrava di notte nelle librerie per rubare il sapere e organizzava scuole clandestine dove spiegare tutto agli scolari. Scolari che più variopinti non potevano essere: c’erano pescatori, artigiani, muratori. Anche un esattore delle tasse, pensa te.

Dopo pochi anni, alcuni dei migliori studenti diventarono pure essi professori, chiamati i 12 Apostoli, e continuarono a muoversi sempre tra i poveri e per i poveri, con azioni anche eclatanti, come quella volta per festeggiare le nozze di un amico, a Cana.

Qui era stato preparato tutto, ma il banchetto (cena a base di pesce e vino bianco fresco) era in ritardo a cause della prepotenza della dogana romana che aveva bloccato il convoglio in attesa di verifiche, o più semplicemente di una ben gonfia “bustarella”.

Per la nozze i genitori degli sposi, povera gente, avevano investito tutti i risparmi. Gesù e i discepoli non si scoraggiarono e la notte prima delle nozze riuscirono a distrarre i soldati e portar via tutto. Come li hanno distratti, vi chiedete voi? Ma semplice: leggendo loro delle favole. I soldati non avevano mai preso in mano un libro, quindi fu facile per Gesù rabbonirli, interessarli, distrarli. Peccato che poi per punizione i poveracci furono dati in pasto ai coccodrilli, ma tant’è…

Oppure quell’altra volta, quando stavano per dare per morto Lazzaro e Gesù, che per fortuna passava di là, si rese conto solo che qualcosa gli era andato di traverso e con una gran botta sulla schiena riuscì a fargli sputare una oliva che si era bloccata sulla trachea. Ok, poi per i tanti festeggiamenti a Lazzaro è venuto un infarto e ci è rimasto lo stesso, ma mica è colpa di Gesù, dai!

Ma la migliore è stata quella del Tempio. Il Tempio era un anfiteatro naturale dove tutti i giorni Gesù e i discepoli si scambiavano i libri e impartivano le lezioni.

Una mattina, arrivati al Tempio Gesù e i discepoli lo trovarono pieno di bancarelle che vendevano libri, quaderni, matite, temperini con la faccia di Ponzio Pilato (andava di moda), astucci con scritto “Barabba Libero”.

Per cacciarli tuttavia occorreva un piano, e qui Gesù ha la pensata più grande: sguinzaglia tra le bancarelle Matteo, con blocco e penna. Se non lo sapete, Matteo è esattore delle tasse e i commercianti un esattore lo sentono a fiuto a chilometri di distanza.

Tempo 10 minuti, le bancarelle erano sparite e nessuno si fece più vedere.

Insomma, la scuola pubblica ormai era diventata una realtà: le librerie avevano preso a cuore tanti nuovi studenti, capendo che più base c’è, più introiti ci sarebbero stati per loro e allora decisero di partecipare donando libri per lo studio, e aprendo le prime vere biblioteche pubbliche.

Ormai essere stato educato al Tempio valeva molto come voto di ammissione alle più importanti Magister romane. La qualità, è da dire, era veramente eccezionale!

A 33 anni, Gesù, stanco di una vita sempre sul filo, si ritirò in pensione con sua moglie, Maria Maddalena, a veder crescere i figli. Certo, paragonato ad oggi 33 anni non è una età da vecchio, ma per un palestinese, allora come adesso, non è un’età facile da raggiungere!

Il suo mito continuò per molto tempo, e stava diventando leggenda quando una delle diramazioni della religione decise che forse se ne poteva ricavare qualcosa di più.

Il libro: “I Vangeli, ovvero Storia e Gloria di Gesù” ebbe un immediato successo e dovette essere ristampato migliaia di volte. Certo, il tutto era stato un po’ stravolto:  Gesù era figlio di Dio, Maria era Vergine, alle nozze di Cana il pesce e il vino erano moltiplicati per miracolo.

Del resto, il libro era nato per l’export: gente a migliaia di chilometri di distanza si sarebbe interessata più facilmente a qualcosa di più romanzato che non alla vera storia di un ladruncolo diventato maestro.

E poi, con l’aggiunta di Dio nel miscuglio, il miscuglio diventò incredibilmente potente. In breve si aggiunsero altri miracoli, altri prodigi, sventure e pure una morte atroce per mano dei romani. Uno degli apostoli fu persino accusato di tradimento (gli eredi sono ancora in causa). Il libro prese un nome più semplice, “Vangeli” e la casa editrice che lo aveva iniziato a pubblicare divenne famosa nel mondo: si chiamava Chiesa.

Comunque il successo andò ben oltre le aspettative della Chiesa: il potere che ottennero i capi della Casa editrice (poi chiamati Papi) superò le più rosee aspettative e ne è la prova che ancor oggi il tutto sia in piedi.

Ma questa è un’altra storia, e ne parleremo, forse, più avanti.

Con affetto

 

IK

 


Non è Gesù, però con i testi fa i miracoli. Chi? Ma Elvira Alfonsi!

 

 

>httpv://www.youtube.com/watch?v=WlBiLNN1NhQ

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4 Replies to “Storia ufficiale delle librerie – Capitolo 4”

  1. Carla, lo ripeto: questa è la storia reale! mica quella finzione che ti insegnano a scuola!

  2. Devo dire che questa parte della storia delle librerie ti ha particolarmente interessato.
    Il risultato è veramente godibile, addirittura credibile!

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