Le perfezioni provvisorie

Recensione a cura di Cecilia Mannaro


Arrivo prevenuta alla lettura di questo ulteriore successo del Carofiglio magistrato-senatore-scrittore (intervistato da InkKiller qui). Prevenuta anche perché a questo autore preferivo un altro magistrato-scrittore: De Cataldo. Prevenuta perché nella città in cui vivo sembra che tutti lo conoscano, salvo parlargli male alle spalle.

“Quello lì copia gli atti processuali… e poi ci mette un po’ di fantasia e di sua vita privata” dicono,  palesando il paradigma dell’invidia per il  successo di un conterraneo.

Ascoltando involontariamente la conversazione tra due tizi in libreria sento: D. “Vai a vedere cosa c’è dietro questo fenomeno letterario…”.  R. “Un ottimo editor!”

E daje da’!

Fortuna o bravura? Dite la verità che sotto sotto ve lo chiedete tutti il perché ad un certo punto uno esce dall’anonimato e diventa Carofiglio. Io penso, invece, che dall’anonimato della fantasia sia uscito Guerrieri, il personaggio più riuscito dopo Montalbano. Le similitudini con il “grande vecchio” siciliano possono sembrare tante, ma se da un lato il Maestro Camilleri se la ride di gusto, dall’altra Carofiglio assesta un altro colpo, e questa volta non al suo amato sacco da box.

E dunque, con tutta ‘sta premessa ho letto “Le perfezioni provvisorie”, prontissima a sferrare anch’io colpi ferali.

Niente poltrona. Non volevo rilassarmi. Alla scrivania con occhialini e matita “per sottolineare”. Un lettore può essere spietato, più che un critico, perché il libro lo ha pagato.

Ma subito, ecco il transfert. Di botto la scrittura mi ha ingoiata in una pseudo sindrome di Stendhal. Fluente, asciutta, senza le incertezze dei primi tempi un po’ intimiditi. La maturità dello scrittore che si porta con sé il tempo della lettura e quello successivo, quando il libro è chiuso, ma le immagini evocate restano a flirtare gigionamente con la propria di fantasia.

Ho passeggiato con Guerrieri, boxato al sacco, letto carte processuali e preso appunti. Mi pareva di immaginare Carofiglio seduto alla sua poltrona a guardare compiaciuto la vita del suo personaggio di carta Guerrieri.  E io dietro, all’inseguimento, in attesa dell’errore. C’è stato un momento in cui ho chiuso il libro e analizzato gli indizi, i personaggi e ho pensato, sfidando l’autore: “hai una chance Carofiglio, speriamo che tu l’abbia utilizzata…”. L’ha fatto.  Eccome!

E come un critico di cucina, di disneyana memoria, novella Anton Ego, ho avuto la mia Ratatouille. E ho percorso le parole come fossero immagini, sceneggiando i capitoli per il prossimo inevitabile film. Ho immaginato il casting, valutando attori ed attrici possibili.

Ma difficile la scelta del personaggio Nadia, che ho amato molto.

Mentre “facile” Caterina, squinternata icona di questo tempo sculettaro.

Questo libro è una sceneggiatura, pronta per andare in video. E sarà un successo. Più ancora degli altri.

“Il passato è una terra straniera” non mi era piaciuto, come non mi era piaciuto il film.

Penso che il successo della serie dell’avvocato Guerrieri possa risiedere nel fatto che non già l’avvocato è l’alter ego di Carofiglio, ma il contrario. Concetto astruso? Leggete il libro e capirete.

Questa la trama, così decidete se di vostro interesse il filone:

http://www.sellerio.it/merchant.php?bid=2217

In ultimo, un accenno al Pino di Nadia, il cagnone-corso “nero nero” e dagli occhi buoni. Ha il nome del mio Pino, SarchiaPino per la precisione, il mio cagnolino carrettaio. Perché se la storia dei cani corsi è nella loro vita nelle masserie pugliesi, la storia del mio cortagnolo nero nero è che accompagnava i fattori pugliesi sui carretti per andare ai mercati. E se solo qualcuno osava avvicinarsi, era pronto a sbranarlo coi  suoi dentuzzi affilati.

Ma si dice che i cani assomiglino ai loro padroni.

Buona lettura.

 

 

Altre notizie su Carofiglio qui, con la recensione del film tv tratto dal suo racconto La doppia vita di Natalia Blum.

 

Gianrico Carofiglio, Le perfezioni provvisorie, Sellerio, Palermo, 2010

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3 Replies to “Le perfezioni provvisorie”

  1. Magari non sarò obiettiva perchè è il primo libro in assoluto che ho letto di Carofiglio, ma l’ho amato immediatamente.
    La recensione la condivido a pieno, soprattutto quando dice che anche a libro chiuso le immagini le porti ugualmente con te, nella tua fantasia, e a me questo piace in un libro.
    Adesso farò un percorso a ritroso leggendo qualcosa di vecchio.
    Vedremo

  2. Bella recensione, ma non mi trovo d’accordo col suo contenuto; pur amando molto Carofiglio trovo che la “saga” di Guerrieri abbia preso una piega da pubblicazione forzata per accontentare i lettori avidi da serial televisivo più che da naturale necessità dello scrittore di pubblicare per vere idee. In questo stesso libro, a parte poche perle legate a riflessioni personali del protagonista, ho trovato appunto solo facili (e lunghe) descrizioni di giornate in tribunale, solite serate al sacco e riempitivi con banali dialoghi con la prostituta finalmente fuori del brutto giro e la ragazzina sfrontata. Inoltre molto prevedibile (per non dire scontata all’inverosimile) la scelta del colpevole. Invece il libro che finora mi è rimasto più impresso è proprio “Il passato è una terra straniera”, una vera discesa agli inferi che prima o poi (anche se non nella stessa forma) TUTTI facciamo, pena il restare inchiodati al tempo adolescenziale così di moda ai giorni nostri. Mi è piaciuto proprio il processo del diventare Uomo del protagonista, lo scontrarsi finalmente con le pure forze del Bene e edel Male e non uscirne da vincitore o perdente, ma semplicemente da Adulto.

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