Recensione a cura di Cecilia Mannaro
“Quando si ama non scende mai la notte”
Guillaume Musso
Rizzoli
Analisi semi-seria di un ulteriore successo editoriale di Guillaume Musso.
Semi-seria perché a mettersi d’impegno, in quanto a serietà, si potrebbe girare nel nulla narrativo.
L’autore esordisce con un monito a non rivelare la fine del libro a nessuno. Lo credo bene! Non lo comprerebbero più.
Mi viene la voglia matta di fare l’hacker dell’editoria e di diffondere trama e finale per non far cadere nella rete nessun altro. Ma poi mi dico: ho speso 18 euro e un paio di orette per prendere sta’ sola e vorrei condividerla con tanti altri sprovveduti dell’acquisto. Una cosa certamente ho imparato: mai più mi farò convincere ad acquistare un libro dal “passaparola” al trucco e parrucco.
Premetto che leggo di tutto, seleziono poco, sono animale della lettura, topo, formica ed elefante. Ma “il troppo stroppia” diceva mia madre, buona donna.
Tornando alla notte che non scende mai, leggendo questa infilata di trovate narrative, si rende giustizia alla propria fantasia che immagina ben altri finali e tutti più interessanti di quelli dell’autore.
Musso tratta d’amore, morte, paura e magia. C’è sempre uno che viene dall’aldilà e mette a posto tutti i problemi. Sono ingredienti che strizzano l’occhio al mercato, tendendo una trappola nella quale io per prima sono caduta, sbattendo la testa.
Questo è un libro di cui si può fare tranquillamente a meno. Una perdita di tempo. Inverosimile, e non siamo nemmeno nel campo della fantascienza. Neanche del fantastico.
Forse nel campo alimentare: na’ bufala senza latte.
Vabbè Guillaume, stavolta non ti è riuscita la ciambella. Riprova, e ricorda di imburrare lo stampo.
Io vi consiglio “Paperino e i fagioli magici” come valida alternativa alla lettura della Notte di Musso.
PS
in Quando si ama non scende mai la notte torna dall’aldilà la figlia Layla. Ecco: così impara!
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Cara Cecilia Mannaro però nel finale non è vero che la figlia torna dall'aldilà… a differenza dei suoi soliti romanzi la morta rediviva è in realtà una specie di ologramma mentale come tutta la storia…insomma se vogliamo rovinare la ciambella facciamolo bene 😉
non mi pare che Cecilia abbia svelato il finale…
comunque mi fido della sua opinione a prescindere dal finale
e non comprerò l'ennesima bufala in commercio!
Bene l'ho svelato io ora…
Beh, finalmente un commento schietto e scevro da condizionamenti. Il titolo del romanzo è quello che fa l'occhiolino ad una potenziale fitta schiera di lettori, soprattutto quelli d'animo sensibile e romantico. Se poi gli ingredienti sono amore, morte, paura e magia e questi non sono combinati con opportuna maestria (vedi Eros e Thanatos del mondo ellenico o Leopardi e – in un campo diverso da quello letterario – lo stesso Freud) il rischio che la ciambella, per usare l'espressione di Mannaro, non riesca è molto alto. Ben venga allora una personale, ma pur sempre icastica, "chiave di lettura" che alla fine, per non rimanere ulteriormente delusi, ci invita ironicamente a non disdegnare "Paperino e i fagioli magici" come lettura alternativa. A LetterMagazine i complimenti sinceri per aver aperto una piacevole finestra dalla quale osservare con occhi diversi il mondo della scrittura. Come diceva Voltaire: "Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi". Grazie.