Vi parlerò di una notte insonne, di pesci in un acquario e di sangue…
La notte insonne è di quelle che ti fregano, quelle che iniziano con il sonno e che ti lasciano anche addormentare, solo che dopo un paio d’ore ti svegli e ti ritrovi accerchiato dai pensieri. Pensieri stupidi, senza nemmeno grande importanza: piccole cose di lavoro, frasi dette, accadimenti, propositi, poi di nuovo frasi dette, il lavoro, gli accadimenti, i propositi, le frasi dette, in un ciclo continuo che va avanti per tutta la notte, incessantemente e senza tregua.
Inutile girarsi e rigirarsi nel letto e cambiare posizione, non c’è niente da fare. Così alle tre di notte mi ritrovo sveglio manco fosse mezzogiorno! Accendo la luce sul comodino, gli occhi protestano, mi alzo e vado in cucina, è tutto buio, mi muovo a memoria, bevo un bicchier d’acqua, torno a letto e… li vedo.
Sono due ragazzini di non più di dodici anni: un tipetto con uno sguardo svelto che osserva una ragazzetta con gli occhi persi come in una visione. Di sfondo ci sono nuvole che potrebbero essere quelle di un’alba o di un cattivo tempo che avanza.
Non sto sognando né sono ubriaco, è solo la copertina del libro di Giorgia Wurth: “Tutta da rifare”, come la mia nottata!
Leggo la dedica che mi ha lasciato Giorgia e sorrido: “collega di penna e di fantasia”, va bene, mi dico, vediamo com’è ‘sto libro.
La voce narrante mi dà del tu, come se mi conoscesse ed io, leggendo, ascolto le sue parole. Mi parla di Reebok rosa che volano di mano in mano, di ragazzini stupidi delle medie – chi non ha avuto almeno un compagno idiota alle medie? – mi racconta di colpi di fulmine, di timidezze, di parole non dette, di baci sognati, d’incomprensioni e di speranze.
Scopro che non è un libro che parla solo di adolescenti, perché il tempo passa e prima di andare via, bussa alla tua porta e ti chiede il conto dei giorni spensierati. Così quei due ragazzini diventano adulti, ognuno perso nella propria vita, che di tanto in tanto s’intreccia con quella di altri, ritornando poi sui propri passi, ma percorrendo sempre una strada diversa.
Come fantasmi o apparizioni, si materializzano rancori e amori, speranze e sogni, illusioni e realtà. In alcuni punti storco il naso per la crudezza di ciò che leggo, in altri sorrido e mi diverto scivolando allegro in saliscendi di ironie e leggerezze.
Il libro mi prende e la notte è lunga, così in compagnia della mia insonnia sfoglio pagina dopo pagina.
Leggo che l’amore è forte, tenace, ma anche dispettoso, impetuoso, delirante. Leggo che il sesso è forte, tenace, dispettoso, impetuoso e delirante, proprio come l’amore e forse sono le facce dello stesso diamante, che di facce ne ha molteplici e sono quelle dell’odio, del rancore, della strafottenza, ma anche della gioia, delle passioni, dei sentimenti forti, comprese le notte insonni come questa.
Allora comprendo che ho tra le mani un diamante dalle molteplici sfaccettature in cui si riflettono Sole, la protagonista del libro, Lorenzo che mi racconta la sua storia, che s’intreccia con molteplici altre vite: Paolo, la nonna, Flavia, Anna, Daniela, puttane, clienti, farmaciste, tangheri con rose tra i denti e altra gente sconosciuta.
Trascorro ore voltando pagine in cui si materializzano desideri in forme cristalline che poi s’infrangono in schegge che fanno male, che tagliano e fanno scorrere sangue scarlatto e caldo.
C’è sangue nel libro, sangue che scorre veloce nelle vene, che fuoriesce dalle ferite del corpo, dalle ferite dell’anima e qualche volta devo fermarmi, distogliere lo sguardo dalle parole. Ma ci sono anche momenti allegri e spensierati, riflessioni apparentemente divertenti ma che lasciano interrogativi quasi filosofici come quella dei pesci suicidi:
«Ma se sei un pesce, come cavolo fai ad ammazzarti?» Sicuramente non puoi morire annegato, ma non puoi nemmeno spararti un colpo in testa. […] D’impiccarsi non se ne parla, mettiamo pure che si riesca a trovare una corda, ma poi dove l’attacca? E soprattutto, come fai a farci il nodo? Rimangono le pasticche, ma nessuno gliele darà senza ricetta.
Sorrido alla visione del pesce che non può suicidarsi, ma qualche riga più in basso scopro che un modo c’è, un modo semplice e resto a pensarci un po’, comprendendo come molto spesso anche noi ci sentiamo sogliole in un mondo di squali.
Nel libro non trovo morali o sermoni, non trovo giudizi o sentenze. Nelle pagine è incisa una storia, sotto certi aspetti crudele, immorale, sotto altri ricca di speranze e sogni. Come la vita d’altronde, che è fatta di tante cose diverse, che va avanti e basta, senza preoccuparsi del bene o del male, senza chiedersi mai un perché. È come il mare con le sue onde, che da millenni vanno e vengono, vanno e vengono, a prescindere da chi le attraversa, cavalca, naviga o da chi, qualche volta, si ritrova spiaggiato e boccheggiante.
È un libro dove c’è anche tanto amore che si concretizza in parole come:
[parlando dell’anima gemella] […] puoi dirle “ho paura”, e lei ti dà coraggio, puoi dirle “sto male”, e lei diventa la tua cura, puoi dirle “ho sbagliato”, e lei è la correzione, puoi dirle “sono triste”, e lei diventa la spalla su cui piangere, puoi dirle ti amo, e lei ti dice anch’io amore mio.
Fino ad ora, però, non vi ho detto due cose: una riguarda il libro e l’altra me.
Del libro non vi ho detto che parla anche di chirurgia estetica, in realtà perché se avete ascoltato qualche intervista rilasciata in TV da Giorgia, lo sapete già, e poi perché, di solito, chi intervista pone l’attenzione solo su quest’aspetto. È semplice farlo perché salta subito all’occhio e perché c’è poco da pensare. Solo che si finisce per parlare esclusivamente di chirurgia estetica, se è giusto o sbagliato farsi operare alle tette o al naso e si perde di vista qualcosa di più profondo. C’è una riflessione che sfugge ai superficiali intervistatori: perché una ragazza di diciotto anni che non avrebbe bisogno d’interventi chirurgici decide, anzi, sente il bisogno di modificare il proprio corpo? Quanto la nostra società del “tutto e subito” è complice di questa scelta? Quanto è proprio lei a spingere con mani invisibili verso il baratro della non accettazione di sé? Quanti di noi vorrebbero essere ciò che non sono?
Su di me, invece, non vi ho detto che la mia insonnia è andata avanti fino all’alba, fino a quando ho finito di leggere tutto il libro di Giorgia e – riflettendoci un po’ – è stato meglio così, perché questo è un romanzo che va letto tutto d’un fiato, sentendosi parte viva della storia, soffrendo e ridendo, trattenendo il fiato e sospirando di sollievo.
“Tutta da rifare” è il romando d’esordio di Giorgia Wurth ed è proprio un buon inizio.
In questo libro non troverete Grandi Verità, non troverete Grandi Risposte, ma incontrerete personaggi vivi che sentirete in qualche modo di conoscere o riconoscere, troverete schegge di vita, qualcuna brillerà, qualcun’altra sarà tagliente e vi farà male.
Io l’ho letto e m’è piaciuto.
Ho raccontato la presentazione del libro in questo articolo.
Tutta da rifare Giorgia Wurth
Fazi Editore
ISBN 978-88-7625-069-9
Pagine: 169
Prezzo: 16,00 euro
Il sito ufficiale di Giorgia Wurth è questo: http://www.giorgiawurth.com
Video trailer del libro:
- Giorgia chi? (primi tre giorni) - 12 Maggio 2014
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