di Cristian Longo
Alla luce di ciò che vedo, sento e scrivo oggi, c’è da fare una premessa, prima di procedere. Quando nell’estate del 2010 ascoltavo distrattamente “Alors on danse”, hit danzereccia di quelle facilmente dimenticabili, mi era evidentemente sfuggito qualcosa. Il testo di quella canzone, che a me pareva francamente trascurabile, era in realtà soffocato ed offuscato da una musica fuorviante che, oltre ad avermi tenuto alla larga da quelle parole, non mi aveva dato la possibilità di comprendere la reale entità del fenomeno musicale che, in quello specifico momento, era solo in fieri. Non contento della mia proverbiale disattenzione, lo scorso anno mi sono anche perso l’uscita di Racine Carèe, ultimo album pubblicato nel 2013 da quel ragazzone di Bruxelles il cui nome d’arte è Stromae, a quattro anni di distanza dall’opera prima Cheese. Per fortuna, in mio soccorso, è venuta la casualità. L’altro giorno infatti, in uno dei tanti canali musicali inutili attraverso i quali il digitale terrestre ci “delizia” ogni giorno, ho assistito al videoclip di Tous les mêmes, il terzo singolo estratto dall’album, e ho avuto come una sorta di epifania. Davanti ai miei occhi è letteralmente apparso un genio, travestito per metà da uomo e per metà da donna, che delicatamente danzava e al grido di “tous les mêmes” (tutti uguali) esplicava il patetico mondo contorniato di luoghi comuni riguardo ai comportamenti maschili e femminili. Il tutto con un’ironia che va al di là di ciò che un essere umano senziente come me può aspettarsi da un video, per giunta musicale. Dopo essermi accertato che il confine tra realtà e sogno, essendo l’ora abbastanza tarda, non fosse già stato superato decido di ascoltare immediatamente l’album, pensando tra me e me che forse mi ero entusiasmato un po’ troppo e che l’intero cd non avrebbe mai potuto eguagliare la potenza musicale e testuale della canzone che avevo sentito poco prima. Ça va sans dire. Scopro che “Tous les mêmes” è soltanto una delle perle di Racine Carèe che l’artista belga è riuscito a generare grazie al suo talento artistico immenso e che alcune sonorità in connubio con alcuni testi (tutti interamente prodotti e scritti da Stromae stesso) sono persino superiori. Basta ascoltare il secondo singolo estratto dall’album, Formidable (la canzone con cui Stromae si è esibito a Sanremo 2014) per capire il senso del suo operato. Il suo è un modo di fare musica completamente diverso. Il mezzo attraverso cui porta a termine questo esperimento è completamente nuovo. Vuole essere un cantautore ma non vuole essere pedante e antiquato e quindi decide di prendere un mixer, una tastiera e di costruire delle canzoni che, negli esiti maggiormente riusciti, possano essere ritmicamente godibili e allo stesso tempo fortemente suggestionanti. È questa la sua grande forza. Il comporre dei pezzi dalle spiccate propensioni techno come Ta fête, come Batard, come Humain à l’eau non gli impedisce in alcun modo di creare dei testi che trattino le tematiche sociali ed etiche più importanti e più urgenti come l’alienazione, il razzismo e la mancanza d’acqua nelle zone maggiormente disagiate del mondo. Anzi. Sembra quasi che quella musica, tanto stridente e tanto dissonante dal resto del contesto, lo agevoli nel demistificare l’oggetto di cui parla per poi poterlo sferzare con la sua amara ironia. Esempio ne è Papaoutai, primo singolo estratto dall’album, racconto di un padre colpevolmente assente (quello dello stesso autore) a cui vengono poste domande che non possono avere alcuna risposta. Sulla stessa lunghezza d’onda si pone Carmen, che con il suo beat aggressivo e a tratti ossessivo mette in guardia le generazioni più giovani dal pericolo dei social network e di ciò che essi comportano in termini di distaccamento dalla realtà che ci circonda. Nessuna delle canzoni che egli produce è banale, ogni elemento è messo assieme in maniera meticolosa per colpire quel simbolo, quell’immagine che il cantautore belga si è prefissato di dissacrare ironicamente. Per cui vi do un consiglio. Non lasciatevi ingannare dal primo ascolto delle composizioni elettro-pop di questo talentuoso artista. La musica per Stromae è solo uno schermo opaco, un filtro attraverso il quale si arriva al suo mondo eccentrico, bizzarro, eterogeneo, pieno di una vitalità e di una sensibilità fuori dal comune. L’essenziale è dunque davvero invisibile agli occhi e questo, Stromae, lo sa meglio di chiunque.
httpv://www.youtube.com/watch?v=CAMWdvo71ls&feature=kp
httpv://www.youtube.com/watch?v=oiKj0Z_Xnjc
httpv://www.youtube.com/watch?v=S_xH7noaqTA
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