di Ella May
Feeling like a rockstar… Invain
1) Christopher Cognonato: batterista della band padovana Invain, fotografo, triestino trapiantato in Veneto… C’est toi, oui? Tanto per iniziare che ne dici di presentarti?
Ciao Ella! Sì è vero, sono nato a Trieste come mia madre, anche se attualmente lei vive in Florida. Sono cresciuto a Padova ed è qui che ho avuto la fortuna di incontrare Alessandro e Pierpaolo, ormai 10 anni fa. L’attrazione è stata così forte che non abbiamo potuto far altro che innamorarci e amarci, partorendo gli INVAIN. Abbiamo scoperto così che attraverso le sonorità post-grunge riusciamo a raccontare noi stessi e quello che stiamo vivendo in un determinato momento.
2) Christopher-musicista: ci spieghi il motivo per cui il “sacro foco” della musica che arde in te ha scelto di piazzarti proprio dietro ad una batteria?
Ho un’inclinazione naturale verso tutto ciò che è “fisico”. Sicuramente è nato così il trasporto per uno strumento che si può sia accarezzare che suonare con aggressività. Di solito sono uno a cui piace far vibrare le pelli dei tamburi abbastanza forte, perché suonare diventa così una sorta di dialogo con il mio inconscio. Credo di aver bisogno di scuoterlo con più forza possibile, per convincerlo a manifestarsi.
3) Raccontaci la tua vita da batterista, in numeri: quante bacchette e quanti piatti hai rotto, quante volte hai spaccato le pelli, quante volte negli anni hai dovuto cambiare casa per sfuggire alle lamentele del vicinato esasperato… Voglio dire: mica ti eserciterai chiuso nella tua cameretta come fanno i chitarristi, vero?
In effetti quando suono capita spesso che qualcosa vada rotto! Purtroppo, quando mi siedo dietro ai fusti perdo un po’ il controllo: non è possibile contare quante bacchette, pelli o piatti abbia dovuto sostituire. Però ho imparato a riutilizzare le macerie come arredamento!
Come tanti musicisti, ho coltivato la passione per il mio strumento nei posti più disparati. Ricordo però che la location più assurda l’ho sperimentata quando avevo 18 anni: con gli altri del gruppo suonavamo dentro ad un cubo vero e proprio, costruito in un garage. Si riusciva a malapena a stare in piedi.
4) Come se la cavano i batteristi con le donne? Riescono a sottrarre qualche fan infervorata a cantanti e chitarristi, oppure arrivano sempre secondi?
Arrivare secondi su quattro non è male!
Scherzi a parte, essere ultimi sul palco non vuol dire essere ultimi anche quando si scende dal palco… Poi oh, il maschio boscaiolo ha sempre il suo fascino e con tutte le bacchette che rompo potrei essere uno spaccalegna d.o.c.!
5) Domanda-fashion: hai gli occhi verdi, i capelli lunghi e biondi… Perché ti sei fatto rasta, invece di coltivare una folta chioma libera e fluente per “scapellare” sul palco, come vuole la migliore tradizione Rock? E quanto tempo dedichi alla manutenzione dei tuoi dred?
Sembra un controsenso, ma questo è l’unico modo per tenerli sotto controllo. I capelli crespi sono intrattabili. Odio i gel fissanti e le lacche varie, quindi ho sempre avuto il taglio molto corto. Poi… Circa 10 anni fa li ho lasciati crescere un po’ più del solito (per pigrizia) e, quando studiavo, stavo in continuazione a torturarmi i capelli. Così dopo giornate passate sulle sudate carte, mi scoprivo allo specchio con ciuffi di corna sparse per la testa. Come sia andata a finire è facilmente intuibile… (Ti prego, non farmi fare la pubblicità dello shampoo…)
6) Christopher-fotografo. Ovvero: dal mondo delle note a quello delle immagini. Preferisci il senso dell’udito o quello della vista?
Tra i cinque sensi, preferisco sicuramente la vista. Ma se la tua domanda fosse stata “Preferisci creare qualcosa che si possa sentire o qualcosa che si possa vedere?”, ti avrei risposto “Qualcosa che si possa sentire”. Tramite la musica riesco a comunicare con la parte più profonda di me stesso e posso creare dal nulla. La fotografia mi piace molto, ma per il momento non mi ha dato le stesse emozioni della musica: con la macchina fotografica fermo in un’immagine qualcosa che esiste già, che io la immortali o meno, mentre con la musica creo qualcosa che prima di me non c’era, che piaccia oppure no.
7) Se tu potessi fare un patto con il diavolo ed avere successo garantito, ma soltanto in un settore, sceglieresti la fotografia o la musica?
La Musica (Christopher ha voluto che fosse scritto con l’iniziale maiuscola, ndr), proprio perché traduce ed esterna me stesso più di quanto abbia fatto la fotografia, almeno fino ad ora.
8) Perdonami la curiosità femminile, un filo indiscreta: che tipo di rapporto può avere con il sesso un batterista-fotografo?
Eccola là, ci avrei giurato. Stavolta ti rispondo sul serio. Ritengo inutile picchiare forte con la batteria, lento o veloce che sia, se non si ascoltano gli altri strumenti. L’armonia è tutto: bisogna sapersi ascoltare a vicenda, per poi lasciarsi trasportare completamente dall’istinto. Inoltre, che sia sotto il sole in pieno giorno o di notte al lume di candela, l’importante è che una fonte luminosa ci sia, sufficiente per intendere la silhouette delle forme. Il corpo femminile è per gli occhi un piacere a cui non si dovrebbe mai rinunciare!
9) Hai una parte della famiglia in Veneto e l’altra negli States: quanto ti va stretta un’Italia come quella attuale? Mai accarezzata l’idea di attraversare l’oceano, abbandonando il Bel Paese?
Mi va molto stretta, come credo a tutti gli italiani in questo periodo. Primo su tutto, troppe tasse. Ovunque mi giro vedo persone che si spaccano la schiena di lavoro per poi avere una miseria di stipendio. E cosa ricevono in cambio? Malasanità, corruzione e disoccupazione per i propri figli. Negli States è diverso, ma ogni volta, dopo qualche mese, mi manca l’Europa e torno… E finché non mi innamorerò di un’altra città europea, rimarrò qui a coltivare il mio progetto con gli INVAIN.
10) In chiusura: accetteresti un invito a cena, se attorno al tavolo tu trovassi riunita la ciurma di LetterMagazine? Tranquillo, qualcuno che suona la chitarra per il dopocena lo troviamo. Tu puoi suonare i piatti se vuoi, quelli della cena ovviamente.
Come no! Con vero piacere, sono sicuro che ci sarebbe da divertirsi. Certo è che, se nella prima intervista siete riusciti ad essere così piccanti, a tavola bisognerà stare attenti a quante bottiglie si stapperanno! Grazie Ella, è stata davvero una parentesi divertente…
Un caro saluto a LetterMagazine e ai suoi lettori. Chiaramente siete tutti invitati ai prossimi concerti degli INVAIN!
httpv://www.youtube.com/watch?v=rbick2XJaAw
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Benvenuti, Ella May e Christopher, su LetterMagazine!
Vi aspettiamo per divertirci ancora.
In bocca al lupo, buon vento!
🙂
Un caro saluto dall’intera Redazione
Paola Cimmino (Gamy Moore)