Oh ragazzi… è un po’ che non mi faccio sentire, ma in Piazza delle Erbe la vita è dura anche per me che sono Merlino, il vostro Gatto Samurai. Un Guerriero errante senza macchia e senza paura è sempre impegnato nelle più nobili cause, e voi lo sapete, io non sto mica qui a smacchiare i giaguari, come dice un mio amico. O a raccogliere i tacchini sui tetti… L’ultima impresa mi ha sfinito, demolito, maciullato, frantumato in pezzetti così piccoli che tra un po’ non mi trova più neanche la Scientifica. Dopo la visita della delegazione Maya, i ragazzi qui in piazza hanno perso la testa, sperano ancora che la nostra città venga scelta per il rave party di Fine di Mondo, e non la smettono di tormentare Desdemolo, il nostro fantasma, perché telefoni a quei simpaticoni che a Ferragosto ci avevano fatto visita con l’astronave di Palenque. Presi dai preparativi per l’Apocalypse Party, si erano dimenticati il compleanno della nostra Umana.
Se non ci fossi io a farli stare un po’ con i piedi per terra… Quella donnina triste e gobba viene tutti i giorni a rifocillarci, coccolarci, curare i malati, giocare coi piccoli e discutere col Conte Vronskij sulle regole e la disciplina della colonia, e ci si dimentica pure del suo compleanno. Come se non bastasse, lei è sempre più triste e si accartoccia; se continua di questo passo ci scompare, e non possiamo permetterlo. Così ho convocato un Cat Storming nelle cantine della Prefettura, per spremere dalle deboli meningi dei miei amici della colonia felina un’idea degna della nostra amica. Ci eravamo appena ritirati con abbondanti scorte di erba gatta, crema al whisky e croccantini del Mc Donald, quando abbiamo sentito il solito lamento da profugo. Sinceramente, a tutti sono girate le palle come un elicottero: in questa piazza ci hanno abbandonato di tutto, non solo cani e gatti, magari… ma anche furetti, iguana, sarchiaponi, lonfi, extraterrestri che cercavano una cabina del telefono, e tutti si sono fermati qui perché si trovano bene. Insomma, non abbiamo più posto nemmeno per un moscerino, ma aumentiamo sempre.
Il Conte Vronskij ha mandato in perlustrazione Smeagol, il nostro furetto, proprio un bravo ragazzo, anche se non è un fulmine di guerra. Vronskij lo tratta sempre come una recluta, anche se è con noi ormai da tempo, ma dice che non ha speranza, rimarrà sempre nella Sezione Primo Pelo. E Smeagol è tornato accompagnato da qualcosa che sembrava un mocho bagnato e usato per pulire le stalle di Augia. Dopo attenta ispezione, quella creatura si è rivelata essere una gattina, la gattina più triste dell’universo. Ci ha detto di chiamarsi Ofelia. La solita famiglia di imbecilli l’ha adottata quando era una cucciola, poi lei è cresciuta, si è presa qualche libertà col gatto dei vicini, è rimasta incinta, e loro l’hanno cacciata di casa. Da diversi giorni girava per la città cercando un po’ di cibo e un riparo, finché un vecchio randagio incallito l’ha indirizzata verso la nostra colonia, dicendole che qua da noi c’è sempre posto. Ecco la fama che ci siamo fatti in città…
Agata, Betsabea e Lucrezia hanno asciugato e rifocillato la povera creatura, che si è addormentata sfinita. Fuori c’era un tempo da lupi, la pioggia gelata si stava trasformando in neve, e l’idea di una povera gattina incinta che vagava da sola in mezzo alle intemperie ha fatto infuriare Kaminski, mentre il professor Scipione, sentito il nome di Ofelia, si è messo a declamare “A che punto è la notte, figliuol mio?”. Mentre cercavo il modo di dire a quel vecchio gatto suonato che aveva sbagliato tragedia e che Ofelia non è un personaggio del Macbeth, ho avuto l’illuminazione. Ecco cosa avremmo regalato alla nostra Umana per il suo compleanno: una rappresentazione dell’Amleto in stile felino. Sono o non sono un grande? I ragazzi hanno accolto l’idea con entusiasmo e si sono buttati sulla parte.
Il solito Kaminski ha battuto i piedi finché non gli abbiamo lasciato fare il principe di Danimarca, però il Conte Vronskij lo ha accontentato solo a patto di avere per sé il ruolo del principe di Norvegia. Nessuno è più egocentrico di un felino, lo sapete meglio di me… Il fantasma lo abbiamo vivo live, il nostro Desdemolo è sempre disponibile per animare l’atmosfera, e Ofelia… Be’, Ofelia ci era appena piovuta in testa. Lavata e asciugata, è una bella micina, e ha imparato subito la parte. In effetti, con tutte le disgrazie che le sono appena successe, non c’è da meravigliarsi se il ruolo da suicida le calzi a pennello. Nel giro di una notte ciascun personaggio del dramma ha avuto un interprete, anche se non è stato facile reclutare due che facessero Rosencrantz e Guildenstern, e il professor Scipione ha letto ad alta voce la tragedia. Come è noto, il felino ha una memoria prodigiosa, e al termine della lettura ognuno conosceva alla perfezione la propria parte, e anche quella degli altri. Con qualche cassetta della frutta si è fatto il palcoscenico, e la sera del compleanno abbiamo invitato la nostra Umana a fermarsi da noi.
In suo onore ci eravamo procurati abbondanti scorte di ciambella e albana dolce, e avevamo anche acceso il fuoco nel camino del vecchio forno. C’eravamo tutti, equamente divisi, una metà sul palco e l’altra a fare da pubblico. La nostra Umana ha apprezzato più che altro il pensiero, perché noi recitiamo nella nostra lingua e lei, nonostante frequenti i gatti da una vita, ancora non la capisce bene, però è stata molto colpita da Ofelia e dalla sua perfetta recitazione. E non è stata la sola, a quanto pare. Sembra che Kaminski si sia innamorato come un ragazzino, e ora coccola e accudisce la nostra ragazza madre con una premura che non ci aspettavamo da un farfallone come lui. Va anche dicendo che ha sempre desiderato di mettere su famiglia e che uno dei piccini, quando nascerà, si chiamerà Amleto. Povera creatura… Ma il nome è il meno. Si accorgerà di come è dura la vita, quando il Conte Vronskij gli farà fare gli addominali.
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