Incontri immaginari: dialogo fra Aubrey Beardsley e Mauro Cristofani sull’arte della trasgressione

  racconto di Ezio Menzione –

 (La scena si svolge al Savoy di Londra, fra specchi, stucchi e argenti, nella smoking room da cui sono categoricamente bandite le donne).

 C. – Mr Beardsley, I suppose.

Autoritratto di Aubrey Beardsley (sinistra). Autoritratto di Mauro Cristofani (destra)

B. – Yes, Sir. May I help you?

C. – Permette che mi presenti? Sono un artista italiano di circa un secolo successivo a Lei ed è molto che volevo conoscerLa.

B. – (con scetticismo) Conosco alcuni artisti italiani del ’900, ma mi sembra che pochi abbiano potuto seguire il solco della linea, del disegno e del bello che io e alcuni altri, eredi di una grande tradizione, abbiamo tracciato. Soprattutto, mi sembra sia venuta meno un po’ dappertutto, ma specialmente in Italia, la trasgressione.

C. – (innervosito) Eppure, quanto a trasgressione intesa in un certo senso, pare che nessun artista italiano del ‘900 ne sia immune…

B. – (con aria di leggero compatimento) La trasgressione, my dear, non è una faccenda che riguarda con chi ci si apparta quando non si è visti: in questo senso, tutti gli italiani sono maestri! La trasgressione è sostanza e forma. È sostanza, nel senso che è consapevolezza del trasgredire, fino alle estreme conseguenze, fino a bruciare la propria vita in pochi anni, come è accaduto a me. Ed è forma, poiché la si deve vedere, percepire nell’opera, proprio come la si vede nella vita dell’artista… Do you agree?

C. – Certo che sono d’accordo. Proprio questo, infatti, cerco di dimostrare, facendo coincidere la trasgressione della vita con quella dell’arte.

B. – Very well. Ma la trasgressione vive sulla labilità del confine tra il detto e il suggerito: non occorre enunciarla sempre, spesso è preferibile rimandarvi per allusione… Certo con segni chiari e puliti a sufficienza da celare innominabili torbidezze.

Illustrazione di Mauro Cristofani

C. – È la conquista che cerco di raggiungere da anni… Se voglio concentrare l’attenzione su come il centurione uccide Sebastiano, debbo annullare il mondo circostante in un’unica campitura, come nell’oro dei mosaici bizantini, perché risalti il segno della sua trasgressione.

B. – Bene, my friend. Vedo che, finalmente, anche in Italia c’è qualche artista che conosce e pratica la trasgressione seriamente e con impegno. Buon lavoro, dunque, e non dimentichi che lo scandalo è il nutrimento dell’arte.

C. – Certo, e l’arte è il nutrimento dello scandalo. Farewell.

 

Si ringrazia Micaela Lazzari per l’editing

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