– racconto e illustrazioni di Mauro Cristofani –
L’inaugurazione della mostra è agli sgoccioli ed io sono davvero stanco per aver ascoltato tante scemenze. Ma tant’è bisogna farlo e l’ho fatto, chissà in nome di chi a parte il fine ultimo che è quello di ritrovarmi in tasca un po’ di soldi. Mira mia gallerista e amica pare instancabile vuole che la mostra sia un successo, mi vuol bene e vuol bene al suo negozio.
Sorrido agli invitati, annaspo per rispondere a domande cercando risposte originali, anche questa è creatività.
Titolo della mostra: Lo specchio di Narciso. All’entrata ho piazzato una serigrafia su specchio con inciso il bell’efebo che ammira la sua immagine riflessa in uno stagno, ogni visitatore può riconoscersi in quell’immagine perché siamo tutti un po’ narcisi.
Per questa mostra ho lavorato tanto e con cura, siamo onesti un certo consenso m’è dovuto.
Fatica e tensione stanno ora placandosi, sento un bel rilassamento di tutti i muscoli del corpo e non vedo l’ora d’infilarmi nel mio letto assaporando il dolce sapore del successo. Poi dormire un giorno difilato.
I visitatori se ne sono andati tutti. Meno uno, lo vedo di spalle.
-Va’ da lui – dice Mira. – È mezz’ora che sta guardando quel quadro.
Quel quadro è L’ornitologo: un giovane in abiti rinascimentali circondato da animali impagliati.
Mi avvicino al tipo, lui si volta di scatto come se fosse stato sorpreso a rubare… Il suo viso è incredibilmente somigliante a quello del personaggio dipinto!
Ecco la conversazione che si svolge fra di noi.
-Complimenti per la mostra, le sue opere mi piacciono molto.
Dice di chiamarsi Kevin.
-Grazie. La sua somiglianza col giovane di questo quadro è impressionante.
-È vero, anch’io sono rimasto colpito.
-Sei un artista anche tu? Scusa se ti do del tu, sei così giovane.
-No, non sono un artista, faccio cose… Ogni tanto faccio dei disegni, niente d’importante.
-Bravo, la pittura è importante solo per i pittori, la gente se ne frega dell’arte, si diverte di più al ristorante.
Fra noi sguardi scrutatori e rapaci. Mira, già complice, ci osserva compiaciuta.
-Se avessi soldi, questo quadro lo comprerei.
-Vedi? Ti ho fatto il ritratto senza conoscerti.
-Mi avevi in mente allora…
-Forse sì.
Pausa. Torna a guardare il quadro, io a guardare lui.
-Quando te ne vai da qui?
-Adesso, il tempo di salutare la gallerista.
-La tua casa è distante?
-No…
-T’aspetto, vengo con te.
-Ok.
Ed ecco come prosegue la conversazione, in casa mia seduti in poltrona.
-Chissà se davvero me lo regali, quel quadro.
-Fa parte della mostra e la mostra ora è della Galleria. Mira è un’amica ma anche una mercante, quel quadro è piaciuto a molti, ha capito che lo venderà facilmente.
-Certe volte ho visto che sotto alcuni quadri c’è un cartellino con scritto collezione privata… Ce lo metti anche tu e il quadro sarà il primo pezzo della mia collezione!
Ride, divertito e beffardo.
-Dài non scherzare.
-Ma sì hai ragione, dove lo metterei, chi l’ha mai avuta una casa.
Suo sguardo improvvisamente cupo.
-Che vuoi dire?
-Orfanotrofio affidamento e un po’ di galera, le solite cose che succedono a uno come me.
Non so più cosa dire, se ne accorge e mi toglie dall’imbarazzo.
-Ce l’hai qualcosa da bere?
-Sì, qualcosa c’è.
-Roba forte però. Ti va se faccio una canna?
-Vai, ma io non fumo.
-Eh no, l’erbetta si coglie in compagnia.
-Va bè, qualche tiro lo faccio.
Si beve, si fuma, si continua a chiacchierare fino a tardi.
Ora sembra sfatto si alza in piedi e mi butta addosso una frase che è una mazzata.
-Ora dammi tutti i soldi che hai in casa.
Io un fesso inchiodato alla poltrona occhi spalancati e bocca aperta senza suoni né respiro.
-Hai capito? Dammi i soldi!
Stiracchio un sorriso.
-Ma… perché?
Lui si tira su la manica mostrando l’avambraccio striato di vene azzurrine e ricamato da una serie di puntini rossi.
Capito?
-Ti droghi…
-Sì, mi faccio giorno e sera e stasera non mi sono ancora fatto. Dài dammi i soldi poi me ne vado.
Esito, perdo l’orientamento.
Kevin impaziente fa brillare la lama d’un coltello.
-Dài non farla lunga, lo so che ce l’hai, tirali fuori, ne ho bisogno.
Sono spaventato e gli dò tutto quello che ho, non è poco.
Educato e gentile Kevin torna quello di prima, e gentilmente mi saluta abbracciandomi.
Apre la porta ma poi torna indietro e mi si avvicina.
-Una di queste sere ritorno e ti faccio divertire – dice dandomi una palpatina.
Giorno seguente, in Galleria trovo Mira è sconvolta e arrabbiata.
-È tornato quel ragazzo di ieri sera, mentre ero occupata con due visitatori guarda che cosa ha combinato su quel quadro!
In basso, sul lato destro del dipinto aveva incollato un cartellino con la scritta: “Ritratto di Kevin. Collezione privata”.
-Ho provato a toglierlo ma non ci riesco, accidenti a lui ma che avrà usato per appiccicarlo così!
-Lascia stare, questo quadro non lo vendo.
Mira incredula.
-Ci sono un paio di persone interessate, tornano stasera per decidere!
-Tranquilla, avrai quello che ti spetta. Però non chiedermi altro.
L’ornitologo è qui da me in bella vista e per ora fa parte della “mia” collezione privata, con quello che m’è costato me lo godo.
Kevin lo avrà, se manterrà la sua promessa.
Si ringrazia Micaela Lazzari per l’editing.
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