Secondo voi quanto si prende per un vecchicidio? Intendo l’omicidio di una persona molto anziana, insomma una vecchia bacucca, un inutile peso per la società. Secondo me si prende un premio dallo Stato, che si è liberato da uno spreco e dovrebbe mettere una taglia sull’eliminazione di queste vecchie cariatidi. Io sono un quarantenne rampante e in splendida forma, un giovane dirigente in pectore che ancora non è riuscito a far riconoscere i propri meriti, ma è solo questione di tempo, sono troppo bravo. Giusto il tempo per l’Azienda di liberarsi di un po’ di rami secchi e verrà il momento anche per me. Intanto mi devo accontentare di uno stipendio modesto e non mi posso permettere una casa tutta mia, così ho dato ascolto a un mio amico agente immobiliare e ho comperato la nuda proprietà dell’appartamento in cui vive questa odiosa vecchiaccia, che si lamenta di non riuscire a campare con la pensione ma son sempre troppi i soldi che le danno, a mio parere, e lei, invece di morire dignitosamente di stenti, si è tenuta l’usufrutto in cambio di un bel gruzzoletto. Visto che è veramente molto vecchia e mi sembrava anche malandata in salute ho accettato, pensando che mi avrebbe liberato l’alloggio in pochi mesi, e invece niente, è ancora al mondo. A me tocca di continuare a stare coi miei e la strega non si rassegna a crepare. Anche i miei genitori sono vecchi e purtroppo nemmeno loro si decidono a schiattare e a lasciarmi libera quella bella villetta che negli anni Sessanta del secolo scorso non costava niente e invece adesso vale una fortuna, e poi dovrei scannarmi con quella stronza di mia sorella che pretende di avere più diritti di me perché ha due bambini, li tiene sempre dai nonni e mi mangia tutta l’eredità, e io rimango qui, fulgido esempio di giovane oppresso dallo Stato assistenziale.
Ma adesso la bado, quella vecchia strega, voglio vederci chiaro. Non è possibile che sei mesi fa, davanti al notaio, fosse quasi sulla sedia a rotelle e in possesso di tali e tante certificazioni di malattie mortali da strapparmi un prezzo esoso in cambio di una misera nuda proprietà, e oggi vada tutti i giorni in palestra o a correre al parco o in giro in bicicletta con altri vecchi ruderi come lei. Ma cosa fa, beve sangue umano? Con i miei soldi la megera si è perfino comperata la macchina nuova, e dire che per lei sarebbe già di troppo una scopa, esce tutte le sere per andare non si sa bene dove e nutre i suoi schifosi gatti come principi. Già, i gatti. Ha l’appartamento pieno di quelle schifose bestiacce, quando finalmente tirerà le cuoia dovrò liberarmene e far disinfestare tutto accuratamente, perché io e la mia ragazza vogliamo dei figli, cosa credete, noi siamo religiosi e devoti, ci sposeremo in chiesa e metteremo al mondo tanti bei pargoletti che andranno a scuola dalle suore, ho già prenotato il posto, però non possono crescere sani e forti in un ambiente contaminato da pulci, pidocchi, acari e parassiti vari, prodotti da animali insani e cari al demonio.
Così sono qui, questa sera, munito di occhiali per la visione notturna, il mio amico che vende air soft gun me ne ha procurato un paio a buon prezzo, insieme con la pistola ad aria compressa e una tuta mimetica che alla mia fidanzata è piaciuta tanto. Non si sa mai quali posti pericolosi frequenta una che era giovane ai tempi degli Anni di Piombo. Eccola, sta uscendo. Sono le dieci di sera, a quest’ora dovrebbe dormire o almeno rincoglionirsi davanti alla televisione come fanno i miei, e invece no, questa esce. In jeans e scarpe da ginnastica. Per un momento mi viene da pensare che non sia lei ma una nipote, eppure la vecchia mi ha fatto vedere le carte, non ha parenti né tanto meno eredi, no è proprio lei, alla sua età va ancora in giro con i jeans, ci dovrebbe essere una legge che lo vieta. E che passo scattante! Faccio fatica a starle dietro. Pensare che ha certificato una gravissima artrite reumatoide, mi faceva impressione mentre firmava il contratto di compravendita con quelle dita orribili, deformate come artigli, purtroppo si vede che i piedi e le gambe sono ancora buoni. Ma quanto cammina ‘sta maledetta? Cosa si è comprata la macchina a fare se va a piedi? Ecco, suona a un portone, le aprono, entra. E adesso? Mica dovrò stare qui davanti come un merluzzo per tutta la notte, domattina io devo lavorare e produrre, non sono un parassita a carico dello Stato come lei…
Mi sono svegliato all’alba, congelato sopra una panchina. Sembravo un barbone, un vigile mi ha guardato con sospetto, dio mio che figura. Quella schifosa sarà la mia rovina, lo so. Corro a casa, mi faccio una doccia, costringo mia madre a prepararmi un litro di caffè e scappo in ufficio, oggi ho diverse riunioni importanti e un giovane come me ha bisogno di mettersi in luce. Nel pomeriggio uno dei tanti nullafacenti di cui l’Azienda non sa come liberarsi sfoglia come sempre i giornali in internet e ci legge la notizia dell’ennesimo “Compro Oro” svaligiato. Negli ultimi anni sono spuntati come funghi, si vede che l’oro non va più di moda e la gente se ne vuole disfare, ma da un paio di mesi subiscono una rapina dopo l’altra. E sono professionisti questi ladri, penetrano i migliori sistemi di sicurezza e aprono le casseforti più complesse, di sicuro sono zingari, Rom, albanesi, insomma quella gentaglia che andrebbe rimessa nei forni, quello sì che è il loro posto. Il collega nullafacente nota che c’è stato anche un altro atto di sabotaggio ai danni di un’agenzia interinale, quei poveretti non hanno pace, le bande di giovinastri che non hanno voglia di lavorare e pretendono il cosiddetto “posto fisso” se la prendono con queste attività che per un’Azienda moderna ed efficiente sono vitali, come si farebbe altrimenti ad avere sempre la manovalanza fresca e prona… ops, scusate, volevo dire pronta, per ogni esigenza? Stasera ritornerò di nuovo sotto alla mia casa per pedinare quella vecchia maledetta. Devo capire.
Ormai è un mese che non dormo. Passo le notti per strada. Tutte le sere alle dieci, puntuale come una cambiale, la vecchia esce, fa il giro della città a piedi e poi entra in un portone, sempre diverso, e non ne esce più. Io controllo i campanelli, di solito sono palazzi di poveracci e di immigrati, gentaglia come lei insomma, ho provato anche a intrufolarmi dentro seguendo qualche inquilino, ma non c’è nient’altro che miseria, puzza e desolazione. Per me è difficile capire come si fa a vivere così, questa è feccia senza dignità né orgoglio, la cosa migliore per questi palazzi sarebbe prendere fuoco. Rimane il fatto che trascorro tutta la notte appostato davanti a quei portoni e non la vedo mai uscire, bevo litri di caffè per non addormentarmi di nuovo su una panchina ma niente, quella entra e si dilegua. Prima di tornare a casa e prepararmi per il lavoro passo davanti a casa sua, anzi, davanti a casa mia, e la incontro, arzilla e pimpante, in tuta da ginnastica, mentre fa colazione al bar. Mi viene un travaso di bile a vedere che la megera scialacqua i miei soldi in cornetti e cappuccini. E io arrivo al lavoro già distrutto, rischio di addormentarmi alle riunioni, anzi, ho paura di averlo già fatto qualche volta, un collega dice di avermi svegliato con una gomitata perché russavo, di certo è una malignità ma ho l’impressione che ai piani alti non mi vedano più bene come prima. E poi, durante i pedinamenti notturni, per tenermi sveglio leggo il giornale, cosa che non avevo mai fatto, e mi deprimo. Oltre alla quantità di miserabili che si lamentano per le riforme eque e liberiste che devono sviluppare la nostra economia e tagliare gli sprechi di denaro pubblico, la cronaca nera è impressionante. In tutto il paese non solo aumentano a vista d’occhio le rapine ai “Compro Oro” e gli atti di vandalismo contro le agenzie interinali, ma si svaligiano le armerie e i supermercati. Quelli delle armerie sono i terroristi islamici, che vogliono prendere il potere e distruggere la nostra civiltà cattolica. Per un verso mi sono anche simpatici, sarebbe bello rimettere le donne al loro posto, in casa, dietro a un velo, e fuori dalle aziende a portar via il lavoro a noi maschietti rampanti, ma un cristiano come me deve temere i miscredenti ed essere pronto a contrastarli anche con le bombe, se necessario. Purché scoppino a casa loro.
Licenziato. Mi hanno licenziato. Non ci posso credere. Questa mattina sono stato convocato dal Sommo Direttore delle Risorse Umane, io speravo che fosse per la promozione che mi aspetto da tanto tempo e invece era per consegnarmi la lettera di licenziamento. Mi ha detto che ho perso il mio smalto, neanche fossi una casseruola ammaccata, che negli ultimi tempi non sono più il giovane brillante di un tempo, e soprattutto che stanno per scadere i tre anni del mio contratto di apprendistato e l’Azienda non si può permettere di assumermi a tempo indeterminato, parole che ha pronunciato col tono di una bestemmia. Lo so che hanno fatto così con tutti prima di me, finiti i tre anni di prova non hanno tenuto nessuno e hanno assunto nuovi apprendisti, ma ero sicuro che per me sarebbe stato diverso, perché io sono bravo, meritevole, capace, non sono un lavativo come gli altri, ho sempre mostrato la mia disponibilità e la mia flessibilità, quando si trattava di fare gli straordinari, spiare i colleghi, pulire i vetri della villa del direttore… Insomma, mi sono impegnato allo spasimo e adesso mi buttano fuori. Colpa di quella vecchiaccia, naturalmente. Ho perso intere nottate di sonno per la stupida ossessione di capire cosa fa e non ho più reso gli ottimi risultati lavorativi di un tempo. Adesso mi vendico, la strozzo con le mie mani. Stasera la seguo, tanto conosco i suoi orari, e appena entra in un vicolo buio la prendo a picconate.
Non ho capito bene cosa mi è successo. Ho un mal di testa feroce, non ci vedo e non riesco a muovere le mani e neppure i piedi. Cerco di fare mente locale, ieri sera ho seguito la vecchia e quando siamo arrivati nei quartieri fatiscenti dove va tutte le sere mi sono avvicinato alle sue spalle con un laccio, per strangolarla. Come ho fatto a finire legato e bendato? Ah sì, adesso ricordo, la vecchia si è girata, rivolgendomi un sorriso sdentato, e mi ha puntato una pistola in faccia, di certo una pistola giocattolo. A me è scappato da ridere e stavo per mollarle un ceffone, quando mi è arrivata la botta in testa e sto riprendendo i sensi soltanto adesso. Rapito, sono stato rapito! Chissà in che mani sono capitato… Banditi dell’est, gruppuscoli dell’estrema sinistra, integralisti islamici… Sento uno scalpiccio di passi e due manone mi liberano della benda. Faccio un po’ fatica ad abituare gli occhi alla penombra, sono in una cantina a quanto pare, e davanti a me vedo un vecchio enorme che impugna un AKSM-74 con il visore notturno montato. “Giovanotto, questo non è un soft gun. Questo fa male veramente,” tuona l’omone. “Noi non ci giochiamo con le armi, noi spariamo. Piacere, mi presento, sono Virgilio, e spero che tu abbia lasciato ogni speranza prima di scendere agli inferi”. E chi vedo alle spalle di questo energumeno? La vecchiaccia maledetta, proprio lei, che si presenta con un grazioso inchino, come se non la conoscessi. “Ciao tesoro, io sono Beatrice, l’usufruttuaria dell’appartamento che desideri occupare con tanto ardore, e questo è il mio amico Dante”. Così dicendo mi indica un vecchietto rattrappito che mi fa scappare un improvvido risolino, e faccio male, perché il vegliardo tira fuori un coltello che conosco bene, il Ka-Bar della marina militare americana, il mio amico vende le imitazioni. “Bravo ragazzo, non c’è niente da ridere,” minaccia il signor Dante, “questo gioiellino ne ha sgozzati parecchi, di recente. In piedi adesso, vieni con noi,” e la signora Beatrice mi slega le gambe, ma non le mani. Hanno capito che sono un tipo pericoloso!
Mi hanno fatto camminare per ore, in un dedalo di corridoi e tunnel sotto la città. Mai avrei immaginato l’esistenza di questo mondo sotterraneo, tra le fogne e le cantine. C’è gente che ci vive, cinesi, negri, che schifo, e anche italiani, a quanto pare, tutti vecchi. “Vedi tesoro,” mormora la signora Beatrice, “questa è la vita reale…” e mi assesta un calcio nelle palle che mi schianta in due. “Basta Bea, non lasciarti andare alla violenza, non è degno di te!” la rimprovera il signor Dante, che dio lo abbia in gloria, ma la megera è impazzita e continua a fracassarmi le ossa con una raffica di calci che nemmeno uno della riscossione crediti. Deve intervenire il signor Virgilio per riportare l’ordine, e finalmente arriviamo a un locale sotterraneo a cui si accede da una porta blindata. Mi fanno entrare e vedo lunghi tavoli coperti di oro, gioielli e armi smontate. “Guarda ragazzo mio” mi istruisce il signor Virgilio “rapinare gli strozzini dei Compro Oro è il meno, il lavoraccio è quello di incrociare la refurtiva coi registri e far riavere il tutto ai legittimi proprietari. Vedi questa catenina e questa fede? Sono di tua madre, tu in casa non dai un soldo ma nemmeno i tuoi arrivano a fine mese, li hanno impegnati per pagare la bolletta del gas. E questa, la riconosci?” Impallidisco, è la croce di brillanti che ho regalato alla mia fidanzata. “La signorina l’ha impegnata per rifarsi le tette. Come? Ti vedo sorpreso. Non ti sei accorto che si è rifatta le tette? Come dici? Voi non scopate perché davanti al parroco avete fatto il voto di arrivare vergini al matrimonio? Parla per te, lei scopa, eccome se scopa… Ma questo non glielo restituiamo alla troietta, non se lo merita, vero caro?” sussurra la signora Bea. “Mi sta bene, vero?”. Sto per vomitare ma mi trattengo, e faccio appena in tempo a vedere il manrovescio di Virgilio che mi attacca al muro.
“Vedi tesoro come fa presto il mondo a cambiare? Tanti di noi si sono trovati in mezzo alla strada dalla sera alla mattina, e adesso è toccato anche a te. La tua azienda ti ha scaricato, la morosa ti ha fatto un palco di corna come un alce, e come vedi io sono in piena forma, non tirerò le cuoia ancora per molto, molto tempo…” e la signora Bea conclude il discorso prendendo in mano un Remington 700 Police, un fucile di precisione che secondo il mio amico possiede un’anima, ed esibendosi in una serie di tiri olimpionici. “Sorpreso, tesoro? Credevi che fossi quasi cieca, vero? Beh, sono leggermente miope, ma il mio amico Dante, qui presente, era il migliore ottico della città e lo è ancora, mi ha modificato il cannocchiale e con un po’ di allenamento sono diventata un vero sniper. Modestamente, credo di essere uno dei migliori tiratori scelti d’Europa”.
Sento un brivido di freddo e mi torna in mente la storia del killer dei banchieri. L’anno scorso, dopo le ultime sacrosante misure economiche volute dal Fondo Monetario Internazionale per il nostro bene, qualcuno ha cominciato a sparare ai banchieri. Un colpo solo, da lontano, in mezzo alla fronte, con precisione perfetta. Le indagini hanno rivoltato come un calzino il mondo delle ex Forze Speciali legate ai gruppi terroristici, ma senza risultato alcuno. Stesso fucile di precisione, un Sako TRG-42 con cartucce .300 Winchester magnum, un tiro da meno di un chilometro, un colpo secco e via. Non sono tanti gli uomini al mondo in grado di compiere una simile impresa, e tanto meno le donne, figuriamoci. Possibile che… No, non ci credo, non esiste nemmeno nei fumetti. Però il sogghigno della vecchia mi fa sempre più paura. Ridendo e scherzando, i tre vegliardi mi portano a un tavolo pieno di esplosivi e armi smontate, mi mostrano una specie di giubbotto antiproiettile con tante taschine piene di panetti di qualcosa, e intanto continuano a mettere il dito nella piaga, parlano del fallimento della mia vita, del crollo di tutte le mie certezze, dei miei genitori che stanno per perdere la casa per l’impossibilità di pagare i debiti contratti per i miei studi… Va bene, mi sono laureato a trent’anni, ma papà diceva sempre di fare le cose con calma! E poi, questa storia della mia ragazza che mi tradisce e non rispetta il voto di castità prematrimoniale, anzi, che si è fatta tutti gli amici di Comunione e Liberazione… cosa devo pensare? Mentre mi demoliscono la vita, noto che lo stanzone contiene un gran numero di serre per la coltura idroponica e chiedo a cosa servono. I tre vecchiacci scoppiano a ridere e mi rispondono che ci coltivano i pomodori, ma sono ortaggi ben strani, con le foglioline a forma di lancia come quelle sulle magliette dei fricchettoni. Lo faccio notare, e mentre ridono sfrenatamente mi dicono che sono pomodori geneticamente modificati. Cosa ci sarà mai da ridere, poi? Io da ridere non ci trovo proprio niente, qua sotto.
Drogato. Mi hanno drogato o ipnotizzato, non lo so. Non capisco cosa è successo, però indosso un giubbotto antiproiettile e sono davanti alla porta del Sommo Direttore delle Risorse Umane. Ho un appuntamento per un colloquio, devo riuscire a convincerlo che l’Azienda non può perdere un elemento come me, e soprattutto che io non posso perdere il posto, sono disponibile a tutto, anche a fare le pulizie. Se non riuscirò a convincerlo, premerò il telecomando che mi hanno messo in tasca. Come dice la signora Beatrice, muoia Sansone con tutti i Filistei. Però ho paura, ho tanta paura, non so se ci riuscirò.
Nel sotterraneo, Beatrice guarda assorta il segnale GPS sul monitor, attende il suo corretto posizionamento e con gesto grazioso ed elegante clicca sul mouse. Le vibrazioni dell’esplosione fanno tremare anche le fognature in cui i tre temibili vegliardi hanno insediato il loro quartier generale. Dante, come sempre, la guarda con occhi adoranti e le appoggia teneramente la mano sulla spalla. Tanto gentile e tanto onesta pare… Virgilio invece, in modo più prosaico, fa il gesto dell’ombrello e canta We Are the Champions. “Ragazzi bel colpo, due piccioni con una fava. Dante, va a pensare che il direttore del personale era l’ultimo pollo che aveva comprato la nuda proprietà del tuo appartamento. Adesso chiamo mio nipote all’agenzia e gli dico di rimettere in circolo tutte e due le case, però Beatrice, la tua ormai comincia a diventare sospetta. Quanti ne hai fatti fuori?” La signora Bea si schermisce con delicatezza e fa finta di pensarci. “Beh… direi, questo mi sembra il quinto. O il sesto? Cosa dici Dante, il sesto? Ops… Benedetta quella clausola magica che abbiamo fatto mettere nei contratti, quella sulla morte prematura dell’acquirente, nel qual caso la nuda proprietà torna all’usufruttuario… Tutti si mettono a ridere, però funziona!”. “Funziona perché ho un altro nipote all’Agenzia delle Entrate, tesoro, un nipotino che farebbe qualsiasi cosa per il nonno, anzi, per l’Erba del Nonno…” replica Virgilio, indicando le coltivazioni idroponiche. “Ragazzi, quanti soldi abbiamo messo insieme?” e Beatrice apre un’altra schermata al computer, mostrando la contabilità dell’insano terzetto. “Ommadonnina santa, siamo schifosamente ricchi!” esclama Virgilio. “Questa volta la facciamo la settimana alle Maldive, vero che la facciamo? Anche noi abbiamo diritto a riposarci, che diamine, sempre rapine a testa bassa, non abbiamo più cinquant’anni, e il mio ottantesimo compleanno lo volevo festeggiare al caldo!”.
Beatrice sorride e apre la temibile “Lista delle Priorità Rivoluzionarie”, il file che Virgilio accoglie sempre con una bestemmia ma che alla fine rispetta perché così vuole la Signora, e Dante mai che voti contro, naturalmente. “Maledizione al clero, Bea. Cosa dobbiamo sovvenzionare adesso? Ah sì, le operaie della Grigio Pirla sono tutte disoccupate perché il padrone ha chiuso da noi per aprire nel Kossovo. Va bene, è giusto, ci lavorava anche la nipote di Volgo, il barista, hanno finito anche la cassa integrazione e hanno bisogno di soldi. Però basta eh, ai cassintegrati in cima alla gru stavolta ci pensa la cellula di Ravenna, noi più di così non possiamo fare! Come dici, Bea? Il gattile? Ma certo cara, lo sai che ogni mese c’è la donazione anonima per gli animali abbandonati, in fondo le rapine le abbiamo cominciate per quello…”.
Virgilio vorrebbe tanto fare una settimana alle Maldive ma ogni volta che ci sono i soldi Beatrice si oppone, dice che sono mal frequentate, che ci va in vacanza della brutta gente, e che i coralli sono tutti morti, lessati dall’acqua di mare che si è scaldata. Questa la inventa sul momento, benedetta donna, chi accende il fuoco sotto al pentolone? La verità è che per lei la Bassona è la spiaggia più bella dell’universo, dice che le ricorda quando erano giovani e andavano in India a svaccare sulle spiagge di Goa. Ussignor, a confondere Goa con la Bassona ce ne vuole, ma quando viene l’estate e si riapre il capanno, e vengono giù anche quelli di Bologna, e si passa tutta l’estate stesi in spiaggia a farsi le canne con l’ottima “Erba del Nonno”, a bere birra e giocare a carte, anche a lui sembra di rivivere i tempi di Anjuna Beach. E chi li nota? Nessuno bada a una comitiva di vegliardi che gioca a marafone. Virgilio sorride, siamo solo noi, gli umarells che fanno finta di guardare i lavori stradali e intanto pianificano le rapine, le zdaure che vanno alla tombola con i mitra smontati dentro le ceste dei salami, quelli che avevano sempre qualche soldo da parte, aiutavano i figli a comprare la casa, quando tiravano le cuoia lasciavano in eredità denaro e immobili, educavano i nipotini mentre i figli andavano a fare lavori sempre più improbabili, e mantenevano tutti, figli e nipoti. Poi i soldi da parte sono finiti e le case le hanno dovute mettere in vendita tenendosi l’usufrutto, se no morivano di fame. Ci voleva proprio un gruppo di brillanti sognatori che pianificasse la rivolta: i figli hanno perso il lavoro e la pensione e qualcuno doveva pur pensare ai nipotini… Virgilio sorride tra sé pensando che negli anni Settanta del secolo scorso si era fatto tre mesi di galera per aver rubato una pentola in un ristorante di lusso, durante una manifestazione. Abbraccia i suoi amici e li invita a pranzo, se lo sono meritato.
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