Non è possibile

 

 Colosseo

“Non è possibile!” pensai.
Stropicciai gli occhi per cercare di vedere meglio, ma senza ombra di dubbio non c’era più.
Era riuscito a sfidare i secoli, e invece poche ore lo avevano tradito.
Perfino il sole sembrava disturbato, come a sfuggire quella vista odiosa.

cerchi nel grano

Davanti a me una specie di cratere, largo ed immobile come una palude, invaso dalla pioggia mattutina.
Mi avvicinai col cuore in gola laddove ancora il giorno prima era l’entrata.
La prima cosa che mi venne da pensare fu ‘come hanno fatto?’, subito dopo, ‘chi?’
Veri professionisti, mettere a segno un colpo come quello nell’arco di una notte.

Fu subitaneo il sospetto, cerchi nel grano; poi una certezza, ‘tu leggi troppa fantascienza, in più ti stai fumando il cervello con quelle canne che ti fai’. Ma almeno ieri sera, lo giuro, non ho toccato un goccio.

Vero. Anzi sacrosanto.
Ma ancora mi dicevo ‘mai vista una cosa come questa, fare sparire il Colosseo…’

 

Volsi lo sguardo in lungo e in largo. Strano, per strada neanche anima viva.
Ma che vi è preso oggi, sembra di stare su un pianeta alieno!
Era realmente un altro mondo, di certo non più il mio.

 

Tirai diritto, sperando invano di svegliarmi da quell’incubo, ma più vagavo più la mente si allontanava dalla sanità. Nulla dei fasti della Roma antica si ergeva ora sopra i colli, nulla della Bellezza si concedeva più allo sguardo.
Tutto era come fermo, sospeso in un livido baluginare di polvere sottile che lentamente mi stava pervadendo le narici. Di colpo si fece più copiosa, pioggia come di lava e cenere, con un odore acre e nauseabondo. Le gambe non reggevano, ma la disperazione e il panico mi diedero ancora un po’ di forza.

 

Fu solo verso il fiume che capii. Non c’era scampo.
discarica

Erano là a migliaia, riversi uno sull’altro, e quella coltre di cenere non era lava. Doveva essere così ormai dappertutto. Spogliati d’ogni bene, perfino della dignità.

Gran bel finale per la razza eletta dar corpo a una discarica celeste, mentre un anonimo pianeta nello spazio diveniva un Eden.

 

Gamy Moore
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