Era sospesa all’unico albero di un campo pieno dei fiori gialli della primavera.
Ma nessuno guardandola, mentre veniva giù una pioggia da autunno inoltrato, poteva pensare alla primavera.
Era bionda e aveva i capelli corti. Indossava soltanto un lungo camicione bianco. I suoi piccoli piedi scalzi erano a cinquanta centimetri dal terreno.
Un’Ofelia impiccata.
Vicino all’albero un rialzo del terreno rendeva possibile l’ipotesi del suicidio.
Mi avvicinai e presi delicatamente i suoi piedi tra le mie mani. Erano puliti anche sotto, nessuna traccia di fango.
All’albero non ci era arrivata camminando. Dovevano essere almeno in due. Quasi certamente prima l’avevano drogata.
E poi l’avevano trasportata fino all’albero, le avevano legato la corda intorno al collo, avevano legato l’altro capo al ramo e l’avevano lasciata andare nel vuoto.
Mi ricordai che, quando mi era arrivata la chiamata a casa, quel giorno non dovevo essere di turno, stavo ascoltando Billie Holiday.
Southern trees bear strange fruit
Blood on the leaves and blood at the root
Lasciai piano i suoi piedi accompagnandoli. Adesso dovevo fare il mio lavoro. Dovevo trovare i suoi assassini.
Anche se non l’avevo mai vista prima, anche se non l’avevo mai vista da viva, da quel momento ero suo amico, il suo migliore amico, per la vita e per la morte.
Giovanni Merenda
Si ringrazia per l’editing Benedetta Volontè.
- Alfabeto minimo n.61 - 2 Gennaio 2017
- Alfabeto minimo n.60 - 21 Novembre 2016
- Alfabeto minimo n.59 - 31 Ottobre 2016