Lo ammetto! Persino io, bastian contrario per natura, di tanto in tanto mi lascio contaminare dai reality.
Del resto ho sempre pensato che non si può discutere di qualcosa che non si conosce, men che meno giudicare. E visto che io ho l’esigenza di dire la mia anche su cose delle quali non si sentirebbe certo la mancanza, faccio zapping di qua e di là e spesso l’occhio cade sui famigerati reality di Real Time Tv.
Alcuni li trovo graziosi, rientrano nei miei gusti sebbene non siano culturalmente stimolanti, vedi “Torte in corso con Renato”, “Il Boss delle Torte”, “Clio Makeup” o “Nail Art”. Altri li trovo semplicemente disgustosi.
Prima di iniziare a scrivere queste righe, ero convinta che avrei parlato di “Breaking Amish” il format basato sulle storie di cinque ragazzi che durante il “Rumspringa” – periodo in cui finalmente si aprono al mondo assaporando che cosa perderanno una volta definitivamente sposata la cultura Amish – vivranno a New York.
Bella botta!
Considerando che gli Amish non sanno che cosa siano i jeans, l’elettricità, il telefono o qualsiasi comfort moderno dire che scopriranno l’acqua calda non è poi così lontano dalla realtà.
C’è qualcosa di inquietante in tutto ciò!
Dicevo, quindi, che immaginavo di parlare di questo esperimento mediatico ma poi tutto sommato non era abbastanza disgustoso. In fondo quella è una cultura, che non condivido assolutamente ma è pur sempre una cultura.
Uno dei reality che proprio non riesco a guardare e che trovo inappropriato, di pessimo gusto e che cancellerei all’istante è “24 ore in sala parto”.
Già, perché non ci bastavano i vari “16 anni e incinta” o “Teen mom” trasmessi dalla concorrenza (MTV) duranti i quali è facile vedere scene del parto di ragazzine appena adolescenti e con il vissuto disastrato.
Ora non manca proprio nulla. C’è poco da intuire, immaginare.
Si parte dalle ventiquattro ore prima della nascita del pargolo. Arrivo in ospedale, travaglio, lacrime, urla di dolore, bestemmie bippate (e sì perché la parolaccia può dar noia. Hai visto mai!), esercizi respiratori, mariti coglioni e donne che per quattro soldi e per un po’ di “celebrità” accettano di farsi inquadrare la Jolanda (per dirla come Luciana Littizzetto) durante il momento più intimo possibile.
Una foto per la stampa! Click!!!
Che cosa insegneranno ai loro figli? Il lavoro, il pudore (che non è bigottismo), il merito?
Ma anche no!
Del resto alcune di queste donne, che spero non esistano davvero ma siano state scritturate per l’occasione, si presentano indossando il tanga e spesso lucidate di tutto punto.
Ma cazzo, sei al nono mese di gravidanza, stai per avere un bambino… forse non vorresti neanche indossare mutande “no stress” e indossi il filo interdentale?
Sono io l’aliena!!!
Tanga? Braccialetti e collanine?
Sono confusa!
Trucco?
Chiamate uno specialista… ma bravo però!
Ma se non ti fanno tenere manco i calzini! Pisolo dixit!
Forse pensano che dopo la performance verranno scritturate per il sequel de “L’esorcista”?
Esci da questo corpo!
Ah! E finalmente mentre la mamma guarda la telecamera, il papà il portafogli, il bebè vede la luce. In cuor suo però ha solo una cosa da dire: AHHHHH CHE SCHIFO LA VITA!!!
Come dargli torto?
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